A poche settimane dalla visita di Benedetto XVI in Israele, Yehezkel Abrahamoff, Capo esattore, ha bloccato i fondi per costringere le istituzioni ecclesiastiche a pagare le tasse, senza attendere le conclusioni del negoziato che vertono sullo statuto fiscale della Chiesa in Israele. Iniziativa personale o cambiamento di rotta del governo Natanyahu? Possibili disagi per scuole e ospedali.
Tel Aviv (AsiaNews) - Il Capo esattore al Ministero delle Finanze di Israele, il signor Yehezkel Abrahamoff, ha comunicato a delle istituzioni della Chiesa Cattolica in Israele di aver messo sotto sequestro i loro fondi, per costringerle a sottoporsi immediatamente a tutte le esigenze fiscali che lui stesso ritenga applicabili al caso, e prevenire così il risultato dei negoziati tra la Santa Sede e lo Stato di Israele, che vertono tra l'altro anche sullo statuto fiscale della Chiesa in Israele.
Lo dicono documenti e testimonianze dirette pervenute ad AsiaNews nelle ultime ore. Le istituzioni interessate hanno però insistito per non essere nominate, per paura di ritorsioni da parte dell'Esattoria. La notizia di questa iniziativa radicale arriva a poche settimane dalla partenza da Israele del Santo Padre Benedetto XVI, al termine di una visita che si credeva avrebbe favorito proprio il raggiungimento del tanto atteso accordo tra la Santa Sede e lo Stato ebraico. Al presente non è chiaro se si tratta di un'iniziativa personale di un solo funzionario, anche se particolarmente potente, o se vi si debba scorgere un profondo cambiamento di indirizzo dalla parte del Governo Netanyahu. Un esperto di rapporti Chiesa-Stato in Israele, raggiunto da AsiaNews, è pero convinto che il Governo non sappia nulla e che ciò sarebbe sicuramente l'idea personale di un singolo individuo. Egli prevede che qualora il Capo del governo ne venga a conoscenza, il funzionario sarà ripreso e il sequestro annullato, con tanto di scuse.
I negoziatori, rammenta l'esperto, hanno pubblicato il loro più recente Comunicato congiunto il 30 aprile, definendo le trattative particolarmente "amichevoli" e impegnando le Parti all'elaborazione bilaterale, concordata, del regime fiscale da applicare alla Chiesa in Israele. Ma il Governo, ha aggiunto, dovrà intervenire subito per evitare il grave danno che gli "eccessi" di un singolo funzionario possano causare agli ottimi rapporti con la Chiesa. In ogni caso, osserva, l'intervento del Governo per annullare il sequestro, dovrà essere rapidissimo, perché diversamente le opere della Chiesa, specie scuole e ospedali, che devono pagare acquisti e servizi ogni giorno, potranno cominciare a trovarsi in situazione di vero disagio.
Tel Aviv (AsiaNews) - Il Capo esattore al Ministero delle Finanze di Israele, il signor Yehezkel Abrahamoff, ha comunicato a delle istituzioni della Chiesa Cattolica in Israele di aver messo sotto sequestro i loro fondi, per costringerle a sottoporsi immediatamente a tutte le esigenze fiscali che lui stesso ritenga applicabili al caso, e prevenire così il risultato dei negoziati tra la Santa Sede e lo Stato di Israele, che vertono tra l'altro anche sullo statuto fiscale della Chiesa in Israele.Lo dicono documenti e testimonianze dirette pervenute ad AsiaNews nelle ultime ore. Le istituzioni interessate hanno però insistito per non essere nominate, per paura di ritorsioni da parte dell'Esattoria. La notizia di questa iniziativa radicale arriva a poche settimane dalla partenza da Israele del Santo Padre Benedetto XVI, al termine di una visita che si credeva avrebbe favorito proprio il raggiungimento del tanto atteso accordo tra la Santa Sede e lo Stato ebraico. Al presente non è chiaro se si tratta di un'iniziativa personale di un solo funzionario, anche se particolarmente potente, o se vi si debba scorgere un profondo cambiamento di indirizzo dalla parte del Governo Netanyahu. Un esperto di rapporti Chiesa-Stato in Israele, raggiunto da AsiaNews, è pero convinto che il Governo non sappia nulla e che ciò sarebbe sicuramente l'idea personale di un singolo individuo. Egli prevede che qualora il Capo del governo ne venga a conoscenza, il funzionario sarà ripreso e il sequestro annullato, con tanto di scuse.
I negoziatori, rammenta l'esperto, hanno pubblicato il loro più recente Comunicato congiunto il 30 aprile, definendo le trattative particolarmente "amichevoli" e impegnando le Parti all'elaborazione bilaterale, concordata, del regime fiscale da applicare alla Chiesa in Israele. Ma il Governo, ha aggiunto, dovrà intervenire subito per evitare il grave danno che gli "eccessi" di un singolo funzionario possano causare agli ottimi rapporti con la Chiesa. In ogni caso, osserva, l'intervento del Governo per annullare il sequestro, dovrà essere rapidissimo, perché diversamente le opere della Chiesa, specie scuole e ospedali, che devono pagare acquisti e servizi ogni giorno, potranno cominciare a trovarsi in situazione di vero disagio.
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