domenica, agosto 15, 2010
Il 13 di agosto Fidel Castro ha festeggiato il suo 84° compleanno. Un bel traguardo davvero! Nato nel 1926, è senza dubbio il dittatore più longevo al mondo…

del nostro collaboratore redazionale Stefano Buso

Castro, figura simbolica dotata di carattere e caparbietà, assunse il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate nel gennaio del 1959. Sul Líder Máximo non mancano articoli, scritti, biografie, documentari e… persino film. Del resto, quando un uomo diventa leggenda vivente, i media si attaccano come la colla, perché il mito fa sempre notizia, nel bene e nel male. Inoltre, Castro non ha mai rinunciato all’ombrello della propaganda di regime che lo ha dipinto come il salvatore della patria, il deus ex machina grazie al quale l’arcipelago caraibico è riuscito a liberarsi del tiranno. Spesso, sulla sua persona si è arrivati a narrare gesta epiche, incredibili, e altrettanto ingiustamente gli sono state attribuite colpe del tutto ingiustificate. Va da sé, Fidel incarna il paradigma “del monarca” totalitario imbottito di ideologia, e del resto non va scordato cosa era Cuba prima della rivoluzione: un bordello a ciel sereno, dove speculazioni, imbrogli e ingiustizie erano all’ordine del giorno con il placido benestare del regime di Fulgencio Batista, una sorta di burattino degli USA.

Storica e decisiva fu l’iniziale alleanza con l’URSS che fece di Cuba uno degli amici più cari dei sovietici. Del resto la posizione di Cuba per i russi era fondamentale se si pensa all’esigua distanza nautica dalle coste della Florida. Così, lo stendardo rosso del socialismo ultra-realista di Castro non ha mai smesso di sventolare, come la posizione cronico-conflittuale con l’America sempre sul punto di precipitare irreparabilmente. La crisi della Baia dei Porci, ad esempio, del 1961, quindi in piena guerra fredda, fu uno dei momenti più neri e drammatici della politica internazionale e rischiò di far precipitare il mondo in un baratro. La colpa di Fidel Castro non è stata quella di schierarsi, ma di costringere durante questi anni la popolazione cubana ad un isolamento becero e oscurantista. Fidel, una sorta di padre-padrone che pur di non perdere “pezzi” del popolo lo ha incatenato alla sua stessa libertà, costringendolo a privazioni, embarghi e sanzioni internazionali. In ogni caso, migliaia di cubani in questi ultimi decenni sono riusciti a riparare all’estero in cerca di sorte migliore.

In verità, dopo lustri di chiusura sepolcrale, qualche apertura Castro l’ha attuata: l’incontro con Papa Giovanni Paolo II per esempio, prima a Roma nel 1996 e poi ricambiato a Cuba, è stato decisivo e foriero di pace. In quell’occasione il Líder Máximo liberò più di cento detenuti su richiesta formale del segretario vaticano Angelo Sodano.

Da tempo ormai il vecchio Dittatore è stato giudicato dalla storia. Si afferma che la libertà ha sempre un prezzo salato, talvolta assurdo. Ma è tale quella che hanno vissuto in questi anni intere generazioni di cubani o una sua palese interpretazione? Qualcuno ha definito le vicissitudini cubane come un incubo, dal quale nessuno riesce a svegliarsi, anzi, fuggire. Buon compleanno, Fidel…

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