del nostro redattore Carlo Mafera
Spiegare al grande pubblico cosa sia la santità e cosa siano i processi di canonizzazione sembra impresa facile, ma non lo è affatto. Tutti pensano di conoscere entrambe le cose ma probabilmente hanno una conoscenza approssimativa infarcita di luoghi comuni. Per esempio sembrerebbe indispensabile spargere il sangue per diventare santi ma ciò non corrisponde al vero. Poteva valere per i primi cristiani, ma dopo l’editto di Costantino che rendeva la religione cristiana religione ufficiale dell’impero romano, non vi era più bisogno del martirio, anche se di martiri ce ne sono ancora al giorno d’oggi. L’importante è seguire lo stile di vita di Gesù Cristo, così ha affermato Mons. Guido Mazzotta, ordinario di metafisica presso la Pontificia Università Urbaniana (consultore della Congregazione della causa dei santi e relatore “ad casum” nella causa di Paolo VI) nel quarto incontro del corso di aggiornamento per giornalisti, tenutosi alla Università della Santa Croce il 27 marzo ’09. Il prof. Guido Mazzotta ha esaminato la fenomenologia della santità mostrandone cinque diverse tipologie. La prima relativa a Stefano, il primo martire morto con le stesse modalità del Cristo. La seconda espressione della santità è rappresentata dalla figura del monaco. Antonio e Benedetto sono coloro che hanno incarnato il desiderio dell’uomo di “ingaggiare la lotta contro Satana e riscoprire lo spirito di Gesù” come ha ben messo in evidenza mons. Mazzotta nella sua presentazione. “Il bisogno di andare nel deserto è perché lì Satana viene stanato” e, ha continuato l’emerito professore, “non ha nascondigli come nella città”. Ciò rappresenta la motivazione principale del monaco e la caratteristica essenziale del monachesimo. E’ stata poi la volta di San Francesco che è il santo che ha espresso la santità secondo l’estrinsecazione: “vivere secondo la forma del santo vangelo” (sine glossa). San Francesco ebbe l’intuizione di vivere all’interno della città schierandosi dalla parte degli ultimi (minores) ad imitazione della vita terrena di Gesù come fece in tempi moderni Charles De Faucauld” ha dichiarato mons. Mazzotta. Egli ha continuato sottolineando un aspetto particolare della vita del santo rappresentato dai segni della croce del Cristo. “Le stimmate nella santità di san Francesco sono l’ultimo sigillo e sono segno della perfetta conformità a Gesù ”. Un altro santo significativo, per quanto riguarda la fenomenologia della santità è Ignazio di Loyola autore degli Esercizi Spirituali dove egli esprime il concetto cardine : “scegliere come sceglie Gesù”. Mons. Mazzotta ha ricordato a proposito del santo “la meditazione dei due stendardi” cioè “dietro quale stendardo decido di mettermi. Quale scelta faccio e come investo la mia vita?” Tutte domande esemplificatrici del pensiero di Sant’Ignazio che il prof. Mazzotta ha messo in evidenza per dimostrare la via della santità come “scelta” di vita cristiana. Infine nell’ultima tipologia è stata menzionata Santa Teresa di Lisieux, proclamata dottore della Chiesa nel 1998, che ebbe la grande intuizione, espressa nel suo più profondo pensiero , “nel cuore della Chiesa sarò l’amore”. Ciò sta a significare, secondo il prof. Mazzotta, l’importanza del modo con cui ogni cristiano sta nel mondo sia che faccia un lavoro umile oppure uno professionistico. Cioè, quanto amore metto in ogni cosa che faccio.
Per quanto attiene invece ai processi di canonizzazione Mons. Mazzotta ha messo in evidenza l’importanza della Vox populi cioè della fama di santità come presupposto dell’inchiesta diocesana che è la ricerca che si fa intorno alle virtù del futuro santo, nella diocesi dove egli è morto o dove egli ha vissuto. C’è innanzitutto una fase preparatoria dove i protagonisti sono l’attore, il postulatore e il vescovo competente. Poi c’è l’avviamento della causa che si esplica nell’istanza dell’attore, nell’ammissione o nel rigetto dell’istanza stessa, nell’esame degli scritti pubblicati e nelle ricerche storico-archivistiche. Infine, nell’inchiesta diocesana c’è la fase informativa giudiziale che consiste nel Nihil obstat della Santa Sede, nell’istituzione del tribunale e nell’esame dei testi (de visu e de auditu a videntibus, cioè di coloro che hanno visto di persona o per sentito dire) e dei testi di ufficio.
Poi si svolge la fase romana del processo presso la Congregazione dove si sviluppano quattro distinti momenti. Il primo consiste in un provvedimento amministrativo per verificare la validità giuridica dell’inchiesta diocesana. Il secondo è quello relativo all’elaborazione della Positio del relatore. E’ questa la fase più importante. Infatti il prof. Mazzotta ha ribadito più volte la centralità del ruolo del relatore “che è il responsabile della Positio ed è il garante del processo.” Si passa poi ad un eventuale esame dei consultori storici e ad un congresso dei consultori teologi. Questi ultimi possono dare un voto affermativo, negativo o sospensivo motivato. Il procedimento si trasferisce in seguito presso la Congregazione dei Cardinali e dei Vescovi che devono votare circa il dubium proposto. Il segretario, in una successiva fase proporrà una relazione per il Romano Pontefice e si terrà una lettura di un decreto alla presenza del Santo Padre. Dopo tutto questo complesso iter, si arriva finalmente all’Atto Pontificio di beatificazione e/o di canonizzazione.
Tutto ciò a dimostrare la serietà con la quale la Chiesa affronta la delicatezza di questo tema. Infatti Mons. Guido Mazzotta ha tenuto a precisare che “la vera storia dell’umanità è la storia della santità”. La Chiesa quindi rivolge tanta attenzione alla perfezione cristiana proprio perché è un elemento costitutivo di essa. E infatti, ha affermato il prof. Mazzotta “la Chiesa esiste nel mondo per aiutare le persone a conformarsi a Gesù” e per far ciò, è importante indicare al Popolo di Dio, gli esempi delle persone che hanno saputo fedelmente incarnare lo spirito evangelico. Andando ancora più in profondità, il tema dell’essere beati o santi è una questione centrale nella storia della chiesa perché, ha concluso mons. Mazzotta “il Vangelo spiega la vita dei santi e la vita dei santi spiega il Vangelo”.
Spiegare al grande pubblico cosa sia la santità e cosa siano i processi di canonizzazione sembra impresa facile, ma non lo è affatto. Tutti pensano di conoscere entrambe le cose ma probabilmente hanno una conoscenza approssimativa infarcita di luoghi comuni. Per esempio sembrerebbe indispensabile spargere il sangue per diventare santi ma ciò non corrisponde al vero. Poteva valere per i primi cristiani, ma dopo l’editto di Costantino che rendeva la religione cristiana religione ufficiale dell’impero romano, non vi era più bisogno del martirio, anche se di martiri ce ne sono ancora al giorno d’oggi. L’importante è seguire lo stile di vita di Gesù Cristo, così ha affermato Mons. Guido Mazzotta, ordinario di metafisica presso la Pontificia Università Urbaniana (consultore della Congregazione della causa dei santi e relatore “ad casum” nella causa di Paolo VI) nel quarto incontro del corso di aggiornamento per giornalisti, tenutosi alla Università della Santa Croce il 27 marzo ’09. Il prof. Guido Mazzotta ha esaminato la fenomenologia della santità mostrandone cinque diverse tipologie. La prima relativa a Stefano, il primo martire morto con le stesse modalità del Cristo. La seconda espressione della santità è rappresentata dalla figura del monaco. Antonio e Benedetto sono coloro che hanno incarnato il desiderio dell’uomo di “ingaggiare la lotta contro Satana e riscoprire lo spirito di Gesù” come ha ben messo in evidenza mons. Mazzotta nella sua presentazione. “Il bisogno di andare nel deserto è perché lì Satana viene stanato” e, ha continuato l’emerito professore, “non ha nascondigli come nella città”. Ciò rappresenta la motivazione principale del monaco e la caratteristica essenziale del monachesimo. E’ stata poi la volta di San Francesco che è il santo che ha espresso la santità secondo l’estrinsecazione: “vivere secondo la forma del santo vangelo” (sine glossa). San Francesco ebbe l’intuizione di vivere all’interno della città schierandosi dalla parte degli ultimi (minores) ad imitazione della vita terrena di Gesù come fece in tempi moderni Charles De Faucauld” ha dichiarato mons. Mazzotta. Egli ha continuato sottolineando un aspetto particolare della vita del santo rappresentato dai segni della croce del Cristo. “Le stimmate nella santità di san Francesco sono l’ultimo sigillo e sono segno della perfetta conformità a Gesù ”. Un altro santo significativo, per quanto riguarda la fenomenologia della santità è Ignazio di Loyola autore degli Esercizi Spirituali dove egli esprime il concetto cardine : “scegliere come sceglie Gesù”. Mons. Mazzotta ha ricordato a proposito del santo “la meditazione dei due stendardi” cioè “dietro quale stendardo decido di mettermi. Quale scelta faccio e come investo la mia vita?” Tutte domande esemplificatrici del pensiero di Sant’Ignazio che il prof. Mazzotta ha messo in evidenza per dimostrare la via della santità come “scelta” di vita cristiana. Infine nell’ultima tipologia è stata menzionata Santa Teresa di Lisieux, proclamata dottore della Chiesa nel 1998, che ebbe la grande intuizione, espressa nel suo più profondo pensiero , “nel cuore della Chiesa sarò l’amore”. Ciò sta a significare, secondo il prof. Mazzotta, l’importanza del modo con cui ogni cristiano sta nel mondo sia che faccia un lavoro umile oppure uno professionistico. Cioè, quanto amore metto in ogni cosa che faccio.Per quanto attiene invece ai processi di canonizzazione Mons. Mazzotta ha messo in evidenza l’importanza della Vox populi cioè della fama di santità come presupposto dell’inchiesta diocesana che è la ricerca che si fa intorno alle virtù del futuro santo, nella diocesi dove egli è morto o dove egli ha vissuto. C’è innanzitutto una fase preparatoria dove i protagonisti sono l’attore, il postulatore e il vescovo competente. Poi c’è l’avviamento della causa che si esplica nell’istanza dell’attore, nell’ammissione o nel rigetto dell’istanza stessa, nell’esame degli scritti pubblicati e nelle ricerche storico-archivistiche. Infine, nell’inchiesta diocesana c’è la fase informativa giudiziale che consiste nel Nihil obstat della Santa Sede, nell’istituzione del tribunale e nell’esame dei testi (de visu e de auditu a videntibus, cioè di coloro che hanno visto di persona o per sentito dire) e dei testi di ufficio.
Poi si svolge la fase romana del processo presso la Congregazione dove si sviluppano quattro distinti momenti. Il primo consiste in un provvedimento amministrativo per verificare la validità giuridica dell’inchiesta diocesana. Il secondo è quello relativo all’elaborazione della Positio del relatore. E’ questa la fase più importante. Infatti il prof. Mazzotta ha ribadito più volte la centralità del ruolo del relatore “che è il responsabile della Positio ed è il garante del processo.” Si passa poi ad un eventuale esame dei consultori storici e ad un congresso dei consultori teologi. Questi ultimi possono dare un voto affermativo, negativo o sospensivo motivato. Il procedimento si trasferisce in seguito presso la Congregazione dei Cardinali e dei Vescovi che devono votare circa il dubium proposto. Il segretario, in una successiva fase proporrà una relazione per il Romano Pontefice e si terrà una lettura di un decreto alla presenza del Santo Padre. Dopo tutto questo complesso iter, si arriva finalmente all’Atto Pontificio di beatificazione e/o di canonizzazione.
Tutto ciò a dimostrare la serietà con la quale la Chiesa affronta la delicatezza di questo tema. Infatti Mons. Guido Mazzotta ha tenuto a precisare che “la vera storia dell’umanità è la storia della santità”. La Chiesa quindi rivolge tanta attenzione alla perfezione cristiana proprio perché è un elemento costitutivo di essa. E infatti, ha affermato il prof. Mazzotta “la Chiesa esiste nel mondo per aiutare le persone a conformarsi a Gesù” e per far ciò, è importante indicare al Popolo di Dio, gli esempi delle persone che hanno saputo fedelmente incarnare lo spirito evangelico. Andando ancora più in profondità, il tema dell’essere beati o santi è una questione centrale nella storia della chiesa perché, ha concluso mons. Mazzotta “il Vangelo spiega la vita dei santi e la vita dei santi spiega il Vangelo”.
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