domenica, maggio 09, 2010
Una corsa contro il tempo per la scelta del piano di aiuti, l'ultima proposta fatta da presidenza spagnola, chieste altre misure a Madrid e Lisbona.

Ansa.it - Il piano di aiuti per i paesi della zona dell'euro in difficoltà ammonterebbe a 600 miliardi di euro, secondo l'ultima proposta fatta dalla presidenza spagnola di turno della Ue. Se accolto dagli Stati membri, il piano di aiuti finanziari sarebbe senza precedenti nella storia dei salvataggi. I 600 miliardi sarebbero così composti: 60 miliardi di garanzie dalla Commissione Ue, 440 miliardi di garanzie dagli Stati membri e 100 miliardi di euro di linee di credito messe a disposizione - se necessario - dal Fondo monetario internazionale.

Nelle conversazioni telefoniche intercorse oggi tra Obama, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, sono servite - riferiscono fonti - a rafforzare l'asse con Washington per la partecipazione del Fmi. Il modello che verrebbe seguito per le garanzie degli stati membri sarebbe lo stesso usato per il caso Grecia. Germania e Olanda si sono opposte al sistema di garanzie che era stato individuato nella proposta della Commissione. "E' un'arma formidabile contro la speculazione", commentano fonti diplomatiche. "Se Francia e Germania sono unite e determinate è impossibile che la speculazione attacchi paesi come la Spagna o il Portogallo".

Spagna e Portogallo dovranno impegnarsi ad adottare misure aggiuntive per la correzione del deficit. La richiesta - secondo quanto si apprende - è arrivata nel corso della riunione dell'Ecofin. Sia Madrid che Lisbona quest'anno dovranno realizzare manovre aggiuntive pari all'1,5% del Pil. Nel 2011 la correzione dovrà essere pari al 2%.

La Germania aveva proposto un piano di aiuti finanziari per i paesi della zona euro in difficoltà pari ad una cifra di 500 miliardi di euro, con la partecipazione del Fondo monetario internazionale. Il piano 'tedesco' includerebbe i 60 miliardi di euro di prestiti raccolti sul mercato dalla Commissione Ue e 440 miliardi di euro che sarebbero apportati, se necessario, dai Paesi della zona dell'euro e dall'Fmi. Il meccanismo si baserebbe su prestiti bilaterali di garanzia per le emissioni e linee di credito del Fondo di Washington.

I ministri finanziari della Ue - riuniti in seduta straordinaria a Bruxelles - si apprestano a varare il piano 'salva-Stati', contro la speculazione sui mercati che sta minacciando seriamente la stabilità della zona euro. Sul tavolo la proposta della Commissione Ue che - dopo l'accordo di venerdì notte tra i sedici leader dell'Eurozona - ha messo nero su bianco un meccanismo di 'pronto intervento' per aiutare i Paesi che dovessero trovarsi in difficoltà simili a quelle della Grecia.

Ma a gelare il clima dell'Ecofin - in corso oramai da diverse ore - è stata Londra, col cancelliere dello Scacchiere, Alistair Darling, che a chiare lettere ha detto 'no' alla partecipazone del Regno Unito al salvataggio di Paesi dell'Eurozona. Quella di Londra, però, appare al momento come una voce fuori dal coro. Resiste, infatti, l'asse franco-tedesco, col presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel che in una conversazione telefonica hanno ribadito il loro "pieno accordo" sulle misure che dovrebbero essere annunciate in serata. Sia la Merkel, per la seconda volta in tre giorni, sia Sarkozy, hanno anche ricevuto una telefonata dal presidente Usa, Barack Obama che ha insistito sulla necessità di "una risposta forte" e di "passi decisivi" che devono essere intrapresi dai Paesi della Ue per ridare fiducia ai mercati. La discussione al tavolo dell'Ecofin - che si svolge mentre a Basilea è in corso un vertice della Bce coi banchieri centrali europei - è ancora molto aperta. (continua
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