Nella Propositio 51 un approccio globale alla persona, al di là della polemica sui preservativi
MissionLine - «Non si deve considerare l'Aids come un problema semplicemente medico-farmaceutico. Si tratta di un'istanza di sviluppo integrale e di giustizia, che richiede alla Chiesa un trattamento integrale e una risposta». Va decisamente al di là della falsa questione del «sì o no al preservativo» la posizione espressa dai vescovi presenti al Sinodo per l'Africa nella «Propositiones 51», il paragrafo dedicato all'Aids nel documento consegnato oggi al Papa al termine dei lavori. E non mancano parole forti sul tema - ad esempio - del diritto alle cure per i malati: «I malati di AIDS in Africa sono vittime di ingiustizia, poiché non ricevono la stessa qualità di trattamento di altri Paesi». Di seguito il testo integrale.
HIV/AIDS
L’AIDS è una pandemia, che insieme alla malaria e alla trubercolosi sta decimando la popolazione africana e danneggiando fortemente la sua vita economica e sociale. Non la si deve considerare come problema semplicemente medico-farmaceutico e solamente come un’istanza di cambiamento della condotta umana. In realtà si tratta di un’istanza di sviluppo integrale e di giustizia, che richiede alla Chiesa un trattamento integrale e una risposta.
I malati di AIDS in Africa sono vittime di ingiustizia, poiché non ricevono la stessa qualità di trattamento di altri paesi. La Chiesa chiede che i fondi destinati a loro siano realmente devoluti a questo scopo e raccomanda che i pazienti africani ricevano la stessa qualità di trattamento praticato in Europa.
La Chiesa condanna decisamente ogni tentativo deliberato da parte di persone e gruppi di diffondere il virus, o come arma da guerra o con il proprio stile di vita.
Il Sinodo incoraggia tutte le istituzioni e movimenti della Chiesa che lavorano nel campo della salute e specialmente dell’AIDS, e chiede alla agenzie internazionali di riconoscerli e sostenerli nel rispetto della loro specificità. La Chiesa raccomanda urgentemente che la ricerca corrente sui trattamenti sia allargata per scongiurare questa profonda sofferenza.
Inoltre il Sinodo propone:
- l’abolizione di ogni causa di diffusione della malattia, di distruzione della vita familiare, di infedeltà coniugale, la promiscuità e uno stile di vita che disprezzi i valori umani e le virtù evangeliche;
- una pastorale che offra ai malati di HIV e AIDS di accedere alla terapia, al cibo, ad un accompagnamento per un cambiamento di condotta e una vita priva di marchio di condanna;
- una pastorale che offra ad orfani, vedove e vedovi una vera speranza di vita priva di marchio di condanna e discriminazione;
- un sostegno pastorale di aiuto alle coppie di contagiati per informarle e formare la loro coscienza perché facciano scelte giuste, con piena responsabilità per il miglior bene reciproco, la loro unione e la loro famiglia; e
- la preparazione da parte del SECAM di un manuale pastorale sull’HIV/AIDS per tutti coloro che sono coinvolti nel ministero della Chiesa per l’AIDS (preti, religiosi, medici, infermieri, consulenti, catechisti, insegnanti) nell’attuazione della dottrina morale e sociale della Chiesa nelle diverse situazioni in cui il popolo di Dio in Africa affronta le diverse sfide della pandemia.
MissionLine - «Non si deve considerare l'Aids come un problema semplicemente medico-farmaceutico. Si tratta di un'istanza di sviluppo integrale e di giustizia, che richiede alla Chiesa un trattamento integrale e una risposta». Va decisamente al di là della falsa questione del «sì o no al preservativo» la posizione espressa dai vescovi presenti al Sinodo per l'Africa nella «Propositiones 51», il paragrafo dedicato all'Aids nel documento consegnato oggi al Papa al termine dei lavori. E non mancano parole forti sul tema - ad esempio - del diritto alle cure per i malati: «I malati di AIDS in Africa sono vittime di ingiustizia, poiché non ricevono la stessa qualità di trattamento di altri Paesi». Di seguito il testo integrale.HIV/AIDS
L’AIDS è una pandemia, che insieme alla malaria e alla trubercolosi sta decimando la popolazione africana e danneggiando fortemente la sua vita economica e sociale. Non la si deve considerare come problema semplicemente medico-farmaceutico e solamente come un’istanza di cambiamento della condotta umana. In realtà si tratta di un’istanza di sviluppo integrale e di giustizia, che richiede alla Chiesa un trattamento integrale e una risposta.
I malati di AIDS in Africa sono vittime di ingiustizia, poiché non ricevono la stessa qualità di trattamento di altri paesi. La Chiesa chiede che i fondi destinati a loro siano realmente devoluti a questo scopo e raccomanda che i pazienti africani ricevano la stessa qualità di trattamento praticato in Europa.
La Chiesa condanna decisamente ogni tentativo deliberato da parte di persone e gruppi di diffondere il virus, o come arma da guerra o con il proprio stile di vita.
Il Sinodo incoraggia tutte le istituzioni e movimenti della Chiesa che lavorano nel campo della salute e specialmente dell’AIDS, e chiede alla agenzie internazionali di riconoscerli e sostenerli nel rispetto della loro specificità. La Chiesa raccomanda urgentemente che la ricerca corrente sui trattamenti sia allargata per scongiurare questa profonda sofferenza.
Inoltre il Sinodo propone:
- l’abolizione di ogni causa di diffusione della malattia, di distruzione della vita familiare, di infedeltà coniugale, la promiscuità e uno stile di vita che disprezzi i valori umani e le virtù evangeliche;
- una pastorale che offra ai malati di HIV e AIDS di accedere alla terapia, al cibo, ad un accompagnamento per un cambiamento di condotta e una vita priva di marchio di condanna;
- una pastorale che offra ad orfani, vedove e vedovi una vera speranza di vita priva di marchio di condanna e discriminazione;
- un sostegno pastorale di aiuto alle coppie di contagiati per informarle e formare la loro coscienza perché facciano scelte giuste, con piena responsabilità per il miglior bene reciproco, la loro unione e la loro famiglia; e
- la preparazione da parte del SECAM di un manuale pastorale sull’HIV/AIDS per tutti coloro che sono coinvolti nel ministero della Chiesa per l’AIDS (preti, religiosi, medici, infermieri, consulenti, catechisti, insegnanti) nell’attuazione della dottrina morale e sociale della Chiesa nelle diverse situazioni in cui il popolo di Dio in Africa affronta le diverse sfide della pandemia.
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