venerdì, giugno 05, 2009
Il teologo islamico Tariq Ramadan commenta la visita del presidente Usa in Egitto

di Tariq Ramadan
tratto dal sito online del quotidiano britannico The Guardian

PeaceReporter - Il discorso di Obama ai musulmani significherà poco se il suo significato simbolico non sarà seguito da misure concrete per ripristinare la fiducia. Le relazioni fra gli Stati Uniti e i musulmani sono state così danneggiate dopo otto anni di governo Bush che tutto il mondo adesso si sta chiedendo: cosa dirà Obama ai musulmani? Cosa dovrebbe dire per restituire fiducia? Prima di tutto è necessario analizzare le cause principali del profondo senso di sfiducia che troviamo oggi, non soltanto nei Paesi a maggioranza musulmana, ma anche fra i musulmani africani, asiatici e occidentali. Per decenni, e specialmente dal 11 settembre 2001, i musulmani in tutto il mondo hanno ricevuto dagli Stati Uniti dei messaggi che inquietano sia nella forma che nella sostanza.Il presidente precedente, George W. Bush, era percepito come aggressivo, spesso arrogante, di vedute ristrette e persino sordo quando si trattava di affrontare le questioni islamiche e i problemi legati ai Paesi a maggioranza musulmana o al Medio Oriente. Al di là delle sue parole di rispetto, i musulmani hanno sempre ricordato il suo primo e spontaneo riferimento religioso ad una "crociata" e al cosiddetto "asse del male". La "guerra al terrore", il bombardamento dell'Afghanistan, l'invasione dell'Iraq, le menzogne sulle armi di distruzione di massa, le extraordinary rendition e le prove di torture che sono venute alla luce, hanno avuto l'effetto di dimostrare che la vita e la dignità dei musulmani sembravano non essere di alcun valore. Oltre alla retorica di Bush, la sua amministrazione non ha dimostrato né rispetto né alcun senso di giustizia verso i musulmani, e a ciò si è aggiunta la sua cecità e il supporto unilaterale verso Israele.

Barack Obama deve ribaltare questa eredità. Nel parlare ai musulmani, dovrebbe rivolgersi anche agli Usa e all'occidente, perché le cicatrici e la sfiducia sono profonde. Obama è stato molto intelligente ed attento nel trasmettere il suo messaggio politico durante i primi mesi della sua presidenza. Ha ripetutamente espresso il suo rispetto verso l'Islam e i musulmani, annunciando la chiusura di Guantanamo e la cessazione della tortura, e diventando persino più duro nei confronti del governo Israeliano sulla questione degli insediamenti. Questi sono passi positivi che non si possono negare. Tuttavia, gli atti simbolici e i discorsi non sono abbastanza. Quello che ci aspettiamo dal nuovo presidente è sia un'azione efficace e necessaria, sia un cambiamento di atteggiamento. L'umiltà è un fattore cruciale. In questa era globale, gli Stati Uniti possono ancora essere la più potente nazione al mondo, ma non hanno il monopolio su ciò che è buono e giusto. L'essere aperti verso il mondo comincia l'essere aperti verso tutte le civiltà e riconoscendo il potenziale contributo positivo di ogni religione e cultura. L'Islam è una grande civiltà e Barack Obama dovrebbe portare un messaggio di vero e profondo rispetto annunciando che noi tutti dobbiamo imparare dagli altri e che si impegnerà a diffondere la conoscenza della diversità culturale e religiosa negli stessi Stati Uniti. Umiltà significa che tutti dobbiamo imparare dagli altri e l'America dovrebbe essere pronta ad imparare dall'Islam e dai musulmani, come dagli indu o dai buddisti. Paradossalmente, il modo in cui Obama intende affrontare le questioni della diversità religiosa e dell'istruzione in casa propria sarà un vero indicatore delle sue reali politiche verso l'Islam e i musulmani nel mondo.

Nessuna civiltà può reclamare di avere il monopolio su valori universali e nessuno può affermare di essere sempre fedele ai suoi stessi valori. Il presidente Obama deve sottolineare che i valori ideali e i diritti umani per i quali gli USA si battono, ma deve anche riconoscere gli errori, i fallimenti e le contraddizioni nella loro applicazione. La mancanza di coerenza è una debolezza condivisa da tutte le nazioni. Il modo migliore perché il presidente venga ascoltato quando parla di diritti umani e democratizzazione e quando annuncia l'inizio di una nuova era nelle relazioni con i musulmani, dovrebbe essere iniziando costruttivamente un'autocritica, e riconoscendo che gli USA possono fare e faranno molti di più per il rispetto dei valori che propagandano. Questo dovrebbe essere fatto attuando politiche giuste nei confronti del mondo musulmano e dei Paesi poveri. Questo atteggiamento umile, basato sul dovere imperativo della coerenza, non è una posizione di debolezza, ma l'esatto opposto: in questo modo, Obama può ricordare sia ai leader e che ai normali fedeli le loro stesse incoerenze. Solo un presidente americano coerente e autocritico può ricordare ai musulmani il fatto che devono agire contro la corruzione, l'estremismo, le dittature, la mancanza di politiche di istruzione, la discriminazione verso le donne e i poveri, ed essere ascoltato con un minimo di fiducia.

I musulmani stanno aspettando delle azioni, e sanno dalla loro esperienza (con gli Usa e con i loro stessi governi) che i politici sono bravi con le parole. Barack Obama ha uno status molto speciale oggi, e specialmente nel mondo musulmano. E' uno degli unici presidenti americani che ha sia un background che le capacità per essere più che semplicemente un simbolo che pronuncia belle parole. Sarebbe triste perdere questa storica opportunità e si deve sperare che Obama abbia una visione e una strategia efficiente per il suo Paese e per il mondo. Sulle questioni di politica interna, quando si parla di discriminazione, sicurezza, immigrazione e pari opportunità, Barack Obama deve aiutarci a dimenticare che è afro-americano promuovendo eguali diritti e giustizia. A livello internazionale, dovrebbe aiutarci a ricordare che suo padre era un musulmano, rifiutandosi di essere timido o apologetico e rispettando i diritti sia degli individui che delle popolazioni in Palestina, Iraq, Afghanistan e in altri luoghi. Il messaggio che egli deve mandare ai musulmani dovrebbe venire da un presidente che si posiziona oltre specifici colori e appartenenze religiose con umiltà, coerenza e rispetto. Mentre pronuncerà il suo discorso, dovrebbe dire chiaramente che dopo anni di sordità a Washington, lui ha iniziato ad ascoltare.

traduzione a cura di Francesco Gastaldon


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