mercoledì, novembre 04, 2009
Nello spazio dedicato dal Sole 24 ore alle aziende che stanno affrontando la crisi e nel modo in cui lo fanno si parla dell'esperienza di Mauro Saviola, l'imprenditore che ha messo in piedi un gruppo che lavora sul riciclo del legno e che vanta ad oggi di aver salvato ben 46.685.372 alberi, come sta scritto sul sito.


di Lucia Venturi

GreenReport
- La fortuna del gruppo di Viadana è partita dall'intuizione di riutilizzare il legno dei rami e dei tronchi che si accumulavano sulle sponde del Po, utilizzando un macchinario che Saviola vide in Germania; da lì alla realizzazione del primo pannello ecologico fatto interamente con legno proveniente dal riciclo la strada è stata breve, ma ricca di ulteriori elementi innovativi che hanno reso questa attività sempre più complessa e in grado di rispondere a diverse esigenze che si andavano mano a mano presentando. Come ad esempio le resine necessarie per tenere assieme i trucioli di legno. Nata anche in questo caso come risposta ai prezzi troppo alti delle colle imposti da parte dei fornitori, dal 1973 in poi il gruppo Saviola si è messo a produrre in proprio le resine e la formaldeide necessarie e adesso ne produce anche per il mercato tedesco.

Il pannello ecologico è diventato l'emblema e anche il nome di un consorzio di aziende che impiegano esclusivamente materiale post-consumo per la loro produzione ed è ormai giunto alla sua evoluzione con il Leb, un pannello ecologico a più bassa emissione di formaldeide al mondo, ovvero con tassi cinque volte più bassi di quelli richiesti a livello europeo. La certificazione rilasciata al pannello Leb viene dal Catas, centro di ricerca e sviluppo per il settore legno-arredo, che non si è limitata solo al prodotto, ma all'intero processo di lavorazione, al fine di garantire la completa filiera e la tracciabilità del lotto di produzione.

Ma da dove proviene il legno con cui il consorzio pannello ecologico crea il suo prodotto? Dal rapporto annuale di Fise Unire- L'Italia del recupero- emerge che dei 4,5 milioni di tonnellate di legno avviate a riciclo di materia, 3.940.000 derivano da raccolte nazionali, mentre una parte pari a 560 mila tonnellate devono essere importate.

Il consorzio nazionale Rilegno, per la raccolta, il recupero e il riciclo dei rifiuti di imballaggio di legno (pallet, cassette per l'ortofrutta, imballaggi industriali) che aderisce al Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) ha garantito nel 2008 l'avvio a riciclo meccanico di quasi 920.000 tonnellate di imballaggi post-consumo, che arrivano a 1.148622 se si aggiungono i quantitativi che provengono dalla gestione di terzi. Se a questi si sommano i quantitativi provenienti dai pellet riparati (294.000 tonnellate), quelli avviati a compostaggio (2015 tonnellate), e le 69.000 tonnellate avviate a recupero energetico, il quantitativo complessivo di rifiuti legnosi provenienti da questo circuito e avviati a recupero supera 1,5 milioni di tonnellate( 1.513.637), ovvero il 90% dei rifiuti legnosi complessivi (imballaggi e altri rifiuti legnosi) raccolti in Italia dal circuito Rilegno, che ammontano a 1.680.341 tonnellate.

Per arrivare alla quota complessiva dei rifiuti legnosi raccolti in Italia si devono poi conteggiare i quantitativi provenienti dai processi produttivi che ammontano a 2,1 milioni di tonnellate: di questi il rapporto non indica le quantità avviate a riciclo o a recupero energetico.

I dati forniti dal rapporto di Fise Unire, indicano che la quota di imballaggi intercettata da Rilegno rispetto a quella immessa al consumo rappresenta il 55%, mentre le quantità complessive avviate a recupero rappresentano una percentuale pari al 56% dell'immesso a consumo; dati che fanno emergere come vi siano ampi margini su cui operare per intercettare prima e avviare poi al riciclo meccanico o al recupero complessivo tutti i materiali legnosi post-consumo, provenienti dai vari settori di utilizzo.


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