martedì, marzo 23, 2010
Dopo anni di lavoro, è stato portato a compimento il restauro del ciclo di affreschi che decorano il tiburio dell'Abbazia cistercense di Chiaravalle, a dieci chilometri dal cuore di Milano

Almanacco della Scienza - I lavori di restauro - eseguiti sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici di Milano dal laboratorio Nicola Restauri in Aramengo (TO) - sono iniziati nel 2002 con fondi ministeriali e sono stati ora portati a termine grazie ai finanziamenti erogati da Intesa Sanpaolo nell'ambito di Restituzioni, il programma di restauri promosso e curato dalla Banca. Il lungo intervento ha interessato l'impresa artistica più importante per qualità e completezza in Lombardia del periodo pre-rinascimentale, dove la narrazione si fonde con la poesia, raggiungendo un equilibrio perfettamente calibrato nei gesti solenni e nelle emozioni sempre delicate ed eleganti. Il restauro ha sancito la straordinaria decorazione pittorica trecentesca della chiesa dell'Abbazia di Chiaravalle Milanese, una delle più importanti pagine artistiche del Trecento italiano. L'imponente impresa pittorica coinvolge l'intero spazio interno del tiburio: sotto il cielo stellato della calotta della cupola, i quattro Evangelisti, accompagnati, con ogni probabilità, da altrettanti Profeti e Dottori della Chiesa, annunciano la sequenza di Santi e Beati connessi all'ordine cistercense delle pareti del tamburo. Il registro inferiore, narra le Storie della Vergine post Resurrectionem secondo il racconto diffuso della Legenda Aurea, legate alla morte e all'ascesa al cielo della Vergine. L'intervento di restauro è stato preceduto e accompagnato da analisi e indagini strumentali non distruttive, finalizzate allo studio delle fenomenologie di degrado, delle tecniche esecutive, dei materiali originali e di quelli utilizzati negli interventi precedenti. In questo modo è stata confermata la presenza di due maestri, il primo dei quali di provenienza lombarda, il cosiddetto "Primo Maestro di Chiaravalle", responsabile della decorazione della cupola della torre nolare e del ciclo del tamburo, e il secondo, identificato con Stefano fiorentino, ricordato da Giorgio Vasari nelle sue Vite come il miglior allievo di Giotto, cui si deve il ciclo con le Storie della Vergine . È stato inoltre possibile all'interno di quest'ultimo ciclo - considerato il più importante per qualità e completezza del periodo pre-rinascimentale in Lombardia - cogliere differenze stilistiche ed esecutive che attestano la presenza di altri pittori, probabilmente allievi e collaboratori dello stesso Stefano.

U.S.

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