Il sacerdote verbita Edward Sequeira, che ha subito la violenza del pogrom ed ha rischiato di essere bruciato vivo, dice ad AsiaNews: “Nessuno stupore, c’è una grande organizzazione che lavora contro di noi. Ma la Chiesa tornerà anche nei distretti rasi al suolo”. L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar: “Pronti ad andare in appello”.
Kandhamal (AsiaNews) – Una Corte di giustizia dell’Orissa ha assolto ieri i cinque estremisti indù che hanno lanciato l’assalto alla comunità cristiana e ne ha rilasciati altri diciassette per mancanza di prove. Il sacerdote verbita Edward Sequeira, che ha subito le violenze del pogrom anticristiano ed ha rischiato di essere bruciato vivo (cfr.: 04/09/2008 P. Edward, scampato al rogo in Orissa: I radicali indù sono terroristi).
Parlando ad AsiaNews dice: “Kandhamal continua a soffrire per le violenze religiose. Molti cristiani non sono tornati, perché hanno paura di essere riconvertiti a forza all’induismo. Ma io tornerò dai miei lebbrosi: hanno bisogno dell’amore della Chiesa”.
Il sacerdote, che ora vive in una parrocchia alla periferia del distretto, racconta: “Migliaia di persone sono sfollate, vivono sotto le tende come se fossero immigrati da altri Paesi. Riportare la normalità sembra impresa difficile: anche se la priorità è costruire le case, queste non procedono. Inoltre, non è neanche in programma la ricostruzione di chiese o istituzioni, mentre la sicurezza è ancora un grosso problema per i cristiani”.
Al momento, p. Sequeira è costretto a tenersi lontano dalla sua comunità per problemi di salute: “Sono qui per ordine del medico: ho ancora problemi respiratori e polmonari. Ma sono anche qui ‘in incognito’, perché ci sono ancora minacce contro di me. Faccio alcune visite non preannunciate al lebbrosario di Padampur: so che è rischioso ma voglio farlo, perché i lebbrosi sono coloro che hanno più bisogno di noi. I più poveri fra i poveri, emarginati e ostracizzati: vado spesso da loro per aiutarli come posso. La Chiesa ha sempre aiutato con amore e dignità queste persone, tutte di fede indù”.
Per quanto riguarda i verdetti emessi negli ultimi giorni, il verbita spiega: “Nel mio caso ho visto gli assalitori rilasciati su cauzione: sono liberi. Ma va detto che c’è una grande organizzazione, ostile ai cristiani, che è potente e violenta: è comprensibile che i testimoni si siano tirati indietro o siano divenuti ostili alle vittime. Queste sono persone che devono vivere ogni giorno accanto a coloro che dovrebbero accusare. Altri testimoni, poi, non vengono neanche presi in considerazione dai tribunali perché sono poveri e di caste basse. Persino in aula vengono minacciati dagli estremisti della destra nazionalista”.
L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, mons. Cheenath, spiega: “La Chiesa è molto preoccupata dall’alto tasso di assoluzione in queste Corti. Le nostre autorità in materia stanno studiando i verdetti, cercando di capire da dove nascano. Se troveremo qualcosa di sospetto, siamo pronti ad appellarci all’Alta Corte. Ma, dopo i pogrom anti-cristiani, abbiamo presentato 3.232 denunce: soltanto 832 sono state prese in considerazione. Per non parlare del clima di violenza che si respira dentro e fuori i tribunali”.
Sajan K Gorge, presidente del Consiglio globale dei cristiani indiani, conclude: “La credibilità di coloro che hanno condotto le indagini e i processi è tutta da dimostrare. Anche perché l’ideologia nazionalista è incastonata nei dirigenti locali. Di tutti i processi svolti, soltanto 89 persone sono state condannate; 251 sono state rilasciate immediatamente”.
Kandhamal (AsiaNews) – Una Corte di giustizia dell’Orissa ha assolto ieri i cinque estremisti indù che hanno lanciato l’assalto alla comunità cristiana e ne ha rilasciati altri diciassette per mancanza di prove. Il sacerdote verbita Edward Sequeira, che ha subito le violenze del pogrom anticristiano ed ha rischiato di essere bruciato vivo (cfr.: 04/09/2008 P. Edward, scampato al rogo in Orissa: I radicali indù sono terroristi).
Parlando ad AsiaNews dice: “Kandhamal continua a soffrire per le violenze religiose. Molti cristiani non sono tornati, perché hanno paura di essere riconvertiti a forza all’induismo. Ma io tornerò dai miei lebbrosi: hanno bisogno dell’amore della Chiesa”.
Il sacerdote, che ora vive in una parrocchia alla periferia del distretto, racconta: “Migliaia di persone sono sfollate, vivono sotto le tende come se fossero immigrati da altri Paesi. Riportare la normalità sembra impresa difficile: anche se la priorità è costruire le case, queste non procedono. Inoltre, non è neanche in programma la ricostruzione di chiese o istituzioni, mentre la sicurezza è ancora un grosso problema per i cristiani”.
Al momento, p. Sequeira è costretto a tenersi lontano dalla sua comunità per problemi di salute: “Sono qui per ordine del medico: ho ancora problemi respiratori e polmonari. Ma sono anche qui ‘in incognito’, perché ci sono ancora minacce contro di me. Faccio alcune visite non preannunciate al lebbrosario di Padampur: so che è rischioso ma voglio farlo, perché i lebbrosi sono coloro che hanno più bisogno di noi. I più poveri fra i poveri, emarginati e ostracizzati: vado spesso da loro per aiutarli come posso. La Chiesa ha sempre aiutato con amore e dignità queste persone, tutte di fede indù”.
Per quanto riguarda i verdetti emessi negli ultimi giorni, il verbita spiega: “Nel mio caso ho visto gli assalitori rilasciati su cauzione: sono liberi. Ma va detto che c’è una grande organizzazione, ostile ai cristiani, che è potente e violenta: è comprensibile che i testimoni si siano tirati indietro o siano divenuti ostili alle vittime. Queste sono persone che devono vivere ogni giorno accanto a coloro che dovrebbero accusare. Altri testimoni, poi, non vengono neanche presi in considerazione dai tribunali perché sono poveri e di caste basse. Persino in aula vengono minacciati dagli estremisti della destra nazionalista”.
L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, mons. Cheenath, spiega: “La Chiesa è molto preoccupata dall’alto tasso di assoluzione in queste Corti. Le nostre autorità in materia stanno studiando i verdetti, cercando di capire da dove nascano. Se troveremo qualcosa di sospetto, siamo pronti ad appellarci all’Alta Corte. Ma, dopo i pogrom anti-cristiani, abbiamo presentato 3.232 denunce: soltanto 832 sono state prese in considerazione. Per non parlare del clima di violenza che si respira dentro e fuori i tribunali”.
Sajan K Gorge, presidente del Consiglio globale dei cristiani indiani, conclude: “La credibilità di coloro che hanno condotto le indagini e i processi è tutta da dimostrare. Anche perché l’ideologia nazionalista è incastonata nei dirigenti locali. Di tutti i processi svolti, soltanto 89 persone sono state condannate; 251 sono state rilasciate immediatamente”.
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