Una storica condanna a 25 anni di carcere, da scontare in una prigione comune, è stata inflitta a Reynaldo Bignone, 82 anni, ultimo dittatore del regime militare che governò l’Argentina tra il 1976 e il 1983.
Agenzia Misna - Unico ex-gerarca a non essere ancora stato processato, l’ex-presidente ‘de facto’, che ha difeso la repressione degli oppositori nel suo intervento in aula precedente la sentenza, è stato riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità: tra questi, 29 casi di ‘sparizione forzata’, 15 ‘privazioni illegali della libertà’ e 38 casi di torture inflitti ai prigionieri politici relegati nella base militare di Campo de Mayo, nella provincia di Buenos Aires, il centro di detenzione clandestina di cui fu vice-comandante e in cui transitarono almeno 5000 oppositori. Stessa condanna è stata inflitta anche all’allora comandante degli istituti militari, il generale a riposo Santiago Omar Riveros, e all’ex-capo dei servizi segreti, generale Fernando Ezequiel Verplaetsen. Condannati a 18 anni di carcere anche i generali a riposo Jorge Osvaldo García e Carlos Alberto Tepedino, a 17 anni Eugenio Guañabens Perelló; unico assolto il commissario della polizia ‘bonaerense’ Germán Montenegro. Al momento della lettura del verdetto i gerarchi sono usciti dall’aula, dove erano presenti almeno 500 persone, alcune delle quali esibivano fotografie con il volto delle vittime, inclusi numerosi giornalisti locali e stranieri; presenti anche Estela de Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo. Pignone, ricorda l’agenzia argentina ‘Telam’, deve ancora rispondere della ‘sparizione’ di un medico e di un infermiere e della detenzione illegale e delle torture inflitte a 40 impiegati del ‘Policlínico Posadas’ di Haedo, occupato dai militari nel Marzo 1976. Pesa su di lui un altro rinvio a giudizio per la scomparsa di due coscritti del ‘Colegio Militar de la Nación’: a seguito dell’imputazione, l’allora presidente Néstor Kirchner ordinò di togliere la sua effigie dalla galleria fotografica degli ex-direttori dell’istituto nel Marzo 2004.
Agenzia Misna - Unico ex-gerarca a non essere ancora stato processato, l’ex-presidente ‘de facto’, che ha difeso la repressione degli oppositori nel suo intervento in aula precedente la sentenza, è stato riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità: tra questi, 29 casi di ‘sparizione forzata’, 15 ‘privazioni illegali della libertà’ e 38 casi di torture inflitti ai prigionieri politici relegati nella base militare di Campo de Mayo, nella provincia di Buenos Aires, il centro di detenzione clandestina di cui fu vice-comandante e in cui transitarono almeno 5000 oppositori. Stessa condanna è stata inflitta anche all’allora comandante degli istituti militari, il generale a riposo Santiago Omar Riveros, e all’ex-capo dei servizi segreti, generale Fernando Ezequiel Verplaetsen. Condannati a 18 anni di carcere anche i generali a riposo Jorge Osvaldo García e Carlos Alberto Tepedino, a 17 anni Eugenio Guañabens Perelló; unico assolto il commissario della polizia ‘bonaerense’ Germán Montenegro. Al momento della lettura del verdetto i gerarchi sono usciti dall’aula, dove erano presenti almeno 500 persone, alcune delle quali esibivano fotografie con il volto delle vittime, inclusi numerosi giornalisti locali e stranieri; presenti anche Estela de Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo. Pignone, ricorda l’agenzia argentina ‘Telam’, deve ancora rispondere della ‘sparizione’ di un medico e di un infermiere e della detenzione illegale e delle torture inflitte a 40 impiegati del ‘Policlínico Posadas’ di Haedo, occupato dai militari nel Marzo 1976. Pesa su di lui un altro rinvio a giudizio per la scomparsa di due coscritti del ‘Colegio Militar de la Nación’: a seguito dell’imputazione, l’allora presidente Néstor Kirchner ordinò di togliere la sua effigie dalla galleria fotografica degli ex-direttori dell’istituto nel Marzo 2004.| Tweet |
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