mercoledì, settembre 29, 2010
Le sanzioni economiche che colpiscono dirigenti e società dello Zimbabwe sono un fattore di tensione, che rischia di causare problemi anche in vista delle prossime elezioni: lo ha sostenuto oggi il presidente sudafricano Jacob Zuma, intervenendo a Bruxelles di fronte al parlamento dell’Unione Europea (UE).

Agenzia Misna - Secondo Zuma, nella capitale belga per un vertice bilaterale tra Sudafrica e UE, le misure applicate sin dal 2002 nei confronti di personalità vicine al presidente Robert Gabriel Mugabe ostacolano il “funzionamento ottimale” del governo di unità nazionale in carica dal Febbraio dello scorso anno. “Se non revocheremo le sanzioni – ha detto il capo di stato sudafricano – faremo il gioco di chi vuole che le tensioni restino”. La speranza della fine delle sanzioni era stata alimentata dalla nascita del governo di coalizione, aperto ai tre maggiori partiti del paese e guidato dall’ex-capo dell’opposizione Morgan Tsvangirai. L’accordo all’origine di questo esecutivo, siglato anche grazie alla mediazione del Sudafrica dopo un lungo periodo di crisi economica e di tensioni politiche, prevede lo svolgimento di elezioni legislative e presidenziali nel 2011 dopo l’approvazione di una nuova Costituzione. A questo percorso ha fatto riferimento ieri anche il presidente del Consiglio dell’Unione Europea, il belga Herman van Rompuy. Bruxelles, questa la tesi, potrebbe adottare “nuove decisioni” qualora nello Zimbabwe ci fossero “sviluppi positivi” sul piano della “democrazia” e del rispetto dei “diritti umani”. Le misure restrittive nei confronti di Harare, non solo europee ma anche statunitensi, erano state nei giorni scorsi tema di dibattito all’Assemblea generale dell’Onu. “Le sanzioni – aveva detto tra gli altri Bingu Wa Mutharika, capo di stato del Malawi e presidente di turno dell’Unione Africana (UA) – sono incompatibili con l’impegno dell’Onu di promuovere il progresso sociale e lo sviluppo economico dei popoli, un impegno previsto nel preambolo stesso della Carta delle Nazioni Unite”.

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