La battaglia contro la legge sulla blasfemia continua a infuriare in Pakistan, mentre si moltiplicano appelli e iniziative in tutto il mondo a favore di Asia Bibi, la cristiana condannata a morte e ancora in carcere con l'accusa di blasfemia.
Radio Vaticana - La settimana prossima l’Alta corte di Lahore dovrebbe fissare la data dell’appello contro la sentenza di primo grado. Ma in concomitanza i partiti e le organizzazioni islamiche più oltranziste hanno lanciato una campagna a favore della legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan, annunciando mobilitazioni e scioperi per le prossime settimane. L'avvio imminente della campagna - riferisce l'agenzia AsiaNews - è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa da Maulana Fazl ur Rehman, il leader del partito islamico Jamiat Ulema-e-Islma Fazl (Jui-f). La campagna prevede tre momenti distinti: manifestazioni in tutto il paese il 24 dicembre, dopo la preghiera del venerdì nelle moschee, uno sciopero generale il 31 dicembre e un grande raduno il 9 gennaio 2011 a Karachi. Maulana Fazl ha detto che tutti I partiti religiosi sono uniti su questo tema, e ha detto di voler opporsi a ogni tentativo del governo di modificare la legge sulla blasfemia. Il 15 dicembre il presidente Asif Ali Zardari ha detto di essere d’accordo a modificare la legge. In un seminario intitolato “Protezione della legge sulla blasfemia e sua importanza” il giudice Mian Nazeer Akhtar ha detto che anche il governatore del Punjab, Salman Taseer, che ha difeso Asia Bibi, è blasfemo, perché protegge chi è colpevole di blasfemia. “La legge sulla blasfemia è stata introdotta nel Codice penale nel 1986, e una manciata di persone non dovrebbe poterla danneggiare”. Ha anche accusato il governo di permettere dibattiti discutibili alla televisione. Al processo di primo grado il legale di Asia Bibi ha definito le accuse nei suoi confronti “una rappresentazione teatrale fantastica” organizzata da una maggioranza musulmana contro una minoranza cristiana. Un sacerdote, Samson Dilawar, che fu ferito da uomini armati nel 1997 e vide la sua chiesa cattolica bruciata nel 2005 è stato oggetto di minacce anonime per il suo aiuto ad Asia Bibi. Il sacerdote dice che non è sicura, in prigione, e far riferimento all’uccisione in prigione, l’anno scorso, di un giovane cristiano di Sialkot accusato di blasfemia. “Quel ragazzo fu ucciso in prigione. Anche Asia Bibi può essere uccisa in prigione. - afferma preoccupato il sacerdote - Può essere uccisa in ogni momento”.
Radio Vaticana - La settimana prossima l’Alta corte di Lahore dovrebbe fissare la data dell’appello contro la sentenza di primo grado. Ma in concomitanza i partiti e le organizzazioni islamiche più oltranziste hanno lanciato una campagna a favore della legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan, annunciando mobilitazioni e scioperi per le prossime settimane. L'avvio imminente della campagna - riferisce l'agenzia AsiaNews - è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa da Maulana Fazl ur Rehman, il leader del partito islamico Jamiat Ulema-e-Islma Fazl (Jui-f). La campagna prevede tre momenti distinti: manifestazioni in tutto il paese il 24 dicembre, dopo la preghiera del venerdì nelle moschee, uno sciopero generale il 31 dicembre e un grande raduno il 9 gennaio 2011 a Karachi. Maulana Fazl ha detto che tutti I partiti religiosi sono uniti su questo tema, e ha detto di voler opporsi a ogni tentativo del governo di modificare la legge sulla blasfemia. Il 15 dicembre il presidente Asif Ali Zardari ha detto di essere d’accordo a modificare la legge. In un seminario intitolato “Protezione della legge sulla blasfemia e sua importanza” il giudice Mian Nazeer Akhtar ha detto che anche il governatore del Punjab, Salman Taseer, che ha difeso Asia Bibi, è blasfemo, perché protegge chi è colpevole di blasfemia. “La legge sulla blasfemia è stata introdotta nel Codice penale nel 1986, e una manciata di persone non dovrebbe poterla danneggiare”. Ha anche accusato il governo di permettere dibattiti discutibili alla televisione. Al processo di primo grado il legale di Asia Bibi ha definito le accuse nei suoi confronti “una rappresentazione teatrale fantastica” organizzata da una maggioranza musulmana contro una minoranza cristiana. Un sacerdote, Samson Dilawar, che fu ferito da uomini armati nel 1997 e vide la sua chiesa cattolica bruciata nel 2005 è stato oggetto di minacce anonime per il suo aiuto ad Asia Bibi. Il sacerdote dice che non è sicura, in prigione, e far riferimento all’uccisione in prigione, l’anno scorso, di un giovane cristiano di Sialkot accusato di blasfemia. “Quel ragazzo fu ucciso in prigione. Anche Asia Bibi può essere uccisa in prigione. - afferma preoccupato il sacerdote - Può essere uccisa in ogni momento”.| Tweet |
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