sabato, gennaio 29, 2011
El Baradei: "Intifada fino alla fine". In 50 mila in piazza malgrado i divieti. Chiuse le piramidi e tutti i musei della paese.

Ansa.it - La rivolta non si placa, ma la quinta giornata della collera non viene funestata dagli scontri violenti tra manifestanti e forze dell'ordine che fino ad oggi hanno lasciato sul terreno cento morti. Le violenze hanno cambiato, però, scenario e obiettivo. Un'ondata di saccheggi è dilagata nelle zone residenziali più ricche della capitale, spingendo l'esercito a lanciare un appello ai manifestanti ad aiutarlo a controllare le strade e le proprieta' dei cittadini. Vandali hanno anche assaltato il museo egizio del Cairo rompendo le vetrinette di esposizione, e lasciando a terra, talvolta in pezzi, preziosi e delicati reperti dell'antico Egitto, prima che l'esercito prendesse il controllo dell'edificio. L'entrata in scena dei soldati, a lungo invocati dai manifestanti esasperati dalle violenze della polizia, ha contribuito a riportare un po' di calma nelle piazze invase da migliaia di persone, in barba al coprifuoco anticipato di tre ore rispetto a ieri. Pur avendo l'ordine di essere intransigenti con chi non rispettasse la consegna di non essere in strada dalle 16 alle 8 del mattino, i soldati nei loro cingolati e carri armati, dispiegati nei punti strategici del Cairo e di altre citta' egiziane, non sono intervenuti. In molti casi hanno simpatizzato con i manifestanti che hanno letteralmente e pacificamente preso d'assalto i blindati mentre sfilavano per la citta', scambiandosi pacche sulle spalle, e strette di mano. Nessuna reazione e' venuta dai soldati nemmeno quando la gente e' rimasta in strada dopo l'annuncio delle nomine fatte dal rais Hosni Mubarak. Il presidente, che in nottata aveva preannunciato la formazione di un nuovo governo per oggi, ha provveduto a nominare un vice Omar Suleiman. Fino ad oggi potentissimo fedele capo dei servizi segreti, e titolare di dossier delicati come quello del negoziato palestinese, da tempo indicato come possibile successore di Mubarak alle presidenziali previste per la fine di questo anno. A capo del governo Mubarak ha indicato Ahmed Shafik, ministro dell'aeronautica civile. Entrambi sono generali cosi' come sono legati all'esercito o comunque alle forze di sicurezza secondo indiscrezioni dei media. Alla difesa sarebbe andato il capo di Stato maggiore Sami Anan mentre agli Interni sarebbe stato nominato un altro generale Ahssan Abdel Rahman. Le decisioni del rais non hanno soddisfatto le folle e nemmeno gli oppositori politici. Per i fratelli musulmani e per Mohammed El Baradei, leader del movimento per la riforma, la nomina di Suleiman e di Shafik deve solo essere il preludio per la fine del regime Mubarak e l'avvio di una transizione pacifica che porta alle riforme. Anche i manifestanti sono rimasti in piazza dopo le nomine per segnalare il loro scontento, anche se meno numerosi dell'inizio del pomeriggio. Molti sono tornati alle loro case per prendere parte a una sorta di ronde popolari che i condomini stanno mettendo in piedi in molti quartieri del Cairo per vigilare contro l'arrivo di bande di vandali e di saccheggiatori. Armati di coltello e talvolta di armi da fuoco assaltano negozi, grandi magazzini, automobili e case private per rubare, ma secondo molti egiziani anche per creare il caos. In serata un portavoce del ministero della Difesa e' intervenuto in televisione per chiedere il rispetto del coprifuoco e in giornata militari con megafoni invitavano i manifestanti a rispettare il coprifuoco, almeno nelle ore notturne, per consentire all'esercito di pattugliare le strade. In vari quartieri della capitale Nasr City, Mohandesin, Heliopolis, l'esercito ha promesso di mandare rinforzi ed ha anche istituito un numero verde per segnalare le emergenze. Come avviene dall'inizio della protesta, anche oggi si sono rincorse voci su fughe all'estero, poi smentite, dei figli di Mubarak Gamal e Alaa, il primo insistentemente indicato come suo possibile delfino. Dati entrambi a Londra con la famiglia, la notizia e' stata smentita dalla tv di Stato. Una ventina di jet privati ha pero' effettivamente lasciato il Cairo per Dubai e uno anche per l'Italia. A bordo di quest'ultimo c'era la famiglia di Neguib Sawiris, patron della Wind. Meno fortuna hanno avuto i circa 2.000 viaggiatori rimasti tutta la giornata all'aeroporto del Cairo nella speranza di lasciare il paese.
VIOLATO MUSEO EGIZIO, DUE MUMMIE A PEZZI - Le vetrine spaccate, preziose statuette in terracotta di epoca faraonica gettate a terra e mandate in frantumi, due mummie ridotte in pezzi, sarcofaghi spostati da un settore all'altro, un piccolo esercito di soldatini parzialmente distrutto nella sua bacheca: sono le immagini diffuse dalla tv satellitare Al Jazira dopo l'irruzione ieri sera di saccheggiatori nel Museo Egizio del Cairo, sul lato nord della piazza Tahrir, centro degli scontri e delle manifestazioni di protesta da martedi' scorso. Ma la reazione di giovani manifestanti che nulla avevano a che fare con gli attaccanti e che si sono subito affiancati ai soldati per proteggere il patrimonio piu' importante dell'Egitto raccolto nel museo costruito nel 1902 e' stata registrata con orgoglio da testimoni.

SACCHEGGI E RAPINE, PANICO AL CAIRO - Saccheggi sistematici di negozi, auto rubate o bruciate, rapine negli appartamenti: da un capo all'altro della vastissima aerea metropolitana del Cairo sta dilagando un'ondata di panico mentre nel quinto giorno della 'rivoluzione del 25 gennaio' bande armate di malviventi seminano il terrore fra gli abitanti. La paura dei saccheggi e' dilagata fino a Luxor, in alto Egitto - visitata ogni anno da milioni di turisti per i suoi tesori faraonici - dove gia' si sono registrati episodi di brigantaggio e dove, ha riferito all'ANSA una operatrice turistica italiana, L.M., carri armati e blindati dell'esercito pattugliano le strade. Nella megalopoli egiziana concordano numerose testimonianze di residenti che, terrorizzati anche per le mille voci incontrollate che girano, dopo l'euforia delle storiche manifestazioni di questi giorni, si organizzano come possono per affrontare la criminalita' comune.

CAIRO, MANIFESTANTI FRATERNIZZANO CON SOLDATI - Un bambino tocca con curiosita' i gommini di un cingolato color sabbia dell'esercito egiziano, mentre il padre lo fotografa accanto al carro armato, fermo assieme ad altri 11 blindati sul Lungonilo, proprio sotto la sede della tv di stato e del ministero dell'Informazione. Sulla fiancata di un altro carro armato, i manifestanti hanno scritto con lo spray ''che cada Mubarak!'', e dalla torretta del mezzo appare il volto sorridente ma imbarazzato di un soldato, che suo malgrado posa nelle foto dei passanti festosi. ''Siamo in festa perche' stiamo facendo cadere il regime e ci stiamo riuscendo in modo pacifico'', assicura all'ANSA Amer, 22 anni, studente universitario, che come gli altri dimostranti dalle 16 sfida il coprifuoco imposto per il secondo giorno consecutivo.

USA IN ANSIA PREMONO SU MUBARAK: ORA RIFORME - Gli Stati Uniti seguono con il fiato sospeso i drammatici sviluppi della crisi egiziana. Aspettano impazienti di capire se il duro monito di Barack Obama a Hosni Mubarak perche' fermi la violenza e assicuri le riforme stia producendo gli effetti sperati. Mentre emerge da alcuni cable diffusi da Wikileaks che gli Usa gia' da anni stavano preparando segretamente la transizione, tutto il Paese segue attaccato alla tv la rivolta. Da oltre 24 ore tutti i maggiori network non hanno mai smesso di informare su quanto sta accadendo in Egitto. Sabato di lavoro anche per i vertici dell'amministrazione. E' durato oltre due ore l'incontro tra il segretario di Stato, Hillary Clinton e il vicepresidente Joe Biden, assieme ad altri esponenti di rilievo del governo. Al centro di questi colloqui l'analisi della situazione, definita appena ieri sera da Barack Obama ''ancora totalmente fluida''. Lo stesso Presidente piu'tardi verra' aggiornato dal suo staff della Sicurezza Nazionale.

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