venerdì, aprile 02, 2010
Polemiche per l'utilizzo dei dati personali di centinaia di studenti universitari islamici. "Schedati" dalla polizia che indaga sul fallito attentato di Natale a Detroit.

di Giorgio Caccamo

PeaceReporter - Le indagini sul fallito attentato di Natale sul volo per Detroit rischiano di scatenare l'ennesima "caccia alle streghe" contro i musulmani. Almeno questo è quanto emergerebbe dalle proteste vivaci di studenti universitari e gruppi islamici in Gran Bretagna. Infatti la polizia e i servizi di sicurezza di Londra avrebbero schedato i dati personali - nomi, telefoni, indirizzi - di un migliaio di studenti britannici musulmani, dati che saranno forniti alla Cia e alle altre agenzie di intelligence statunitensi. La notizia ha suscitato l'indignazione e la protesta della comunità islamica in Gran Bretagna e soprattutto la preoccupazione degli studenti, estranei al fondamentalismo. Ora però i loro nomi rischiano di essere inseriti nelle liste internazionali degli individui sotto osservazione. Come se non bastasse, gli agenti hanno perquisito anche le abitazioni di almeno cinquanta universitari.
La vicenda ha alimentato polemiche e timori sull'utilizzo dei dati sensibili da parte delle autorità. Questa settimana anche alcuni parlamentari di Westminster hanno criticato le politiche del governo in materia di terrorismo, che causerebbero un ulteriore isolamento della comunità islamica britannica. Le informazioni personali sulla vita privata degli studenti musulmani dello University College di Londra (Ucl) sarebbero state fornite alla polizia dal sindacato degli studenti. Gli inquirenti si erano recati all'Ucl nello scorso gennaio, per indagare sul tentato attacco terroristico di Natale. Umar Farouk Abdulmutallab, il ragazzo nigeriano che ha tentato di farsi esplodere a bordo del volo Amsterdam-Detroit, aveva studiato infatti per tre anni all'Ucl, ed era stato a capo della Islamic Society del college (Uclisoc) nel 2006-2007. La polizia ha contattato inizialmente la società islamica universitaria, che però si è rifiutata di consegnare le informazioni richieste. "Ero preoccupato sul trattamento dei dati. Durante un incontro con la Polizia Metropolitana, ci hanno detto che avrebbero conservato i dati per sette anni, e li avrebbero condivisi con altre agenzie se li avessero richiesti. Naturalmente mi sono preoccupato molto di cosa volessero fare con queste informazioni", ha dichiarato il presidente dell'Uclisoc, Mojeed Adams-Mogaji.

Non è però la prima volta che le autorità di polizia britanniche effettuano vere e proprie "schedature etniche" di studenti musulmani; già tra il 2005 e il 2007 all'università scozzese di Dundee, una sezione speciale della polizia ha preso di mira gruppi religiosi potenzialmente pericolosi ed estremisti. La società islamica ha scelto come suo rappresentante legale Gareth Peirce, il noto avvocato che si occupa di diritti umani. Peirce ha definito "completamente inappropriate" le azioni della polizia e dei servizi, ma è andata oltre. Se Abdulmutallab fosse stato membro di un'associazione senza esplicite connotazioni religiose o etniche, allora la ricerca dei dati personali sarebbe stata giustificata; però in questo caso si alimenta la paura che la comunità musulmana è una comunità pericolosa. La privacy degli studenti è stata violata solo perché si tratta di studenti musulmani. Molti degli attuali aderenti all'Uclisoc, schedati dalla polizia, sono giovani studenti o addirittura matricole, comunque persone che non hanno mai conosciuto Abdulmutallab, che si è laureato nel 2008. La stessa associazione, peraltro, ha organizzato in passato dibattiti e manifestazioni pacifiche contro le condotte discutibili di Usa e Gran Bretagna nella cosiddetta "guerra al terrore".

Da parte dell'Uclisoc e di altre organizzazioni islamiche, tuttavia, si sono levate proteste anche contro le autorità dell'ateneo, in particolare il sindacato studentesco. Adams-Mogaji ha riferito che il coordinamento delle associazioni studentesche avrebbe fornito i dati degli studenti musulmani della facoltà di Medicina anche senza la diretta richiesta della polizia. Gli studenti musulmani non si sentono tutelati dal sindacato unitario e hanno perso la fiducia nelle istituzioni comuni. La Polizia Metropolitana sostiene che le indagini all'Ucl sono solo una parte di tutto l'impianto investigativo su Abdulmutallab, assicurando che i dati ottenuti saranno trattati con cautela e serietà.

L'esito delle indagini sarà con ogni probabilità positivo per i ragazzi dell'Uclisoc e delle altre società musulmane del college di Londra. Ma il prezzo saranno la violazione del loro diritto alla riservatezza e soprattutto l'inserimento dei loro nomi nella watchlist del terrorismo internazionale.


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