lunedì, maggio 10, 2010
della nostra redattrice Monica Cardarelli

Dal 9 al 16 maggio si svolge a Caserta la V edizione del Festival della comunicazione, ideato per promuovere la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, il cui scopo è sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema ogni anno diverso e il cui programma prevede numerosi eventi, incontri culturali, convegni, concerti organizzati dai centri apostolici delle Paoline e Paolini sparsi in tutta Italia. La 44° Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali ha per tema: “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale. I nuovi mezzi della comunicazione sociale a servizio della Parola”. Senza dubbio, la comunicazione riveste un’importanza notevole nella società attuale e l’attenzione che viene rivolta a questo tema è grande. È altrettanto evidente il cambiamento sociale e culturale che interessa negli ultimi anni le nostre abitudini quotidiane e, non per ultima, la comunicazione: innumerevoli gli strumenti di comunicazione che stanno invadendo il nostro habitat e che vengono sempre più perfezionati. Personal computer, notebook, palmari, skype, facebook, twitter e molto altro ancora. Chi di noi ormai non scambia foto tramite email o pubblicandole sul profilo dei social network? Chi non utilizza quotidianamente messaggi email al posto delle lettere o delle semplici telefonate di una volta? Quante volte invece di telefonare si preferisce inviare un semplice ed immediato sms dal cellulare o dal personal computer? Dal videotelefono a skype, è affascinante l’uso che si può fare di questi strumenti che possono collegare persone in più parti del mondo.
Ma se ci fermiamo un attimo a pensare a quanto ci sta succedendo, ci rendiamo conto che, forse, non parliamo più. Questi stessi strumenti “di comunicazione” rischiano infatti di isolare le persone, senza nulla togliere alla loro utilità. A volte, infatti, partendo dall’idea di rimanere in contatto e essere in comunicazione con gli altri, si trascorre buona parte della giornata e della notte scambiando messaggi in un mondo tutto virtuale, fittizio, che in alcuni casi può creare allontanamento dalla realtà. Attraverso un computer si può dire e scrivere di tutto. Si può creare una realtà anche non corrispondente alla verità e, soprattutto, il rapporto è mediato dallo strumento e non è diretto.
I mezzi di comunicazione che utilizziamo sono sì efficaci proprio per l’immediatezza dell’informazione e, necessariamente, per la sintesi, ma come e quando utilizzarli? In questi giorni per esempio si parla molto di come soprattutto i giovani, ma non solo, utilizzino gli SMS per comunicare le proprie emozioni. È stato addirittura aperto un sito internet in cui è possibile scrivere necrologi e, soprattutto, far arrivare le proprie condoglianze.
Non c’è forse il rischio che tutto ciò rappresenti uno schermo che ci aiuta a ripararci dall’incontro con l’altro? La comunicazione prevede un contatto, umano, personale. Al di là della praticità di questi mezzi, cosa ci trattiene dal voler guardare l’altro negli occhi e dirgli cosa pensiamo, aspettare la sua risposta e affrontare così il confronto con lui? È così forte la paura del confronto e della relazione?
Come in tutte le cose, ciò che salva è l’equilibrio. Quel famoso ‘QB’ delle ricette di cucina. L’uso intelligente e consapevole di una miriade di strumenti di comunicazione importantissimi che aiutino l’occasione di incontro e di conoscenza dell’altro ma che non si sostituiscano ai momenti in cui possiamo scorgere da un sopracciglio aggrottato un motivo di stupore o dal sorriso appena accennato una gioia inaspettata. Così nei momenti in cui non possiamo guardare l’altro negli occhi, né ascoltare il suono della sua voce, possiamo però ricordarci il ritmo del suo respiro quando si emoziona, o il suo odore. Perché, per ora, tutto questo non si può inviare con un MMS, e mi auguro anzi che resti una prerogativa della memoria emotiva propria dell’essere umano.

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