martedì, agosto 18, 2009
In Kirghizistan, ex repubblica sovietica, le autorità vietano gli incontri fra i fedeli dei gruppi non autorizzati

Radio Vaticana - La denuncia, ripresa da AsiaNews, arriva dall’agenzia di stampa cristiana Forum 18, secondo la quale molti gruppi protestanti chiedono da anni la registrazione ma ricevono rifiuti per ragioni formali. Senza il riconoscimento da parte delle autorità i fedeli non possono incontrarsi nemmeno per pregare o celebrare la Messa. I criteri restrittivi per il riconoscimento dei gruppi religiosi (che comprendono la necessità che la richiesta sia firmata da almeno 200 persone) sono quelli sanciti dalla legge sulla libertà religiosa, entrata in vigore nel gennaio 2009. Con il divieto di svolgere attività e le intimidazioni subite dai fedeli – lamentano i gruppi religiosi – è difficile persino raccogliere le firme necessarie alla pratica burocratica.La Chiesa protestante di Gesù Cristo ha ottenuto il riconoscimento a Bishkek, ma le autorità dicono che l’autorizzazione non ha valore nella città di Talas e hanno vietato ai fedeli di incontrarsi in un cinema. I cristiani hanno cominciato a darsi appuntamento in un appartamento privato, il cui proprietario è stato più volte convocato e interrogato. Nel distretto di Kochkor, a Naryn, il procuratore ha vietato al pastore delle Chiesa protestante El-Shaddai, Bakhyt Mukashev di convocare incontri a casa sua: la sua Chiesa è registrata a Bishkek, ma l’atto non vale altrove. Proprio nella città di Biskek, racconta AsiaNews, il culto preso maggiormente di mira è quello Hare Krishna: la sua domanda di registrazione è stata respinta e ai fedeli è vietata qualsiasi propaganda. La persecuzione colpisce anche le sette islamiche: ai fedeli del culto Ahmadiya, registrato a Bishkek come “missione estera”, è proibita qualsiasi attività religiosa. (V.F.)


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