lunedì, gennaio 17, 2011
La nostra Monica Cardarelli intervista Diego Mecenero, direttore della rivista “Il Sentiero Francescano”, dedicata all’antico cammino che ripercorre, da Assisi a Gubbio, uno dei percorsi classici di san Francesco

San Francesco ha vissuto il suo percorso di fede dalla conversione alle stimmate come un vero e proprio cammino che lo ha ricondotto a Santa Maria degli Angeli, dove ha voluto morire, nudo sulla nuda terra, ascoltando il canto dei frati riuniti in preghiera e in lacrime intorno a lui. Per San Francesco seguire Cristo, avvicinarsi a Lui, era un percorso che interessava tutto l’essere umano, l’uomo nella sua completezza e unità di corpo e anima. La libertà di vivere il proprio corpo a servizio di Dio e dei fratelli come un dono ricevuto e da ‘trafficare’ ha fatto sì che Francesco fosse realmente libero di andare. E non si è fermato di fronte a nulla. A piedi nudi, ha ripercorso buona parte del nostro paese andando anche oltre i confini nazionali. E i cammini di Francesco in Umbria e Toscana, ma anche nel reatino, sono molteplici, e di volta in volta sono stati nel tempo ripercorsi e adattati affinché chiunque voglia possa camminare sulle orme del Santo.

Recentemente è stata inaugurata la Rivista online gratuita “Il Sentiero Francescano” (www.sentierofrancescano.it) dedicata proprio all’antico cammino che ripercorre, da Assisi a Gubbio, uno dei tratti dei cammini percorsi da Francesco. Ne parliamo oggi con Diego Mecenero, direttore responsabile della rivista.

D: Diego, innanzitutto ci vuoi dire il perché della nascita di “Sentiero francescano” e quale è nello specifico il tratto di cammino interessato?
L’idea di lanciare questa rivista ci è venuta dall’osservazione in questi ultimi anni del crescente interessamento a questa realtà da parte di pellegrini sia italiani che stranieri. Su Facebook abbiamo raccolto circa 5.000 contatti al riguardo. Ma, più di tutto, si tratta di passione per questa tematica, da parte mia e dei miei collaboratori. Il tratto interessato riguarda l’antico cammino percorso da san Francesco d’Assisi dalla sua cittadina natale fino a Gubbio, in occasione della sua conversione nell’inverno tra il 1206 e il 1207. È un tratto che le Istituzioni civili e religiose avevano ufficialmente codificato come “Sentiero Francescano della Pace” in occasione del Giubileo del 2000, dotandolo di opportune mappe e segnaletiche.

D: So che numerosi sono i pellegrini che si mettono in marcia su questo tratto di cammino francescano. Perché, a tuo avviso, questa volontà di andare per i sentieri percorsi da San Francesco?
È difficile riassumere in una sola frase le differenziate motivazioni che spingono tanta gente su questo Sentiero, proprio perché l’abbraccio al mondo di un personaggio come Francesco d’Assisi è dato senza mezze misure. Un personaggio del genere attira credenti e non credenti, cattolici e appartenenti ad altre religioni, sacerdoti e ragazzi coi capelli rasta, parrocchie e gruppi ispirati a correnti di pensiero orientale... C’è anche una certa dose di spirito d’avventura di quel tipo che amano gli appassionati di trekking e, in ogni caso, di quella voglia di sperimentare l’essenziale per riscoprire le cose più profonde di se stessi.

D: Cosa c’è che unisce e accomuna tra loro i pellegrini, molte volte stranieri, e cosa li avvicina a voi de “Il Sentiero Francescano”? Il pellegrinaggio, secondo te, può aiutare a vivere uno spirito di fratellanza?
È l’aspetto umano che accomuna tutti. Il condividere le informazioni, il piatto di pasta, la tenda... a volte anche il solo incrociarsi e camminare insieme basta a creare “fratellanza”: credo che a volte i discorsi più importanti e appassionanti li si faccia mentre si cammina, come era successo 2000 anni fa a quei due che stavano andando ad Emmaus.

D: Al momento siete organizzati anche per l’accoglienza a chi si ferma a Valfabbrica?
Certamente. Valfabbrica è definita ufficialmente “Cuore del Sentiero Francescano”, essendo collocata esattamente a metà del percorso (che si può svolgere in 2 o 3 giorni). Ma anche lungo tutto il tragitto vi sono punti attrezzati per l’accoglienza, e di nuovi ve ne saranno. Nella nostra Rivista ne daremo dettagliata informazione.

D: In un momento storico come quello che stiamo vivendo pensi che un pellegrinaggio, un cammino, possa dare alcuni spunti di riflessione, o meglio, possa portare a percepire l’essenziale e il superfluo nella propria vita?
Sì, lo penso. Non ho mai pensato che l’uomo sia anima + corpo, questa separazione ci è venuta dall’incontro con la filosofia greca, estranea al mondo biblico che la precedeva. Credo invece che l’uomo sia un tutt’uno e questa consapevolezza valorizzi al massimo la dimensione “corporea” dandole un ruolo importantissimo per tutto ciò che facciamo, impariamo e sperimentiamo. Tutto ciò che è fisico, come il camminare e lo stare in mezzo alla natura con tutti i nostri 5 e più sensi attivi, è la prima e più ancestrale forma di comunicazione tra noi e noi stessi. E quanto ci può comunicare un’esperienza “fisica” come quella di un cammino lungo un antico sentiero è sorprendentemente inaspettato.

D: Un cammino immerso nella natura, il “Sentiero Francescano”, anche questo un tratto caratteristico della spiritualità francescana: lo stretto rapporto con il creato, il sentirsi creatura tra le creature… In che misura in questo cammino riuscite a dare importanza alla natura, al silenzio, all’ascolto?
Non so da dove cominciare... devo citare qualcuna tra le innumerevoli poesie ispirate a qualche significativo flash sulla natura? O qualche canzone? O qualche visione spettacolare presente in moltissimi film? Il potere comunicativo della natura è per certi versi insondabile, libero e selvaggio. San Francesco lo percepiva in diretta relazione con il Dio Creatore. Questo avviene anche in moltissimi di noi ma, qualora anche questo non fosse così lampante, la portata affettiva ed esistenziale del contatto intimo con la natura incontaminata (come lo è in questa zona dell’Umbria) è in ogni caso un dono unico e secondo me irrinunciabile.

D: In questo progetto di ridare vita ad un sentiero percorso da San Francesco c’è un desiderio di far rivivere e di tenere viva la sua memoria in questi luoghi. Come potete concretamente realizzare tutto ciò? Quali iniziative avete promosso e intendete promuovere per valorizzare il ‘neonato’ Sentiero Francescano?
La nostra azione è su un duplice fronte: nella Rivista e nel Sentiero vero e proprio. Nella Rivista raccontiamo tutto ciò che è inerente il Sentiero Francescano, spaziando dalla dettagliata descrizione delle sue tratte alla presentazione del ricco patrimonio delle tradizioni della zona, nonché della sua flora e fauna o degli aspetti storico-artistici che lo riguardano; non manca la cronaca che riguarda più direttamente il Sentiero, né la voce data a tutti, dai bambini della scuola ai pellegrini che percorrono l’antica via, dagli anziani con la loro viva testimonianza del passato a coloro che vogliono scrivere alla redazione inviando i loro commenti; vi è spazio anche per le leggende che aleggiano nel territorio in questione, nonché per le caratteristiche ricette di cucina che accompagnano la tavola lungo il fluire delle stagioni e delle varie festività. Rivista a parte, invece, abbiamo organizzato ed organizzeremo eventi e camminate sul Sentiero vero e proprio, come ad esempio è stato lo scorso 24 ottobre e come di certo faremo con la prossima primavera.

D: Ci vuoi parlare dell’associazione “Amici del Sentiero Francescano della Pace”?
L’associazione, che ha sede a Valfabbrica in Umbria, è la proprietaria giuridica della Rivista e si adopra, senza alcun scopo di lucro, per la valorizzazione, promozione e salvaguardia del Sentiero Francescano della Pace nei suoi aspetti storici, culturali, ambientali e delle tradizioni, dando eco ai valori della pace e della interculturalità, al di là delle differenze di credo religioso, confessione politica, appartenenza socio-culturale e nel rispetto della multietnicità e dell’ambiente naturale. A tal scopo cura la pubblicazione di testi, riviste e/o periodici, supporti audio, filmati, raccolte fotografiche ed effettua anche in partecipazione con altri soggetti studi specifici di settore. Per chi fosse interessato ad essa, siamo felici di poter dare informazioni.

Grazie a Diego Mecenero, con l’augurio di poter percorrere il “Sentiero Francescano” e giungere in tanti come pellegrini da Assisi a Gubbio. Buon cammino!

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