Bus dei turisti, follia a Manila: otto ostaggi sono morti, blitz delle teste di cuoio. Ucciso l'ex agente sequestratore: voleva essere reintegrato, era stato licenziato dopo essere stato coinvolto in un'inchiesta per estorsione.
Si è conclusa dopo circa 12 ore a Manila la drammatica presa di quindici ostaggi all'interno di un autobus che trasportava turisti cinesi di Hong Kong. Dopo il blitz delle forze di sicurezza, il sequestratore - un ex agente espulso dal corpo di polizia - è stato ucciso. Ma il bilancio, come riferito dal presidente delle Filippine Benigno Aquino, è pesante: otto ostaggi morti, più il sequestratore. Rolando Mendoza, l'ex agente che aveva sequestrato il bus, è stato ucciso colpito alla testa da un cecchino nel corso del blitz delle teste di cuoio. All'origine del folle gesto ci sarebbe la richiesta dell'ex agente di essere reintegrato al suo posto: l'uomo era stato licenziato dopo essere stato coinvolto in un'inchiesta per estorsione.
LA PRESA DI OSTAGGI - Dopo aver sequestrato l'autobus, a bordo del quale si trovavano 22 cinesi e tre filippini, Mendoza aveva rilasciato immediatamente un primo gruppo di turisti, tra i quali tre bambini. L'uomo ha poi continuato a liberare altri ostaggi a intervalli regolari. La situazione, inizialmente ritenuta controllabile per mezzo di negoziati, è precipitata quando Mendoza ha intimato alle forze di polizia di allontanarsi e ha cominciato a sparare sui 15 ostaggi rimasti a bordo. La fuga dell'autista del veicolo, che ha urlato ai giornalisti «Patay na lahat» (Sono tutti morti), ha costretto le teste di cuoio filippine a ricorrere alla forza. Un blitz durato circa un'ora, al termine del quale l'ex agente è stato ucciso. Radiato dal corpo di polizia nel 2009 assieme a quattro colleghi in seguito ad accuse di estorsione, minacce, percosse e consumo di stupefacenti, Mendoza aveva sequestrato l'autobus turistico per attirare l'attenzione sul suo caso, professandosi innocente. Il suo atteggiamento apparentemente conciliante e attento alle necessità degli ostaggi, aveva fatto ritenere imminente una soluzione pacifica della questione. A un certo punto, tuttavia, il suo fucile ha cominciato a sparare, rendendo inevitabile la soluzione di forza da parte delle autorità di Manila.
ARRESTATI FRATELLO E FIGLIO - Gregorio e Leandro Mendoza, fratello e figlio del sequestratore, sono stati arrestati un'ora prima dell'inizio del blitz per complicità con l'ex ispettore di polizia autore del sequestro.
IL DIFENSORE CIVICO - A nulla è servito nemmeno l'intervento del vice sindaco di Manila, Isko Moreno, che aveva cercato di avvicinare il pullman di turisti per consegnare all'ex agente una lettera del difensore civico che aveva disposto il licenziamento del pluridecorato poliziotto. «Un grande errore per correggere una grande decisione sbagliata», aveva scritto l'uomo su un foglio attaccato su vetri del bus. Mendoza, riferiscono gli organi d'informazione filippini, è un agente pluridecorato della polizia della capitale.
IL PRECEDENTE - Nel 2007, il direttore di un asilo tenne con il fiato sospeso il Paese sequestrando 32 bambini e due insegnanti su uno scuolabus: una vicenda risoltasi dopo diverse ore con la liberazione di tutti gli ostaggi.
Si è conclusa dopo circa 12 ore a Manila la drammatica presa di quindici ostaggi all'interno di un autobus che trasportava turisti cinesi di Hong Kong. Dopo il blitz delle forze di sicurezza, il sequestratore - un ex agente espulso dal corpo di polizia - è stato ucciso. Ma il bilancio, come riferito dal presidente delle Filippine Benigno Aquino, è pesante: otto ostaggi morti, più il sequestratore. Rolando Mendoza, l'ex agente che aveva sequestrato il bus, è stato ucciso colpito alla testa da un cecchino nel corso del blitz delle teste di cuoio. All'origine del folle gesto ci sarebbe la richiesta dell'ex agente di essere reintegrato al suo posto: l'uomo era stato licenziato dopo essere stato coinvolto in un'inchiesta per estorsione.LA PRESA DI OSTAGGI - Dopo aver sequestrato l'autobus, a bordo del quale si trovavano 22 cinesi e tre filippini, Mendoza aveva rilasciato immediatamente un primo gruppo di turisti, tra i quali tre bambini. L'uomo ha poi continuato a liberare altri ostaggi a intervalli regolari. La situazione, inizialmente ritenuta controllabile per mezzo di negoziati, è precipitata quando Mendoza ha intimato alle forze di polizia di allontanarsi e ha cominciato a sparare sui 15 ostaggi rimasti a bordo. La fuga dell'autista del veicolo, che ha urlato ai giornalisti «Patay na lahat» (Sono tutti morti), ha costretto le teste di cuoio filippine a ricorrere alla forza. Un blitz durato circa un'ora, al termine del quale l'ex agente è stato ucciso. Radiato dal corpo di polizia nel 2009 assieme a quattro colleghi in seguito ad accuse di estorsione, minacce, percosse e consumo di stupefacenti, Mendoza aveva sequestrato l'autobus turistico per attirare l'attenzione sul suo caso, professandosi innocente. Il suo atteggiamento apparentemente conciliante e attento alle necessità degli ostaggi, aveva fatto ritenere imminente una soluzione pacifica della questione. A un certo punto, tuttavia, il suo fucile ha cominciato a sparare, rendendo inevitabile la soluzione di forza da parte delle autorità di Manila.
ARRESTATI FRATELLO E FIGLIO - Gregorio e Leandro Mendoza, fratello e figlio del sequestratore, sono stati arrestati un'ora prima dell'inizio del blitz per complicità con l'ex ispettore di polizia autore del sequestro.
IL DIFENSORE CIVICO - A nulla è servito nemmeno l'intervento del vice sindaco di Manila, Isko Moreno, che aveva cercato di avvicinare il pullman di turisti per consegnare all'ex agente una lettera del difensore civico che aveva disposto il licenziamento del pluridecorato poliziotto. «Un grande errore per correggere una grande decisione sbagliata», aveva scritto l'uomo su un foglio attaccato su vetri del bus. Mendoza, riferiscono gli organi d'informazione filippini, è un agente pluridecorato della polizia della capitale.
IL PRECEDENTE - Nel 2007, il direttore di un asilo tenne con il fiato sospeso il Paese sequestrando 32 bambini e due insegnanti su uno scuolabus: una vicenda risoltasi dopo diverse ore con la liberazione di tutti gli ostaggi.
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