venerdì, giugno 11, 2010
Mentre il distretto di Kandhamal torna lentamente alla pace, lo Stato dell’Orissa continua ad essere teatro di persecuzione contro i cristiani.

Radio Vaticana - Un giovane cristiano è stato picchiato, torturato e trascinato al centro del suo villaggio, dove i suoi persecutori l’hanno “fatto tornare” all’induismo con una cerimonia. L’8 giugno, un gruppo composto da 6 estremisti indù ha attaccato una famiglia cristiana del distretto di Nuapada: il giovane Bhakta Bivar (19 anni) è stato ferito in maniera grave. I sei hanno inflitto gravi danni alla casa, dove vivono anche Neheru e Budhabari Bivar, genitori di Bhakta: il loro piano era quello di uccidere tutti e tre, ma i genitori non erano in casa. Mentre tenevano fermo il ragazzo, gli assalitori hanno trovato e buttato via quattro Bibbie; subito dopo, hanno iniziato a torturarlo. Alla fine l’hanno trascinato fuori con la forza e, fra insulti e violenze, l’hanno trascinato fino al tempio indù del villaggio: qui, continuando a picchiarlo, l’hanno “riconvertito” all’induismo. La polizia locale è intervenuta il giorno dopo l’accaduto. Il sovrintendente Bibek Rath ha arrestato cinque dei sei assalitori. Al momento sono incriminati, ma a piede libero. Sajan K George, presidente nazionale del Consiglio globale dei cristiani indiani, spiega ad AsiaNews: “Ci sono interessi nascosti, dietro le minacce e le violenze alla comunità cristiana dell’Orissa. Proprio mentre questa minoranza riprendeva lentamente a vivere, dopo i pogrom del 2008, ecco che ripartono le violenze”.


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