martedì, marzo 23, 2010
Il nostro Carlo Mafera ci racconta la lezione di Padre Salvatore Perrella su Giovanni Paolo II, in occasione del XV sabato mariano

Padre Salvatore Perrella è nato a Napoli il 16 aprile 1952; presbitero dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato filosofia e teologia a Napoli, Firenze e Roma. Sin dall’anno accademico 1987-1988 insegna in qualità di docente di dogmatica e mariologia alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum, di cui è Vice-Preside e Coordinatore del corso di Licenza/Laurea, divenendo il 30 giugno 2009 anche professore ordinario della cattedra di dogmatica e mariologia. Il 21 marzo, nella basilica di S.Maria in via Lata a Roma, ha presentato la figura sacerdotale del grande e amato Papa Karol Woytila nella conferenza dei sabati mariani dal titolo: «Giovanni Paolo II, "doctor marianus" del nostro tempo». “Cerchiamo di giustificare questo titolo - ha esordito Padre Perrella - Nello stemma episcopale e pontificio di Giovanni Paolo campeggiano infatti una Croce, evidente riferimento a Cristo crocifisso, e la lettera M, iniziale del nome di Maria di Nazareth, la Madre verginale e la Discepola fedele di Gesù Signore. Il motto Totus tuus indica l’affidamento totale del grande Pontefice alla Madre del Signore.”

“Il pontificato di Karol Wojtyla, si legge nel documento che padre Perrella ha distribuito, è stato segnato da una forte connotazione mariana: il 25 marzo 1983, ricorrendo l’Anno giubilare della Redenzione, il Pontefice, in comunione con tutti i Vescovi, rinnovava l’affidamento del mondo al Cuore Immacolato di Maria, secondo un’indicazione del messaggio della Vergine a Cova d’Iria-Fatima, affidamento che ripeteva solennemente durante il Grande Giubileo del 2000; il 25 marzo 1987, al termine della lettera enciclica Redemptoris Mater, stabiliva la celebrazione dell’Anno Mariano (7 giugno1987 – 15 agosto 1988) quale preparazione, ricordando la Madre, alla celebrazione, nell’anno 2000, del bimillenario della nascita del Figlio di Dio.” Dal documento che ha distribuito è importante questa frase “ L’insegnamento di questo grande Servo di Dio, inoltre, esprime chiara e forte la convinzione che nella Madre del Redentore e nella stessa mariologia, osservava acutamente il cardinale Joseph Ratzinger, collaboratore ed amico, «si incontrano tutti i grandi temi della fede».” Padre Salvatore Perrella ha parlato a braccio toccando i punti che sono stati messi in evidenza nella relazione scritta dalla quale si evince l’importanza di una delle prime encicliche e infatti egli dice “L’enciclica Redemptoris Mater, del marzo 1987, è senza dubbio il più importante documento del magistero mariano di Giovanni Paolo II. Essa reca un significativo contributo alla dottrina mariana della Chiesa cattolica soprattutto per quel che riguarda il cammino di fede di Maria, la sua mediazione materna, la specifica dimensione mariana della spiritualità cristiana, la maternità spirituale di Maria nei riguardi della Chiesa e dei singoli cristiani, la natura della presenza di Maria nella vita della Chiesa e delle Chiese cristiane. La struttura organica e dottrinale dell’enciclica in qualche modo si ispira a quella proposta dal Vaticano II nel capitolo VIII della Lumen gentium: la Redemptoris Mater consta di una Introduzione (cf. RM 1-6); di una Prima parte intitolata Maria nel mistero di Cristo, nei tre paragrafi significativamente intitolati «Piena di Grazia» (RM 7-11); «Beata colei che ha creduto» (RM 12-19); «Ecco la tua madre» (RM 20-24), ove il Santo Padre accompagna il lettore con una riflessione essenzialmente biblica incentrata sul cammino di fede compiuto anche dalla Madre di Gesù nell’accogliere, servire e comprendere il mistero e l’evento trascendente, antropologico e messianico del Figlio ricevuto come dono inestimabile e verginale dall’Alto. Fin dall’inizio dell’enciclica, inoltre, Giovanni Paolo II inserisce la Vergine nel contesto della storia della salvezza, ponendo in evidenza il suo stretto legame col Figlio-Signore (poiché «solo nel mistero di Cristo si chiarisce pienamente il suo mistero»: RM, 4) e con la Chiesa in cammino, sottolineandone la presenza all’interno della stessa storia, “spazio” in cui continua ancora la lotta tra la Donna e il serpente, «lotta che accompagna la storia dell’umanità sulla terra e la storia stessa della salvezza» (RM, 11), poiché il nucleo centrale della storia della salvezza è costituito dalla libertà dell’uomo, che può scegliere o rifiutare Cristo, accogliendo o respingendo l’influsso dello Spirito e la generosa misericordia del Padre. La fede di Maria, la sua santità, il suo accogliere con splendida e vera umiltà e docilità la volontà divina in tutte le circostanze della vita, il suo cooperare con Cristo e con lo Spirito per la salvezza degli uomini, l’inimicizia e la lotta intrapresa nella vita e continuata nella comunione dei santi, nel cielo, contro il male e il Maligno, evidentemente vengono partecipate alla stessa Chiesa, come insegna lo stesso Giovanni Paolo II nella Redemporis Mater 25-28. Tutto ciò si «trasmette ad un tempo mediante la conoscenza e il cuore; si acquista o riacquista continuamente mediante la preghiera» (RM 28). La seconda parte dell’enciclica, intitolata La Madre di Dio al centro della Chiesa in cammino, possiede dei paragrafi intitolati «La Chiesa, popolo di Dio radicato in tutte le nazioni della terra» (RM, 25-28); «Maria nella vita della Chiesa e di ogni cristiano» (RM, 29-34); «Il “Magnificat” della Chiesa in cammino» (RM, 35-37), ove Giovanni Paolo II, pur riferendosi alla dottrina emanata dal Vaticano II, presenta la comunità ecclesiale nel suo significato vivo, concreto, dinamico, di popolo di Dio in cammino fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio; Chiesa impegnata, come la Madre e Serva del Signore, a prestare quotidianamente l’“obbedienza della fede” al rivelarsi del Dio trinitario ed all’attuarsi nel tempo e nella storia del suo progetto di salvezza. Popolo di Dio che purtroppo subisce e vive lo scandalo della divisione e degli storici dissapori non del tutto appianati. La Terza parte dell’enciclica Redemptoris Mater intitolata Mediazione materna (cf. RM, 38-50) sviluppa alcune tematiche sul rapporto continuativo fra la Madre del Redentore e la Chiesa, “Il grande tema della “mediazione materna” è uno dei cardini del documento di Giovanni Paolo II, - ha spiegato nel documento Padre Perrella - vero e proprio approfondimento e completamento dell’insegnamento conciliare presente in Lumen gentium , dove viene asserito che la maternità di Maria nell’economia della grazia si prolunga fino alla fine dei tempi e si configura come un salutiferum munus, ordinato cioè ad ottenere agli uomini redenti “i doni della salvezza eterna”. Il concetto di mediazione ritrova con ciò il suo valore; l’enciclica wojtyłiana presenta la mediazione mariana come partecipazione alla fontale e sovrana opera del Mediatore. “Si deve tuttavia osservare – precisa nel documento padre Perrella - che il Concilio Vaticano II parla di «funzione materna» o di «funzione subordinata» della Madre del Salvatore, evitando, sembra, il termine «mediazione», mentre in effetti questa funzione materna è una forma specifica di mediazione. Impiegando sistematicamente il termine di «mediazione» l’enciclica Redemptoris Mater supera le reticenze che avevano segnato l’enunciazione della rinnovata proposta dottrinale del Vaticano II; essa previene, d’altronde, ogni obiezione, ponendo l’accento, come il Concilio,sull’unica mediazione di Cristo, dalla quale deriva e dipende quella della Madre e Serva nella redenzione del genere umano. Si ha poi, in breve, la conferma, secondo la presentazione-commento all’enciclica fatta dallo stesso Papa, che «l’indole cristologica del discorso sviluppato nell’enciclica si fonde con la dimensione ecclesiologica e con quella mariologica».Questa è la dimensione “trasversale” di Maria che padre Perrella ha messo in evidenza nell’introduzione della sua conferenza. “Ma la “trasversalità” di Maria raggiunge con Giovanni Paolo II un’accezione positiva” a fronte del giudizio negativo collegato a tale concetto. Per cui, a «scanso di equivoci o d’interpretazioni affrettate, non si tratta di una semplice esortazione alla devozione e alla pietà mariana da parte del popolo cristiano. “La lettera enciclica Redemptoris Mater, - ha sottolineato padre Salvatore Perrella nel documento - certo lunga e con una riflessione logica tipica di Giovanni Paolo II che ritorna più volte sugli stessi enunciati per approfondirli, è invece una trattazione biblica e teologica della dottrina mariologica, presente nel Nuovo Testamento, sviluppata dai Padri della Chiesa dell’Oriente e dell’Occidente, e messa in nuova luce dal Vaticano II, soprattutto nel capitolo VIII della Lumen gentium».” “Nell’ambito della mediazione celeste dell’immacolata Vergine Madre di Gesù, glorificata in cielo perché assunta in anima e corpo presso Dio, - spiega ancora il documento - si pongono i temi delicati e difficili della molteplice e operosa presenza di Lei nella nostra storia personale e collettiva; presenza attestata anche dalle autentiche apparizioni mariane ( o mariofanie), “dono” per la fede e “sfida” per la ragione. Padre Salvatore Perrella ha concluso la sua conferenza proprio facendo riferimento a questo tema e dicendo “…. Una cosa è, comunque, certa: negare o asserire aprioristicamente tali fenomeni è assolutamente scorretto e incongruo; i frutti spirituali insieme al discernimento ecclesiale, sono il miglior giudice dell’autenticità o meno dei fatti in questione.”

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