E’ stata presentata ieri a Milano l’edizione italiana del libro “Aborting America. Il diario di un medico sulla questione angosciosa dell'aborto”. L’autore è Bernard Nathanson, medico ginecologo statunitense che ha praticato migliaia di aborti nel corso della sua vita professionale, prima di convertirsi alla fede e diventare uno dei principali sostenitori per la battaglia contro la legalizzazione dell’aborto.
RadioVaticana - Una storia di dolore, rimorso e di ostinata ricerca della verità sulla vita: è quella di Bernard Nathanson, ostetrico-ginecologo americano che si è dichiarato responsabile di 75 mila uccisioni per aborto. Il libro “Aborting America”, che esce in Italia dopo un trentennio, racconta il radicale cambio di vita e di convinzioni del medico americano che da convinto abortista arriva a considerare l’aborto come un inammissibile atto di violenza mortale, attraverso la constatazione che non esiste alcuna differenza tra l’embrione, il feto ed il neonato. L’eurodeputato Carlo Casini, a lungo guida del Movimento per la Vita italiano, ha scritto la prefazione del libro: “Secondo me il valore di questo libro è che autorevolmente – perché queste vicende l’autore le ha vissute personalmente - smaschera i meccanismi menzogneri con i quali si difende il diritto di aborto. Ribadisce inoltre la forza del fatto che il concepito è un essere umano e quindi uno di noi, e quindi una persona. Lui ci è arrivato a partire dal suo ateismo, dal suo rigore scientifico e questo per noi è di singolare interesse”.Interessante la parte in cui l’autore evidenzia come le battaglie pro aborto si siano fondate sulla manipolazione dell’informazione, usando sondaggi falsi e sostenendo posizioni ideologiche:
“Sono metodiche e tecniche studiate a tavolino, cariche di menzogne – lo dice lui stesso – che sono le stesse usate poi in Italia e in tutto il mondo, da potenti organizzazioni internazionali”.
Negli Stati Uniti, come in Italia, ogni dibattito sul tema “aborto” sembra bloccarsi sul nascere, di fronte a risposte emotive. Quale futuro allora per una questione che riguarda la vita di migliaia e migliaia di individui? Risponde ancora l’on. Casini:
“ Lasciamo stare la stessa legge, per il momento - che resta ingiusta dal mio punto di vista - ma concentriamo lo sguardo sui personaggi dell’aborto, che sono due: la la madre, certamente, ma anche il figlio; e siccome la donna la guardano tutti, si crea il problema del figlio. Iniziamo a guardare e ad interrogarci sul figlio: noi pensiamo che se riuscissimo a dire nel primo articolo del nostro Codice civile che persone fisiche sono tutti gli esseri umani, dal concepimento in poi - la capacità giuridica del concepito quindi deve essere riconosciuta – se scrivessimo questo, le conseguenze poi verrebbero a cascata!”.
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