Circa un miliardo di persone nel mondo non ha accesso a fonti d'acqua potabile e l'acqua contaminata uccide più uomini di tutti i tipi di violenza messi insieme, guerre comprese (fonte: Unep). Ma...
d
i Camilla Mastellari
PeaceReporter - Nel tentativo di trovare una soluzione al problema, un gruppo di ricercatori dell'Università Stellenbosch del Sud Africa ha sviluppato uno speciale filtro a forma di bustina di tè, che inserito nel collo di una bottiglia trasforma acqua sporca in acqua perfettamente potabile. Maneggevole, pratica e priva di rischi di ricontaminazione, la bustina high-tech sudafricana ha tutte le carte per diventare una grande invenzione.
Il designer che ha ideato l'innovativo filtro, è il professor Eugene Cloete, microbiologo e preside della facoltà di scienza dell'ateneo. Ex vicepresidente esecutivo dell'International Water Association, Cloete ama pensare in grande.
La sua scoperta, frutto di anni di ricerca sulla purificazione dell'acqua e di studi avanzati di nanotecnologia e microbiologia alimentare, ha l'ambizioso obiettivo di offrire alle comunità sub sahariane che non hanno accesso a fonti d'acqua potabile la possibilità di bere, in modo semplice e al costo di mezzo cent (0,005 dollari è il prezzo di un filtro-bustina, escluse le spese per la manodopera e la distribuzione). "In Africa" afferma Cloete "si registrano più del 90% di tutti i casi di colera del mondo e 300 milioni di persone nel continente non possono dissetarsi. Dovevo fare qualcosa".
Un indice di rischio sull'acqua realizzato lo scorso giugno da Maplecroft, società di consulenza inglese specializzata nel risk management, mostra che su 165 Paesi analizzati, quelli dell'Africa - guidati da Somalia, Mauritania e Sudan- dispongono delle riserve di acqua più precarie del mondo.
Un filtro miracoloso - Il filtro di Cloete assomiglia a una bustina di tè non solo per forma e dimensione, ma anche per il materiale con cui è fatto: lo stesso biodegradabile dei sacchetti aromatici che si comprano al supermercato. Solo che, al posto di una miscela di foglie, il filtro contiene granuli di carbone attivo in grado di rimuovere in pochi istanti ogni traccia di composto chimico. Basta un solo filtro per purificare un litro dell'acqua più inquinata e renderla potabile al 100%. Cloete è convinto che la sua invenzione rappresenti un vero passo avanti perché si basa su una tecnologia decentralizzata, sfruttabile in ogni momento da chiunque.
L'innovativa invenzione è oggi al vaglio dell'ufficio brevetti del Sud Africa e, se tutto andrà bene, sarà in commercio nei prossimi mesi. Già persuase dell'utilità dell'invenzione, alcune agenzie umanitarie - tra cui quelle del Pakistan recentemente alluvionato - hanno già fatto richiesta per comprare il filtro non appena partirà la produzione.
Hope Project - Il filtro dell'Università Stellenbosh fa parte del progetto Hope, che -come dice il nome- mira ad accrescere la speranza di vita in Sud Africa e nel resto del continente attraverso alcune iniziative di sviluppo. Come ad esempio la fondazione di una scuola, l'Ukwanda Centre for Rural Health (ukwanda è una parola in lingua Xhosa che significa "sviluppo", ndr), che si occupa della formazione dei praticanti dottori e del personale medico nelle zone rurali della Provincia del Capo occidentale.
d
i Camilla MastellariPeaceReporter - Nel tentativo di trovare una soluzione al problema, un gruppo di ricercatori dell'Università Stellenbosch del Sud Africa ha sviluppato uno speciale filtro a forma di bustina di tè, che inserito nel collo di una bottiglia trasforma acqua sporca in acqua perfettamente potabile. Maneggevole, pratica e priva di rischi di ricontaminazione, la bustina high-tech sudafricana ha tutte le carte per diventare una grande invenzione.
Il designer che ha ideato l'innovativo filtro, è il professor Eugene Cloete, microbiologo e preside della facoltà di scienza dell'ateneo. Ex vicepresidente esecutivo dell'International Water Association, Cloete ama pensare in grande.
La sua scoperta, frutto di anni di ricerca sulla purificazione dell'acqua e di studi avanzati di nanotecnologia e microbiologia alimentare, ha l'ambizioso obiettivo di offrire alle comunità sub sahariane che non hanno accesso a fonti d'acqua potabile la possibilità di bere, in modo semplice e al costo di mezzo cent (0,005 dollari è il prezzo di un filtro-bustina, escluse le spese per la manodopera e la distribuzione). "In Africa" afferma Cloete "si registrano più del 90% di tutti i casi di colera del mondo e 300 milioni di persone nel continente non possono dissetarsi. Dovevo fare qualcosa".
Un indice di rischio sull'acqua realizzato lo scorso giugno da Maplecroft, società di consulenza inglese specializzata nel risk management, mostra che su 165 Paesi analizzati, quelli dell'Africa - guidati da Somalia, Mauritania e Sudan- dispongono delle riserve di acqua più precarie del mondo.
Un filtro miracoloso - Il filtro di Cloete assomiglia a una bustina di tè non solo per forma e dimensione, ma anche per il materiale con cui è fatto: lo stesso biodegradabile dei sacchetti aromatici che si comprano al supermercato. Solo che, al posto di una miscela di foglie, il filtro contiene granuli di carbone attivo in grado di rimuovere in pochi istanti ogni traccia di composto chimico. Basta un solo filtro per purificare un litro dell'acqua più inquinata e renderla potabile al 100%. Cloete è convinto che la sua invenzione rappresenti un vero passo avanti perché si basa su una tecnologia decentralizzata, sfruttabile in ogni momento da chiunque.
L'innovativa invenzione è oggi al vaglio dell'ufficio brevetti del Sud Africa e, se tutto andrà bene, sarà in commercio nei prossimi mesi. Già persuase dell'utilità dell'invenzione, alcune agenzie umanitarie - tra cui quelle del Pakistan recentemente alluvionato - hanno già fatto richiesta per comprare il filtro non appena partirà la produzione.
Hope Project - Il filtro dell'Università Stellenbosh fa parte del progetto Hope, che -come dice il nome- mira ad accrescere la speranza di vita in Sud Africa e nel resto del continente attraverso alcune iniziative di sviluppo. Come ad esempio la fondazione di una scuola, l'Ukwanda Centre for Rural Health (ukwanda è una parola in lingua Xhosa che significa "sviluppo", ndr), che si occupa della formazione dei praticanti dottori e del personale medico nelle zone rurali della Provincia del Capo occidentale.
| Tweet |
Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.