Un piccolo gesto, un grande aiuto. Fino al prossimo 22 giugno, inviando un sms al numero 45501 o telefonando allo stesso numero da rete fissa, è possibile donare 2 euro in favore delle popolazioni del Burundi e dello Sri Lanka.
Radio Vaticana - L’iniziativa “Nel nome del cuore”, lanciata in tv nei giorni scorsi è promossa dai Frati Francescani del Sacro Convento di Assisi. Paolo Ondarza ne ha parlato con il portavoce padre Enzo Fortunato: ascolta
R. – Quest’anno, il Sacro Convento di Assisi, l’intera Comunità francescana ha voluto puntare lo sguardo su due grandi realtà: il Burundi che, pensate, è al 166.mo posto tra i Paesi più poveri del mondo. Se teniamo conto che i Paesi sono 168, proviamo ad immaginare il dramma che si vive. E poi, sullo Sri Lanka: una popolazione che esce da 20 anni di guerra con oltre 150 mila profughi: una tragedia che si consuma lontano da noi, alla quale i mass media non prestano attenzione. Ecco: come francescani, vogliamo stare accanto a queste realtà nella più viva consapevolezza che chi fa qualcosa ad uno di questi fratelli, l’ha fatta a Gesù Cristo.
D. – Come saranno impiegati i fondi raccolti sia per lo Sri Lanka che per il Burundi? In concreto: che forma prenderanno?
R. – Per quanto riguarda lo Sri Lanka, è il completamento dell’ospedale, mentre per il Burundi è la costruzione di un centro per accogliere madri e bambini. Tutto quello che viene raccolto attraverso l’sms solidale 45501, viene letteralmente spedito, attraverso la Santa Sede, alle nunziature e i nunzi dei Paesi sono chiamati a vigilare sui progetti. Ecco: di tutto quello che ci viene inviato, non tocchiamo un centesimo; addirittura, quello che serve economicamente per la spedizione di quello che viene raccolto, viene preso dai nostri piccoli fondi. Davvero, tutto viene monitorato attentamente, proprio perché per i poveri bisogna fare l’impossibile.
D. – C’è tempo fino al 22 giugno …
R. – Cari amici di Radio Vaticana, cari amici di San Francesco: non abbiate timore a comporre questo numero, il 45501 e, come amiamo dire qui ad Assisi, passate parola, perché vogliamo raggiungere questo obiettivo importante per dire che i cristiani ci sono e sono generosi. (gf)
Radio Vaticana - L’iniziativa “Nel nome del cuore”, lanciata in tv nei giorni scorsi è promossa dai Frati Francescani del Sacro Convento di Assisi. Paolo Ondarza ne ha parlato con il portavoce padre Enzo Fortunato: ascoltaR. – Quest’anno, il Sacro Convento di Assisi, l’intera Comunità francescana ha voluto puntare lo sguardo su due grandi realtà: il Burundi che, pensate, è al 166.mo posto tra i Paesi più poveri del mondo. Se teniamo conto che i Paesi sono 168, proviamo ad immaginare il dramma che si vive. E poi, sullo Sri Lanka: una popolazione che esce da 20 anni di guerra con oltre 150 mila profughi: una tragedia che si consuma lontano da noi, alla quale i mass media non prestano attenzione. Ecco: come francescani, vogliamo stare accanto a queste realtà nella più viva consapevolezza che chi fa qualcosa ad uno di questi fratelli, l’ha fatta a Gesù Cristo.
D. – Come saranno impiegati i fondi raccolti sia per lo Sri Lanka che per il Burundi? In concreto: che forma prenderanno?
R. – Per quanto riguarda lo Sri Lanka, è il completamento dell’ospedale, mentre per il Burundi è la costruzione di un centro per accogliere madri e bambini. Tutto quello che viene raccolto attraverso l’sms solidale 45501, viene letteralmente spedito, attraverso la Santa Sede, alle nunziature e i nunzi dei Paesi sono chiamati a vigilare sui progetti. Ecco: di tutto quello che ci viene inviato, non tocchiamo un centesimo; addirittura, quello che serve economicamente per la spedizione di quello che viene raccolto, viene preso dai nostri piccoli fondi. Davvero, tutto viene monitorato attentamente, proprio perché per i poveri bisogna fare l’impossibile.
D. – C’è tempo fino al 22 giugno …
R. – Cari amici di Radio Vaticana, cari amici di San Francesco: non abbiate timore a comporre questo numero, il 45501 e, come amiamo dire qui ad Assisi, passate parola, perché vogliamo raggiungere questo obiettivo importante per dire che i cristiani ci sono e sono generosi. (gf)
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