Cappuccini.it - Da gran tempo più non esiste la chiesa che diede il nome alla via Santa Maria Fulcorina e che sorgeva a metà circa di questa, sul suo lato settentrionale, presso lo sbocco dell'omonimo e parimenti scomparso vicoletto, là dove oggi resta un modesto slargo. Risaliva agli albori del Mille, epoca in cui il nobile «Fulcoino» l'aveva eretta in onore della Beata Vergine e all'ombra di un castagno, tal che una volta era meglio conosciuta col titolo di Santa Maria «alla Castagnola». Presso di essa trovò ospitalità il «poverello» di Assisi quando, verso la metà del Duecento, calò a Milano e prima che l'accresciuto gregge dei proseliti non ne consigliasse il trasloco nella più capace Basilica Naborriana che da allora si chiamò di «San Francesco», almeno fin quando in sua vece non sorgerà un paio di secoli or sono l'odierna caserma Garibaldi di piazza Sant'Ambrogio.
Rifatta in veste barocca nel 1734, la chiesa di Santa Maria Fulcorina resistette un centinaio d'anni prima di venir demolita unitamente ai vetusti edifici che fregiavano questo lato di contrada fino al crocicchio delle Cinque Vie; tra i quali le celebri scuole Taverna che, sorte con l'intento di fornire un'istruzione gratuita ai figli dei bisognosi, sorgevano accanto alla parrocchiale. In luogo di questa fu messa una lapide che recava incisa un'epigrafe latina dove si ricordava come la chiesa, dedicata alla natività di Colei che partorì un Dio, avesse ospitato San Francesco (Templum hoc Deiparae nascenti - sacrum - inclitum - ospitio Divi Francisci ab Assisio).
Per la verità, a dare asilo al Santo non fu la demolita chiesa - che, come s'è detto, risaliva nella sua ultima versione alla prima metà del '700 - bensì, come ci fa sapere lo storico Latuada, «… un'angustissima stanza posta sopra una parte delle Navi laterali del vecchio tempio [ quello del Mille, n.d.r.]…con due finestrelle…». In altri termini, una casupola addossata alla primitiva chiesa medievale. Tant'è che là dove si trovava quella stanzetta venne eretto, nella chiesa barocca, un altare - detto del Crocifisso - con l'immagine di San Francesco e, accanto, la scritta: « Ubi cellula Serafici Patriarcae Francisci ab anno MCCXIV ibi ara. (Dove nell'anno 1214 era la stanzetta del serafico patriarca Francesco, ivi sta ora l'altare).
Scritta che - come, ahimè, spesso avviene tra gli studiosi - fu contestata da chi ne trovò un'altra che invece recitava: «In cubiculo, quod inter fenestellas extabat, San Franciscus Assisiensis moratus est, anni MCCXX» . Cioè, in quel «buco» tra due finestrelle il San Francesco d'Assisi dimorò nell'anno 1220. E qui ci fermiamo perché con tutto questo «latinorum» vi sarà di certo venuto il mal di testa. Ora non esiste più una piccola chiesa Santa Maria Fulcorina dove trovò ospitalità san Francesco d'Assisi.
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