Tra la folla in piazza Tahrir anche l'ex premio Nobel. Obama telefona ai leader della regione. Sempre alta la tensione nell'Egitto, mentre aumenta il numero delle vittime degli scontri dall'inizio della rivolta: sarebbero almeno 150.
Ansa.it - Il governo egiziano mostra il pugno di ferro e il presidente Mubarak va a visitare i militari che si occupano della sicurezza, mentre i caccia sorvolano a bassa quota la capitale. Intanto, l'opposizione concorda nell'affidare a El Baradei il mandato di negoziare col regime. E mentre la Farnesina segue la situazione, forze armate entrano a Sharm el Sheik, e ci sono difficoltà per i turisti che cercano di lasciare il Mar Rosso. L'ambasciata Usa invita gli statunitensi a lasciare il paese. Hillary Clinton affonda: "Mubarak non ha fatto abbastanza. Vogliamo elezioni libere e giuste". E la cancelliera tedesca, Angela Merkel, in una "lunga" conversazione telefonica ha invitato il presidente egiziano a evitare nuove violenze: ora riforme.
EL BARADEI IN PIAZZA TAHRIR, VIA MUBARAK
di Danila Clegg
"Quello che avete cominciato non si deve fermare". I manifestanti raccolti da ore in piazza Tahrir non hanno bisogno di farselo dire, anche se a pronunciare l'appello è uno dei principali leader dell'opposizione. Mohammed El Baradei si presenta in serata nella grande piazza, diventata ormai il simbolo della protesta popolare contro il regime di Hosni Mubarak, e ad ascoltarlo sono migliaia le persone che per la terza giornata consecutiva sfidano apertamente il coprifuoco. E ad unirsi a loro per la prima volta sono stati anche religiosi di Al Azhar, centro sunnita prestigioso e soprattutto molto vicino al governo. Un segnale seguito anche da una parte della redazione di Al Ahram, quotidiano filo-governativo, che oggi si è schierata per la fine del regime Mubarak, come hanno fatto decine di giudici che sono scesi in piazza con i manifestanti. "Il popolo vuole fare cadere questo presidente", scandivano mentre El Baradei rispondeva di avere ricevuto il mandato dalle opposizioni di avviare un governo di salute pubblica. Fra i sostenitori di questa posizione i Fratelli Musulmani, che hanno così ricucito uno strappo con l'ex capo dell'agenzia atomica internazionale quando quest'ultimo scelse, non seguito, di boicottare le elezioni legislative dello scorso anno. Ora il fronte si sta ricompattando, dopo che la confraternita ha deciso di aderire apertamente alle manifestazioni di piazza, acquistando un ruolo maggiore nella protesta contro il presidente egiziano."I Fratelli sono un gruppo islamico conservatore, ma non hanno niente a che vedere con l'estremismo" ha detto El Baradei in una intervista alla Cnn, tentato di rassicurare sul ruolo del movimento islamico, illegale in Egitto. Proprio oggi una decina di affiliati dei Fratelli è fuggito da un carcere nel quale erano detenuti, così come sono riuscite a scappare decine di altri prigionieri, molti dei quali delinquenti comuni. Il problema dell'ordine pubblico e della sicurezza è stato uno dei principali argomenti delle riunioni che i nuovi vertici egiziani hanno avuto nel corso della giornata. Il principale è stato fra il rais, il suo numero due Omar Suleiman e il nuovo primo ministro Ahmed Shafik. La priorità numero uno, hanno deciso, è quella di ristabilire la calma e la sicurezza. Una delle prime decisioni operative adottate è stata quella di riportare nelle strade del Paese la polizia, i cui agenti erano letteralmente spariti, non appena sono scesi in strada i blindati dell'esercito due giorni fa. L'altro provvedimento adottato in serata riguarda l'estensione di un'ora del coprifuoco, che da domani sarà in vigore dalle 15 locali alle 8 del mattino, Una misura che non è riuscita a scoraggiare i manifestanti, che non si sono nemmeno fatti intimidire quando due caccia dell'aviazione militare hanno sorvolato a bassissima quota piazza Tahrir appena è scattato il coprifuoco, oggi pomeriggio. Ma Anche oggi, malgrado l'ordine di essere duri, i soldati non hanno reagito davanti ai manifestanti. Piazza Tahrir, che questa mattina era blindata e inaccessibile anche ai passanti, nel pomeriggio è stata riaperta, in presenza dei carri armati che la presidiano da ieri mattina. Le continue proteste di piazza stanno inducendo molti Paesi a fare rientrare i propri concittadini in patria. Usa e Turchia hanno messo a disposizione voli per il rientro in patria mentre anche gli italiani, soprattutto dipendenti di compagnie italiani con le loro famiglie, dovrebbero fare rientro in Italia a partire da domani. Lo spettro del caos in un Paese di ottanta milioni di persone, strategico per collocazione geografica e per ruolo nella regione, ha fatto dire al segretario di Stato Hillary Clinton che gli Usa vorrebbero vedere "una transizione ordinata in modo tale che nessuna riempia un vuoto". "Ci vuole un piano ben pensato che porti ad un governo democratico e inclusivo", ha detto il capo della diplomazia americana.
OBAMA, TELEFONATE A LEADER REGIONE - Il presidente americano Barack Obama ha avuto una serie di colloqui telefonici sugli eventi in Egitto con i leader di Turchia, Israele e Arabia Saudita, ha reso noto oggi la Casa Bianca. Obama ha discusso oggi della situazione in Egitto anche col premier britannico David Cameron.
Nel corso delle telefonate Obama ha ribadito il suo sostegno "ad una ordinata transizione verso un governo che sia in linea con le aspirazioni del popolo egiziano". Obama ha telefonato al premier turco, Recep Tayyip Erdogan, al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, al sovrano saudita Abdullah e al premier britannico David Cameron. "Durante le telefonate Obama ha ribadito - informa la Casa Bianca - la condanna alla violenza e l'esortazione ad usare moderazione, il suo sostegno ai diritti universali, inclusi quelli di libero raduno, libera associazione e libera espressione".
Ansa.it - Il governo egiziano mostra il pugno di ferro e il presidente Mubarak va a visitare i militari che si occupano della sicurezza, mentre i caccia sorvolano a bassa quota la capitale. Intanto, l'opposizione concorda nell'affidare a El Baradei il mandato di negoziare col regime. E mentre la Farnesina segue la situazione, forze armate entrano a Sharm el Sheik, e ci sono difficoltà per i turisti che cercano di lasciare il Mar Rosso. L'ambasciata Usa invita gli statunitensi a lasciare il paese. Hillary Clinton affonda: "Mubarak non ha fatto abbastanza. Vogliamo elezioni libere e giuste". E la cancelliera tedesca, Angela Merkel, in una "lunga" conversazione telefonica ha invitato il presidente egiziano a evitare nuove violenze: ora riforme.EL BARADEI IN PIAZZA TAHRIR, VIA MUBARAK
di Danila Clegg
"Quello che avete cominciato non si deve fermare". I manifestanti raccolti da ore in piazza Tahrir non hanno bisogno di farselo dire, anche se a pronunciare l'appello è uno dei principali leader dell'opposizione. Mohammed El Baradei si presenta in serata nella grande piazza, diventata ormai il simbolo della protesta popolare contro il regime di Hosni Mubarak, e ad ascoltarlo sono migliaia le persone che per la terza giornata consecutiva sfidano apertamente il coprifuoco. E ad unirsi a loro per la prima volta sono stati anche religiosi di Al Azhar, centro sunnita prestigioso e soprattutto molto vicino al governo. Un segnale seguito anche da una parte della redazione di Al Ahram, quotidiano filo-governativo, che oggi si è schierata per la fine del regime Mubarak, come hanno fatto decine di giudici che sono scesi in piazza con i manifestanti. "Il popolo vuole fare cadere questo presidente", scandivano mentre El Baradei rispondeva di avere ricevuto il mandato dalle opposizioni di avviare un governo di salute pubblica. Fra i sostenitori di questa posizione i Fratelli Musulmani, che hanno così ricucito uno strappo con l'ex capo dell'agenzia atomica internazionale quando quest'ultimo scelse, non seguito, di boicottare le elezioni legislative dello scorso anno. Ora il fronte si sta ricompattando, dopo che la confraternita ha deciso di aderire apertamente alle manifestazioni di piazza, acquistando un ruolo maggiore nella protesta contro il presidente egiziano."I Fratelli sono un gruppo islamico conservatore, ma non hanno niente a che vedere con l'estremismo" ha detto El Baradei in una intervista alla Cnn, tentato di rassicurare sul ruolo del movimento islamico, illegale in Egitto. Proprio oggi una decina di affiliati dei Fratelli è fuggito da un carcere nel quale erano detenuti, così come sono riuscite a scappare decine di altri prigionieri, molti dei quali delinquenti comuni. Il problema dell'ordine pubblico e della sicurezza è stato uno dei principali argomenti delle riunioni che i nuovi vertici egiziani hanno avuto nel corso della giornata. Il principale è stato fra il rais, il suo numero due Omar Suleiman e il nuovo primo ministro Ahmed Shafik. La priorità numero uno, hanno deciso, è quella di ristabilire la calma e la sicurezza. Una delle prime decisioni operative adottate è stata quella di riportare nelle strade del Paese la polizia, i cui agenti erano letteralmente spariti, non appena sono scesi in strada i blindati dell'esercito due giorni fa. L'altro provvedimento adottato in serata riguarda l'estensione di un'ora del coprifuoco, che da domani sarà in vigore dalle 15 locali alle 8 del mattino, Una misura che non è riuscita a scoraggiare i manifestanti, che non si sono nemmeno fatti intimidire quando due caccia dell'aviazione militare hanno sorvolato a bassissima quota piazza Tahrir appena è scattato il coprifuoco, oggi pomeriggio. Ma Anche oggi, malgrado l'ordine di essere duri, i soldati non hanno reagito davanti ai manifestanti. Piazza Tahrir, che questa mattina era blindata e inaccessibile anche ai passanti, nel pomeriggio è stata riaperta, in presenza dei carri armati che la presidiano da ieri mattina. Le continue proteste di piazza stanno inducendo molti Paesi a fare rientrare i propri concittadini in patria. Usa e Turchia hanno messo a disposizione voli per il rientro in patria mentre anche gli italiani, soprattutto dipendenti di compagnie italiani con le loro famiglie, dovrebbero fare rientro in Italia a partire da domani. Lo spettro del caos in un Paese di ottanta milioni di persone, strategico per collocazione geografica e per ruolo nella regione, ha fatto dire al segretario di Stato Hillary Clinton che gli Usa vorrebbero vedere "una transizione ordinata in modo tale che nessuna riempia un vuoto". "Ci vuole un piano ben pensato che porti ad un governo democratico e inclusivo", ha detto il capo della diplomazia americana.
OBAMA, TELEFONATE A LEADER REGIONE - Il presidente americano Barack Obama ha avuto una serie di colloqui telefonici sugli eventi in Egitto con i leader di Turchia, Israele e Arabia Saudita, ha reso noto oggi la Casa Bianca. Obama ha discusso oggi della situazione in Egitto anche col premier britannico David Cameron.
Nel corso delle telefonate Obama ha ribadito il suo sostegno "ad una ordinata transizione verso un governo che sia in linea con le aspirazioni del popolo egiziano". Obama ha telefonato al premier turco, Recep Tayyip Erdogan, al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, al sovrano saudita Abdullah e al premier britannico David Cameron. "Durante le telefonate Obama ha ribadito - informa la Casa Bianca - la condanna alla violenza e l'esortazione ad usare moderazione, il suo sostegno ai diritti universali, inclusi quelli di libero raduno, libera associazione e libera espressione".
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