La battaglia di Wikileaks si combatte in rete. Il network di hacker Operation Payback ha sferrato con successo attacchi informatici contro PayPal e PostFinance.
PeaceReporter - "La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto ad Assange è stata oscurata con un Ddos attack, cioè una negazione di servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni", recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre da Operation Payback. Le due società non hanno confermato la notizia.
Un'operazione di rappresaglia, tesa a punire tutti i colpevoli di tradimento ai danni di Wikileaks, vale a dire tutte quelle realtà (come Amazon) che in seguito alle pressioni del governo Usa hanno preso posizione contro il sito di Assange ritirando il supporto logistico.
Ad aver ritirato il suo supporto è anche la banca che aveva deciso di ospitare il conto di Wikileaks in Svizzera, e in queste ultime ore si è unita al coro dei "traditori" anche Mastercard e Visa. Ed è anche contro di loro che gli hacker della Operation Payback hanno deciso di rivolgere gli attacchi.
I guerriglieri a capo di questa operazione sono collegati al collettivo Anonymous, un gruppo di hacker che persegue obiettivi politici, e hanno dichiarato di voler organizzare una contro-propaganda che ha come obiettivo quello di pianificare attacchi DDoS contro tutti i colpevoli della censura praticata ai danni di Wikileaks.
Tra le altre cose, il gruppo ha pubblicato una dichiarazione del titolo "Operation Avenge Assange" (operazione vendicare Assange) chiedendo a chiunque sia disposto a difendere la libertà e la democrazia di unirsi al gruppo per perpetuare gli attacchi o, più semplicemente, per aiutare il sito di Wikileaks a rimanere online attraverso l'implementazione di mirror sites. Al momento, si contano più di 350 "siti specchio" che consentono l'accesso ai documenti Wikileaks nonostante il sito ufficiale sia oscurato da quasi 48 ore.
PeaceReporter - "La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto ad Assange è stata oscurata con un Ddos attack, cioè una negazione di servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni", recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre da Operation Payback. Le due società non hanno confermato la notizia.Un'operazione di rappresaglia, tesa a punire tutti i colpevoli di tradimento ai danni di Wikileaks, vale a dire tutte quelle realtà (come Amazon) che in seguito alle pressioni del governo Usa hanno preso posizione contro il sito di Assange ritirando il supporto logistico.
Ad aver ritirato il suo supporto è anche la banca che aveva deciso di ospitare il conto di Wikileaks in Svizzera, e in queste ultime ore si è unita al coro dei "traditori" anche Mastercard e Visa. Ed è anche contro di loro che gli hacker della Operation Payback hanno deciso di rivolgere gli attacchi.
I guerriglieri a capo di questa operazione sono collegati al collettivo Anonymous, un gruppo di hacker che persegue obiettivi politici, e hanno dichiarato di voler organizzare una contro-propaganda che ha come obiettivo quello di pianificare attacchi DDoS contro tutti i colpevoli della censura praticata ai danni di Wikileaks.
Tra le altre cose, il gruppo ha pubblicato una dichiarazione del titolo "Operation Avenge Assange" (operazione vendicare Assange) chiedendo a chiunque sia disposto a difendere la libertà e la democrazia di unirsi al gruppo per perpetuare gli attacchi o, più semplicemente, per aiutare il sito di Wikileaks a rimanere online attraverso l'implementazione di mirror sites. Al momento, si contano più di 350 "siti specchio" che consentono l'accesso ai documenti Wikileaks nonostante il sito ufficiale sia oscurato da quasi 48 ore.
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