Una risoluzione per la costituzione di una commissione d’inchiesta internazionale incaricata di indagare su violazioni commesse in Siria a partire dallo scorso marzo è stata adottata oggi dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu.
Agenzia Misna - Proposta da quattro paesi arabi (Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Giordania), dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, la risoluzione ha ottenuto 33 voti a favore, quattro contrari e nove astensioni. Il testo prevede l’invio di una commissione d’inchiesta in Siria con lo scopo di identificare vittime di violazioni di diritti umani e responsabili degli abusi. La commissione dovrà redigere entro novembre un rapporto da consegnare al segretario generale delle Nazioni Unite.
Secondo stime rese note ieri dall’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, da marzo sarebbe di 2200 il bilancio di vittime causate da scontri e atti di repressione del governo.
Il governo di Damasco e il presidente siriano Bashar Al Assad sostengono che la situazione è tornata sotto controllo e denunciano a loro volta la presenza di gruppi criminali che starebbero strumentalizzando le proteste. I media ufficiali siriani continuano a dare ampio spazio alle manifestazioni di sostegno al regime che si starebbero tenendo in diverse zone del paese. In un intervento risalente a due giorni fa, Assad ha sostenuto che il processo di riforma del paese è in corso e avvertito che si opporrà a qualunque tipo di interferenza straniera.
Agenzia Misna - Proposta da quattro paesi arabi (Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Giordania), dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, la risoluzione ha ottenuto 33 voti a favore, quattro contrari e nove astensioni. Il testo prevede l’invio di una commissione d’inchiesta in Siria con lo scopo di identificare vittime di violazioni di diritti umani e responsabili degli abusi. La commissione dovrà redigere entro novembre un rapporto da consegnare al segretario generale delle Nazioni Unite.
Secondo stime rese note ieri dall’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, da marzo sarebbe di 2200 il bilancio di vittime causate da scontri e atti di repressione del governo.
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