“Con le Olimpiadi la Cina è riuscita a proiettare una nuova immagine e identità del paese in tutto il mondo; i Mondiali di calcio possono essere qualcosa di simile per l’intera Africa soltanto se il Sudafrica riuscirà a interpretare e rappresentare in questa occasione la realtà multiculturale dell’intero continente”.
Agenzia Misna - Lo ha detto stasera alla MISNA Romano Prodi, ex-presidente della Commissione Europea (1999-2004) e due volte presidente del consiglio italiano, a margine della sua ‘Lectio magistralis’ “Una politica per l’Africa” tenuta a Roma, a Palazzo Marini (Camera dei deputati), come penultima conferenza del XV corso di formazione e perfezionamento sul diritto dei popoli” organizzato dalla Fondazione Lelio Basso, cominciato in Gennaio e interamente dedicato all’Africa. Presentato da don Luigi Ciotti, che lo ha definito “un amico, un grande politico, ma soprattutto un uomo onesto”, Prodi, dopo l’inevitabile riferimento ai Mondiali di calcio con cui ha aperto anche la sua lezione, ha sottolineato di aver scelto un argomento di macropolitica - rifacendosi anche alla recente Conferenza di alto livello “Africa, 53 paesi, un’unione” organizzata in Maggio a Bologna dalla sua Fondazione per la cooperazione tra i popoli - perchè “senza un disegno politico preciso tutto il resto va a finire in niente”. Un disegno politico che, come già affermato dal documento conclusivo di Bologna - sottoscritto da politici africani ed esperti internazionali - in Africa deve mirare soprattutto a tre obiettivi: pace duratura, sviluppo delle infrastrutture continentali e progressi dell’istruzione”. Il resto del mondo, a cominciare da paesi come la Francia e l’Inghilterra in Europa, ma anche gli Stati Uniti d’America, deve rinunciare a rapporti bilaterali con i singoli paesi africani, rafforzando al tempo stesso l’Unione Africana (UA) e favorendo un ruolo d’integrazione dell’intero continente, un’attitudine perseguita sin dal primo momento dall’Unione Europea (UE) che come tale non ha retaggi coloniali. Per gli aiuti all’Africa, Prodi ha inoltre raccomandato’applicazione di un principio di “non condizionalità”, ovvero di erogarli senza porre condizioni. Dopo aver ricordato che pur esistendo ancora situazioni difficili come in Somalia, nella Repubblica democratica del Congo, in Costa d’Avorio e nell’intera regione dei Grandi Laghi oltre che in Sudan per la regione del Darfur, Prodi - che è stato a capo di un gruppo Onu per il miglioramento delle operazioni di peacekeeping in Africa - ha sottolineato che comunque “negli ultimi 15 anni, i conflitti sono stati calanti, anche se hanno lasciato enormi ferite”; le situazioni di conflitto, ha aggiunto, sono diventate inoltre per lo più interne ai singoli paesi. Numerose le testimonianze personali di Prodi tratte dalla sua intensa e continua attività internazionale e dai viaggi soprattutto in Africa e in Asia che consentono una prospettiva internazionale di ampio respiro rispetto al passato, al presente e al futuro dell’Africa a cui, nell’interesse stesso dell’intero pianeta, dovrebbero concordemente partecipare, senza distruttive forme di concorrenza ne fariseismi, Onu, UE, Stati Uniti d’America e Cina, accanto all’UA. Citando alcuni esempi della presenza cinese in Africa - “dove la Cina corre come un gatto” - Prodi ha ricordato che “per la prima volta nella storia dell’umanità, un paese esporta in maniera organica capitali, tecnologie e uomini” ottenendo una “generale approvazione” da molti governi africani. Tra i casi sui quali Prodi ha offerto una testimonianza personale, in base a colloqui con il presidente Abdelaziz Bouteflika, quello dell’Algeria dove Pechino ha realizzato - a prezzi equivalenti alla metà di quelli chiesti da altri concorrenti internazionali - un programma di case popolari, in seguito al quale migliaia di lavoratori cinesi si sono poi stabiliti nel paese africano e vi hanno messo su famiglia. Secondo il quotidiano economico inglese “Financial Times”, citato dallo stesso Prodi, i cinesi rimasti in Algeria sarebbero già 30.000. Citando un altro incontro avuto di recente a Singapore, Prodi ha aggiunto che anche in Asia si discute di rapporti tra l’Africa da una parte e la Cina e il resto del mondo, al punto che “l’Africa è diventata un parametro, un punto di massimo confronto tra grandi strategie politiche” . Tenendo presente queste realtà e “finendola con il bilateralismo e la concorrenza” l’Africa, integrandosi con l’aiuto genuino del resto del mondo, può diventare “un continente in sviluppo e non una palestra di esercitazioni tra grandi potenze” in cui gli africani verrebbero strumentalizzati come già è accaduto in passato. Applaudito più volte, Prodi - che ha spaziato anche su numerosi altri argomenti minori - ha poi partecipato a un vivace dibattito con numerosi interlocutori africani e internazionali, alcuni politici italiani ed esponenti della società civile e di altri settori impegnati per l’Africa. L’impegno della Fondazione Basso per il continente africano - che risale al 1976 e negli ultimi anni ha incluso l’istituzione di “borse di lavoro” per cittadini africani - è stato riassunto da Luca Muzi della sezione internazionale della Fondazione, che ha anche sinteticamente ripercorso il ciclo di lezioni a cui nei mesi scorsi avevano partecipato docenti e giornalisti di diversi paesi, anche africani, tra i quali, sul tema dell’informazione in Africa, anche il direttore responsabile della MISNA. La lezione conclusiva del “corso africano” verrà tenuta il 18 Giugno dallo spagnolo Rafael Grasa, docente di relazioni internazionali dell’ “Universidad autonoma de Barcelona”,sul tema “L’Africa, l’economia globale e le relazioni tra i popoli “.
Agenzia Misna - Lo ha detto stasera alla MISNA Romano Prodi, ex-presidente della Commissione Europea (1999-2004) e due volte presidente del consiglio italiano, a margine della sua ‘Lectio magistralis’ “Una politica per l’Africa” tenuta a Roma, a Palazzo Marini (Camera dei deputati), come penultima conferenza del XV corso di formazione e perfezionamento sul diritto dei popoli” organizzato dalla Fondazione Lelio Basso, cominciato in Gennaio e interamente dedicato all’Africa. Presentato da don Luigi Ciotti, che lo ha definito “un amico, un grande politico, ma soprattutto un uomo onesto”, Prodi, dopo l’inevitabile riferimento ai Mondiali di calcio con cui ha aperto anche la sua lezione, ha sottolineato di aver scelto un argomento di macropolitica - rifacendosi anche alla recente Conferenza di alto livello “Africa, 53 paesi, un’unione” organizzata in Maggio a Bologna dalla sua Fondazione per la cooperazione tra i popoli - perchè “senza un disegno politico preciso tutto il resto va a finire in niente”. Un disegno politico che, come già affermato dal documento conclusivo di Bologna - sottoscritto da politici africani ed esperti internazionali - in Africa deve mirare soprattutto a tre obiettivi: pace duratura, sviluppo delle infrastrutture continentali e progressi dell’istruzione”. Il resto del mondo, a cominciare da paesi come la Francia e l’Inghilterra in Europa, ma anche gli Stati Uniti d’America, deve rinunciare a rapporti bilaterali con i singoli paesi africani, rafforzando al tempo stesso l’Unione Africana (UA) e favorendo un ruolo d’integrazione dell’intero continente, un’attitudine perseguita sin dal primo momento dall’Unione Europea (UE) che come tale non ha retaggi coloniali. Per gli aiuti all’Africa, Prodi ha inoltre raccomandato’applicazione di un principio di “non condizionalità”, ovvero di erogarli senza porre condizioni. Dopo aver ricordato che pur esistendo ancora situazioni difficili come in Somalia, nella Repubblica democratica del Congo, in Costa d’Avorio e nell’intera regione dei Grandi Laghi oltre che in Sudan per la regione del Darfur, Prodi - che è stato a capo di un gruppo Onu per il miglioramento delle operazioni di peacekeeping in Africa - ha sottolineato che comunque “negli ultimi 15 anni, i conflitti sono stati calanti, anche se hanno lasciato enormi ferite”; le situazioni di conflitto, ha aggiunto, sono diventate inoltre per lo più interne ai singoli paesi. Numerose le testimonianze personali di Prodi tratte dalla sua intensa e continua attività internazionale e dai viaggi soprattutto in Africa e in Asia che consentono una prospettiva internazionale di ampio respiro rispetto al passato, al presente e al futuro dell’Africa a cui, nell’interesse stesso dell’intero pianeta, dovrebbero concordemente partecipare, senza distruttive forme di concorrenza ne fariseismi, Onu, UE, Stati Uniti d’America e Cina, accanto all’UA. Citando alcuni esempi della presenza cinese in Africa - “dove la Cina corre come un gatto” - Prodi ha ricordato che “per la prima volta nella storia dell’umanità, un paese esporta in maniera organica capitali, tecnologie e uomini” ottenendo una “generale approvazione” da molti governi africani. Tra i casi sui quali Prodi ha offerto una testimonianza personale, in base a colloqui con il presidente Abdelaziz Bouteflika, quello dell’Algeria dove Pechino ha realizzato - a prezzi equivalenti alla metà di quelli chiesti da altri concorrenti internazionali - un programma di case popolari, in seguito al quale migliaia di lavoratori cinesi si sono poi stabiliti nel paese africano e vi hanno messo su famiglia. Secondo il quotidiano economico inglese “Financial Times”, citato dallo stesso Prodi, i cinesi rimasti in Algeria sarebbero già 30.000. Citando un altro incontro avuto di recente a Singapore, Prodi ha aggiunto che anche in Asia si discute di rapporti tra l’Africa da una parte e la Cina e il resto del mondo, al punto che “l’Africa è diventata un parametro, un punto di massimo confronto tra grandi strategie politiche” . Tenendo presente queste realtà e “finendola con il bilateralismo e la concorrenza” l’Africa, integrandosi con l’aiuto genuino del resto del mondo, può diventare “un continente in sviluppo e non una palestra di esercitazioni tra grandi potenze” in cui gli africani verrebbero strumentalizzati come già è accaduto in passato. Applaudito più volte, Prodi - che ha spaziato anche su numerosi altri argomenti minori - ha poi partecipato a un vivace dibattito con numerosi interlocutori africani e internazionali, alcuni politici italiani ed esponenti della società civile e di altri settori impegnati per l’Africa. L’impegno della Fondazione Basso per il continente africano - che risale al 1976 e negli ultimi anni ha incluso l’istituzione di “borse di lavoro” per cittadini africani - è stato riassunto da Luca Muzi della sezione internazionale della Fondazione, che ha anche sinteticamente ripercorso il ciclo di lezioni a cui nei mesi scorsi avevano partecipato docenti e giornalisti di diversi paesi, anche africani, tra i quali, sul tema dell’informazione in Africa, anche il direttore responsabile della MISNA. La lezione conclusiva del “corso africano” verrà tenuta il 18 Giugno dallo spagnolo Rafael Grasa, docente di relazioni internazionali dell’ “Universidad autonoma de Barcelona”,sul tema “L’Africa, l’economia globale e le relazioni tra i popoli “.| Tweet |
Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.