Ad ottobre, il Papa ad Assisi con i capi delle religioni mondiali a 25 anni dallo storico Incontro del 1986
Il tema della libertà religiosa è tornato nelle parole di Benedetto XVI anche all'Angelus, accompagnato da un annuncio a sorpresa. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
Radio Vaticana - In ideale prosecuzione con quanto espresso nell’omelia della Messa in San Pietro, Benedetto XVI ha ripreso e sviluppato all’Angelus, recitato poco dopo la Messa, il suo pensiero sulla “sfida”, definita “drammaticamente urgente”, della libertà religiosa nella nostra epoca. Guardando dalla finestra del suo studio la grande folla di persone in Piazza San Pietro, in larga parte composta dalle migliaia di partecipanti a varie iniziative intonate al tema della Giornata mondiale della pace – in particolare quella patrocinata dalla Comunità di Sant’Egidio, ma il Pontefice ha salutato “di cuore” anche i partecipanti alla tradizionale Marcia della pace promossa ad Ancona dalla Cei, da Pax Christi e da Caritas – Benedetto XVI ha ribadito un concetto-cardine del suo Magistero: oggi, ha detto, “da una parte il laicismo” in “modo spesso subdolo, emargina la religione per confinarla nella sfera privata”, mentre dall’altra agisce “il fondamentalismo, che invece vorrebbe imporla a tutti con la forza”. A ciò il Papa ha obiettato:
“Là dove si riconosce effettivamente la libertà religiosa, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice e, attraverso una sincera ricerca del vero e del bene, si consolida la coscienza morale e si rafforzano le stesse istituzioni e la convivenza civile. Per questo la libertà religiosa è via privilegiata per costruire la pace”.
A questa affermazione, dopo la preghiera dell’Angelus, Benedetto XVI ha fatto seguire un annuncio a sorpresa. A 25 anni dal memorabile Incontro interreligioso che Giovanni Paolo II convocò in Assisi nel 1986, il Papa ha comunicato l’intenzione di celebrare quell’evento in modo analogo, poiché, ha osservato, “chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”:
“Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di San Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace”.
I saluti del Papa, in varie lingue, hanno raggiunti, fra gli altri, gli aderenti al Movimento dell’Amore Familiare, che durante la notte del cambio dell’anno hanno vegliato in Piazza San Pietro e nella diocesi de L’Aquila, e i giovani dell’Opera Don Orione.
“Buon anno, buon anno a tutti!”
Radio Vaticana - In ideale prosecuzione con quanto espresso nell’omelia della Messa in San Pietro, Benedetto XVI ha ripreso e sviluppato all’Angelus, recitato poco dopo la Messa, il suo pensiero sulla “sfida”, definita “drammaticamente urgente”, della libertà religiosa nella nostra epoca. Guardando dalla finestra del suo studio la grande folla di persone in Piazza San Pietro, in larga parte composta dalle migliaia di partecipanti a varie iniziative intonate al tema della Giornata mondiale della pace – in particolare quella patrocinata dalla Comunità di Sant’Egidio, ma il Pontefice ha salutato “di cuore” anche i partecipanti alla tradizionale Marcia della pace promossa ad Ancona dalla Cei, da Pax Christi e da Caritas – Benedetto XVI ha ribadito un concetto-cardine del suo Magistero: oggi, ha detto, “da una parte il laicismo” in “modo spesso subdolo, emargina la religione per confinarla nella sfera privata”, mentre dall’altra agisce “il fondamentalismo, che invece vorrebbe imporla a tutti con la forza”. A ciò il Papa ha obiettato:“Là dove si riconosce effettivamente la libertà religiosa, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice e, attraverso una sincera ricerca del vero e del bene, si consolida la coscienza morale e si rafforzano le stesse istituzioni e la convivenza civile. Per questo la libertà religiosa è via privilegiata per costruire la pace”.
A questa affermazione, dopo la preghiera dell’Angelus, Benedetto XVI ha fatto seguire un annuncio a sorpresa. A 25 anni dal memorabile Incontro interreligioso che Giovanni Paolo II convocò in Assisi nel 1986, il Papa ha comunicato l’intenzione di celebrare quell’evento in modo analogo, poiché, ha osservato, “chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”:
“Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di San Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace”.
I saluti del Papa, in varie lingue, hanno raggiunti, fra gli altri, gli aderenti al Movimento dell’Amore Familiare, che durante la notte del cambio dell’anno hanno vegliato in Piazza San Pietro e nella diocesi de L’Aquila, e i giovani dell’Opera Don Orione.
“Buon anno, buon anno a tutti!”
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