Per il 26° Dialogo con la Cina sui diritti umani, gruppo proTibet invita l’Ue a chiedere notizie sulle recenti condanne a morte di tibetani e sugli oltre 1.000 detenuti non ufficiali.
Dharamsala (AsiaNews) – L’UE deve condannare con chiarezza la crescente persecuzione delle autorità cinesi contro il Tibet. In occasione del 26° Dialogo sui diritti umani, che l’Ue tiene in questi giorni a Praga, il gruppo pro-diritti Free Tibet (Ft) invita i leader europei ad assumere una posizione chiara e netta e ad utilizzare questo forum per chiedere concessioni a favore della popolazione tibetana.
La persecuzione operata dalla Cina in Tibet è aumentata negli ultimi mesi. Da oltre un anno sono detenuti più di 1.000 tibetani arrestati per le proteste del marzo 2008. Di recente 5 tibetani sono stati condannati a morte con l’accusa di avere causato incendi a Lhasa durante queste proteste.
Ft invita l’Ue a domandare a Pechino le ragioni di queste condanne e di queste detenzioni, ad avere un elenco degli oltre 1.000 tibetani detenuti di cui molti in segreto e a chiedere la nomina di una commissione di indagine internazionale sulle proteste del 2008 in Tibet e su come sono stati svolti questi processi.
Stephanie Bridgen, direttore di Ft, osserva che “tra i temi del dialogo ci sono l’accesso alla giustizia e i diritti dei difensori, è un’importante opportunità per rappresentare alla controparte cinese la ferma opposizione alle condanne a morte di 5 tibetani”, “emanate in processi chiusi a osservatori indipendenti”.
Dharamsala (AsiaNews) – L’UE deve condannare con chiarezza la crescente persecuzione delle autorità cinesi contro il Tibet. In occasione del 26° Dialogo sui diritti umani, che l’Ue tiene in questi giorni a Praga, il gruppo pro-diritti Free Tibet (Ft) invita i leader europei ad assumere una posizione chiara e netta e ad utilizzare questo forum per chiedere concessioni a favore della popolazione tibetana.La persecuzione operata dalla Cina in Tibet è aumentata negli ultimi mesi. Da oltre un anno sono detenuti più di 1.000 tibetani arrestati per le proteste del marzo 2008. Di recente 5 tibetani sono stati condannati a morte con l’accusa di avere causato incendi a Lhasa durante queste proteste.
Ft invita l’Ue a domandare a Pechino le ragioni di queste condanne e di queste detenzioni, ad avere un elenco degli oltre 1.000 tibetani detenuti di cui molti in segreto e a chiedere la nomina di una commissione di indagine internazionale sulle proteste del 2008 in Tibet e su come sono stati svolti questi processi.
Stephanie Bridgen, direttore di Ft, osserva che “tra i temi del dialogo ci sono l’accesso alla giustizia e i diritti dei difensori, è un’importante opportunità per rappresentare alla controparte cinese la ferma opposizione alle condanne a morte di 5 tibetani”, “emanate in processi chiusi a osservatori indipendenti”.
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