mercoledì, agosto 03, 2011
Cade, per la Procura di Teramo, il movente passionale: Melania sarebbe morta perché portava con sé “segreti inconfessabili” di caserma

di Federica Scorpo

Melania sapeva qualcosa di talmente importante e scabroso da essere stata uccisa per questo. La Procura di Teramo che adesso si occupa delle indagini ha infatti emesso un’altra ordinanza di custodia cautelare per il marito della donna, Salvatore Parolisi. Le due Procure, prima di Ascoli e ora di Teramo, sono arrivate alle stesse conclusioni, eccetto per il movente: Melania potrebbe essere stata uccisa perché a conoscenza di qualcosa riconducibile alla caserma in cui il marito prestava servizio. Infatti emergono sempre più dettagli riguardanti la caserma e la vita delle soldatesse e dei loro istruttori, mentre il movente passionale diventa di secondo piano.

Inoltre il Gip, che ha confermato la seconda ordinanza disposta il 18 luglio, alle accuse fatte al caporalmaggiore aggiunge un'aggravante: la donna è stata aggredita in una posizione in cui le veniva impedito difendersi. Melania dunque non si sentiva in pericolo, anzi l’assassino ha fatto in modo che rimanesse senza difese. Nelle 200 pagine della sua ordinanza, il Gip di Teramo rileva che Parolisi avrebbe dunque "profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa".

In particolare due nuovi aspetti nella nuova ordinanza sono attribuiti a Salvatore Parolisi, oltre all’omicidio: il falso alibi e la deturpazione del cadavere di Melania. Sin dall’inizio Salvatore avrebbe creato un alibi troppo poco credibile: lo direbbe, oltre alla sua assenza dal Colle San Marco (ormai più volte confermata) nel giorno della scomparsa di Melania, anche il suo cellulare spento proprio in quelle ore (riacceso poco dopo a Colle San Marco). Inoltre, esiste un buco di un’ora il 19 aprile, il giorno dopo la scomparsa della moglie: in questo momento sarebbe collocata la deturpazione del cadavere di Melania e il depistaggio della scena del delitto. Qui la ventinovenne è stata uccisa per la seconda volta: dalle coltellate post-mortem.

Secondo la Procura di Teramo sempre in questo momento del delitto (dunque nella seconda fase dell’omicidio) entrerebbe in scena il complice. Il dubbio che Salvatore abbia potuto o meno fare tutto da solo,rimane nella mente degli inquirenti e la risposta sinora più convincente è che Salvatore sia stato aiutato.

La difesa di Salvatore si appella a tutte le accuse facendo riferimento a una foto che potrebbe scagionare il loro assistito, una foto nella quale s’intravede una macchina parcheggiata a Colle San Marco somigliante a quella del marito di Melania. Un indizio che comunque potrebbe portare a un nulla di fatto. Inoltre, sempre i legali di Salvatore sono convinti che a uccidere Melania sia stata una donna: sul corpo di Melania sono stati ritrovati infatti dei capelli scuri e di circa 20 cm che non appartengono a lei. Si potrebbe allora ipotizzare una complice donna, oltre che un’eventuale mano femminile?

Ma per il momento nulla riesce a distogliere lo sguardo da Salvatore e dalla caserma: quei segreti inconfessabili che hanno scatenato tanta ferocia potrebbero essere morti insieme a Melania…

Sono presenti 3 commenti

Anonimo ha detto...

Credo che il GIP di Teramo con la sua ordinanza di arresto, in cui sospetta altri moventi, che non sia stata la passione per Ludovica, e la moglie Melania, che ormai gli andava troppo stretta, abbia allargato troppo il ventaglio indomostrato delle ipotesi alternative, talché gli avvocati difensori sguazzeranno a loro piacimentto nel guazzabuglio dei moventi. E questa sarà la loro linea di difesa: la contraddizione dei moventi verosimili o probabili, e non soltanto possibili, che quindi non sarebbero ancora dimostrati. Ed i difensori di Salvatore, hanno cominciato già a dichiararlo apertamente fin da oggi, appresa la motivazione dell'ordine di carcerazione bis per Parolisi.

Leonardo ha detto...

Credo che il GIP di Teramo con la sua ordinanza di arresto, in cui sospetta altri moventi, che non sia stata la passione per Ludovica, e la moglie Melania, che ormai gli andava troppo stretta, abbia allargato troppo il ventaglio, purtroppo ancora indimostrato, delle ipotesi alternative, talché gli avvocati difensori sguazzeranno a loro piacimentto nel guazzabuglio dei moventi. E questa sarà la loro linea di difesa: la contraddizione dei moventi verosimili o probabili, e non soltanto possibili, che quindi non sarebbero ancora dimostrati. Ed i difensori di Salvatore, hanno cominciato già a dichiararlo apertamente fin da oggi, appresa la motivazione dell'ordine di carcerazione bis per Parolisi.

Roberto ha detto...

L’alibi è falso e le accuse sono pesanti e fondate su molte prove, per cui se Salvatore continua a non rispondere, come ha fatto oggi per la terza volta dinanzi al GIP di Teramo, dopo l’analogo rifiuto davanti ai PM ed al GIP di Ascoli, sarà condannato all’ergastolo, e se lo meriterebbe tutto.
Il silenzio dimostra che non ha alibi ed elementi validi a sua difesa, per escludere la sua responsabilità materiale diretta nel’omicdio di Melania.
No, no, Melania è stata punita da Salvatore per i suoi propri segreti personali all’interno della caserma, e non per i segreti della caserma in sé.
Ma quale droga di altri commilitoni o setta satanica?
Salvatore ha ammazzato la moglie per l’amante Ludovica e/o per relazioni extraconiugali beninteso inconfessabili, od almeno non confessabili facilmente da un uomo: questo è il segreto di Melania.
Quando il movente si avvicina alla realtà, o Salvatore si sente punto nel vivo, vedasi la relazione passionale con Ludovica; o si scaldano i suoi legali, si veda il caso dei trans, con il suono della minaccia di denunce e querele ai media.

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa