domenica, ottobre 17, 2010
Le ultime settimane sono state intrise d’odio e violenza. Spesso gratuita a danno di persone inermi. La gente ha paura, è inquieta, diffida di chi le sta accanto. La tensione è davvero inarrestabile, e ansia e incertezza dominano i pensieri delle persone. Che cosa sta succedendo?

del nostro collaboratore redazionale Stefano Buso

I recenti episodi di cronaca hanno documentato una sequenza di episodi criminosi che per atrocità e gravità sembrano aver ben pochi precedenti. Odio e crudeltà esplose per strada, davanti agli sguardi dei passanti, bambini compresi. Prima, a Milano, l’aggressione di un tassista reo di aver investito il cane fuggito alla proprietaria. Quindi, a Roma, il tragico epilogo dell’infermiera romena, uccisa per ben due volte: prima dall’indifferenza di circa una trentina di persone transitate accanto alla donna senza fermarsi a prestarle soccorso. In seguito, la morte biologica, cagionata dalla rovinosa caduta dopo il pugno che le aveva colpito il volto. Per inciso, decesso avvenuto a distanza di giorni dall’orribile episodio, dopo vani tentativi di strapparla alla morte.

In entrambi i casi la violenza si è innescata per motivi banali. Un cane che d’istinto si libera dal guinzaglio e attraversa la strada; una scaramuccia animata, documentata dalle telecamere dell’Anagnina fra un giovane e la povera Maricica Hahaianu.

Scene agghiaccianti che gelano il sangue, causando sconforto e impotenza. La meschina dimostrazione di menefreghismo “andata in onda” alla stazione della metro ha ricordato a qualcuno le immagini che giungevano dall’America anni or sono: quei filmati suscitavano incredulità quando si osservava un essere umano a terra senza che i passanti si fermassero a offrirgli aiuto. Ecco, ora tutto ciò avviene “in diretta” anche a casa nostra dispensando orrore e sgomento.

È complicato addurre un’analisi obiettiva di crimini così efferati. Sembra che qualcuno non sia del tutto convinto di vivere (e confrontarsi) nella collettività, dove insorgono sentimenti, relazioni, controversie e diatribe. Pare quasi che l’uomo attuale continui a muoversi all’interno di un suo spazio esclusivo, e, nel momento in cui un estraneo lo “invade”, ecco innescarsi la violenza brutale. Una palese involuzione che picchia duramente contro le regole basilari della tolleranza e riporta la moderna società indietro di millenni. Inoltre, come avviene spesso, alla luce di questi eventi si fanno avanti proposte forcaiole e aberranti come l’uso di pene estreme che nei fatti non sono né risolutrici né illuminate.

Ad ogni modo non è compito di noi cronisti fornire tesi e spiegazioni di valenza sociologica. La violenza è esplosa ovunque, è evidente: sottocasa, in treno, sui luoghi di lavoro, negli uffici e nelle scuole. Una forma endemica e virulenta di brutalità alla quale non esiste un vaccino preventivo. È invece fondamentale recuperare valori importanti, come solidarietà, convivenza e tolleranza, aspetti affatto scontati alla luce di quanto accaduto.

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