NATALE 2007 - Dall'ultimo messaggio di Natale del Patriarca di Gerusalemme, monsignor Michael Sabbah, che nel marzo scorso, dopo 21 anni di servizio, in coincidenza con il suo 75° compleanno, ha lasciato l'incarico:
Agenzia Misna - "Celebriamo Natale quest’anno quando siamo ancora, come sempre, alla ricerca di una pace che sembra impossibile. palestinesi e israeliani sono capaci di vivere insieme in pace, ciascuno nel suo territorio, ciascuno godendo della sua sicurezza, della sua dignità e dei suoi diritti. Ma per arrivare alla pace occorre credere pure che israeliani e palestinesi sono in tutto eguali, con i medesimi diritti e gli stessi doveri e che occorre infine intraprendere le vie di Dio, che non sono quelle della violenza, sia essa di stato o generata dall’estremismo. Tutta la regione è in scompiglio a causa del conflitto in Terra Santa. In Libano e in Iraq, come qui, sembra che le forze del male si siano scatenate, decise a proseguire la marcia sulle vie della morte, della esclusione e della dominazione. Nonostante ciò, crediamo che Dio non ci ha abbandonati alle forze del male: tutto questo è anzi un appello a ogni uomo e donna di buona volontà per tornare sulle strade di Dio al fine di instaurare il regno del bene fra gli uomini, il senso e il rispetto per ogni persona. Crediamo che Dio è buono. E’ il nostro Creatore e il nostro Salvatore, egli ha messo la sua bontà nel cuore di ogni essere umano. Siamo dunque capaci tutti di operare per il bene e per la pace nella terra. Un nuovo sforzo di pace è stato intrapreso nelle ultime settimane. Perché riesca occorre che ci sia una decisa volontà di fare la pace. Finora non c’è stata pace semplicemente per la mancanza di volontà a farla: “Parlano di pace mentre non ce n’è affatto” ( Ger 6,14 ?) Chi è forte, chi ha tutto nelle mani, chi impone l’occupazione all’altra parte, ha l’obbligo di vedere quel che è giusto per tutti e di avere il coraggio di compierlo. “Dio, da’ al re il tuo giudizio”, concedi la tua giustizia ai nostri uomini di governo perché governino il tuo popolo con rettitudine. (cf: Sal 71)
[...]
In questi giorni taluni hanno parlato della creazione di stati religiosi in questa terra. Ora, nella terra che è santa per le tre religioni e per i due popoli, non possono essere stabiliti stati religiosi perché uno escluderebbe l’altro o metterebbe in condizioni di inferiorità i credenti delle altre religioni Ogni stato che esclude l’altro o discrimina chi è contro di esso non si addice alla terra fatta da Dio santa per tutta l’umanità. I capi religiosi e politici devono cominciare a comprendere la vocazione universale di questa terra nella quale Dio ci ha riuniti nel corso della storia. Devono sapere che la santità di questa terra consiste non nella esclusione dell’una o dell’altra religione, ma nella capacità di ogni religione, con tutte le differenze, di accogliere, rispettare e amare tutti coloro che abitano questa terra".
IL CUSTODE DI TERRASANTA: “Le guerre e le violenze non sono l’ultima parola che pretenda di sigillare la storia. L’odio e la disperazione non sopprimono il bisogno d’amore che continua tenacemente ad abitare lo spirito umano”: lo dice, nel messaggio per il Natale 2007, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terrasanta. “Il mondo guarda a Betlemme – si legge ancora nel messaggio - con un anelito di speranza e un bisogno di pace che scuotono gli abissi dell’anima. L’urgenza di pace ci soffoca il cuore, nonostante le amarezze della cronaca, e ci fa diventare mendicanti di speranza. Lo scoraggiamento e le delusioni che appesantiscono i nostri cuori, come un macigno gravoso, sembrano dissolversi. Non possiamo rifiutare la speranza, dinanzi al mistero di un Dio che nasce bambino, nella grotta dei pastori”.
Agenzia Misna - "Celebriamo Natale quest’anno quando siamo ancora, come sempre, alla ricerca di una pace che sembra impossibile. palestinesi e israeliani sono capaci di vivere insieme in pace, ciascuno nel suo territorio, ciascuno godendo della sua sicurezza, della sua dignità e dei suoi diritti. Ma per arrivare alla pace occorre credere pure che israeliani e palestinesi sono in tutto eguali, con i medesimi diritti e gli stessi doveri e che occorre infine intraprendere le vie di Dio, che non sono quelle della violenza, sia essa di stato o generata dall’estremismo. Tutta la regione è in scompiglio a causa del conflitto in Terra Santa. In Libano e in Iraq, come qui, sembra che le forze del male si siano scatenate, decise a proseguire la marcia sulle vie della morte, della esclusione e della dominazione. Nonostante ciò, crediamo che Dio non ci ha abbandonati alle forze del male: tutto questo è anzi un appello a ogni uomo e donna di buona volontà per tornare sulle strade di Dio al fine di instaurare il regno del bene fra gli uomini, il senso e il rispetto per ogni persona. Crediamo che Dio è buono. E’ il nostro Creatore e il nostro Salvatore, egli ha messo la sua bontà nel cuore di ogni essere umano. Siamo dunque capaci tutti di operare per il bene e per la pace nella terra. Un nuovo sforzo di pace è stato intrapreso nelle ultime settimane. Perché riesca occorre che ci sia una decisa volontà di fare la pace. Finora non c’è stata pace semplicemente per la mancanza di volontà a farla: “Parlano di pace mentre non ce n’è affatto” ( Ger 6,14 ?) Chi è forte, chi ha tutto nelle mani, chi impone l’occupazione all’altra parte, ha l’obbligo di vedere quel che è giusto per tutti e di avere il coraggio di compierlo. “Dio, da’ al re il tuo giudizio”, concedi la tua giustizia ai nostri uomini di governo perché governino il tuo popolo con rettitudine. (cf: Sal 71)[...]
In questi giorni taluni hanno parlato della creazione di stati religiosi in questa terra. Ora, nella terra che è santa per le tre religioni e per i due popoli, non possono essere stabiliti stati religiosi perché uno escluderebbe l’altro o metterebbe in condizioni di inferiorità i credenti delle altre religioni Ogni stato che esclude l’altro o discrimina chi è contro di esso non si addice alla terra fatta da Dio santa per tutta l’umanità. I capi religiosi e politici devono cominciare a comprendere la vocazione universale di questa terra nella quale Dio ci ha riuniti nel corso della storia. Devono sapere che la santità di questa terra consiste non nella esclusione dell’una o dell’altra religione, ma nella capacità di ogni religione, con tutte le differenze, di accogliere, rispettare e amare tutti coloro che abitano questa terra".
IL CUSTODE DI TERRASANTA: “Le guerre e le violenze non sono l’ultima parola che pretenda di sigillare la storia. L’odio e la disperazione non sopprimono il bisogno d’amore che continua tenacemente ad abitare lo spirito umano”: lo dice, nel messaggio per il Natale 2007, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terrasanta. “Il mondo guarda a Betlemme – si legge ancora nel messaggio - con un anelito di speranza e un bisogno di pace che scuotono gli abissi dell’anima. L’urgenza di pace ci soffoca il cuore, nonostante le amarezze della cronaca, e ci fa diventare mendicanti di speranza. Lo scoraggiamento e le delusioni che appesantiscono i nostri cuori, come un macigno gravoso, sembrano dissolversi. Non possiamo rifiutare la speranza, dinanzi al mistero di un Dio che nasce bambino, nella grotta dei pastori”.
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