lunedì, maggio 30, 2011
della nostra corrispondente Federica Scorpo

Di tutti i testimoni ascoltati dagli inquirenti e presenti quel 18 aprile, giorno in Melania scomparve sul pianoro di Colle San Marco, nessuno sinora confermerebbe la presenza della donna. E’ stata ascoltata una testimone che si trovava sul colle il giorno della scomparsa con la figlia e una donna anziana: ha dichiarato di non aver visto né Melania né marito e figlia nelle presunte ore della scomparsa. Ancora un altro testimone smentisce la ricostruzione del marito, Salvatore Parolisi, che ha sempre dichiarato di essere stato quel giorno sul pianoro con tutta la famiglia, e un ulteriore testimone rafforzerebbe l’ipotesi investigativa che vede Melania non essere mai stata in quel luogo.

Al momento, oltre a Salvatore, solo un settantenne ha testimoniato di aver visto Melania litigare con il marito, a colle San Marco, e dopo salire in auto con altre persone. Gli inquirenti al momento la ritengono una testimonianza inattendibile: l’uomo sembra essere famoso per la sua mitomania. Qualche tempo fa per esempio dichiarò di aver vinto al Superenalotto e fu poi sbugiardato, per cui gli inquirenti stanno innanzitutto accertando la sua reale presenza al colle…

Al momento i riflettori sono accessi su Salvatore, le sue amanti e l’ambiente militare, anche se le indagini sono aperte a 360°. Solo i risultati dell’autopsia e di tutti i reperti raccolti, tra cui gli abiti ritrovati la scorsa settimana vicino a dove è stato trovato il corpo, potrebbero rispondere agli interrogativi di questo caso.

E mentre le indagini proseguono, la famiglia Rea continua a prendere le distanze da Salvatore e a dubitare sulla sua affidabilità. La famiglia di Melania gli ha chiesto da subito di parlare se fosse a conoscenza di qualcosa, e in particolare il padre della donna, intervistato, ha accusato Salvatore di non aver protetto abbastanza la loro figlia.

Ad oggi Parolisi non è ancora un indagato bensì una persona informata dei fatti e parte lesa. Tuttavia ha assunto degli avvocati: i legali del caso Scazzi, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile. Legali che hanno subito parlato di “linciaggio mediatico” nei confronti del loro assistito. Tuttavia è chiaro che, in un caso definito appunto un “rompicapo” per la sua complessità, non si possa non indagare anche su di lui. Ci vorranno comunque dei riscontri chiari per far luce sulle sue presunte responsabilità nella morte di Melania e soprattutto per rispondere alla domanda chiave di questo caso: Melania era al Colle San Marco quel lunedì 18 aprile?

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