Agenzia Misna - "Un'area di 5.000 chilometri quadrati nel delta del fiume Irrawaddy, dove vivono 1,7 milioni di persone, è ancora sommersa dall'acqua": l'ha detto alla MISNA Richard Horsey dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) contattato a Bangkok. "Le loro case sono state completamente distrutte da un'onda di oltre tre metri sollevata dal ciclone che si è inoltrata all'interno della costa attraverso il delta; ci stiamo preoccupando di fornire un riparo e acqua potabile a tutti coloro che ne hanno bisogno" ha continuato il portavoce dell'Ocha, aggiungendo che non è stato ancora possibile raggiungere alcune zone colpite da 'Nargis' per i problemi negli spostamenti."Già da ieri, sono atterrati in Myanmar alcuni aerei di trasporto delle organizzazioni internazionali e di alcuni paesi vicini" ha proseguito Horsey, specificando che per il momento gli aiuti umanitari si stanno concentrando nella città di Yangon e nelle sue vicinanze. Stamattina un aereo con 25 tonnellate di materiale e una squadra di personale dell'Ocha è partito da Brindisi, mentre altri aerei carichi di aiuti umanitari stanno partendo dalla confinante Thailandia. Horsey ha precisato alla MISNA che saranno necessari ancora alcuni giorni prima di avere un quadro completo della situazione e poter fornire i primi bilanci affidabili sul numero delle vittime, ma ha affermato che "la situazione è gravissima: le persone rimaste senza casa possono essere diversi milioni". Mentre l’arrivo in alcune città degli sfollati provenienti dalle zone maggiormente colpite dal ciclone conferma, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, lo scenario devastante provocato da Nargis (che secondo l’ultimo bilancio ufficiale ha provocato oltre 20.000 morti e 40.000 dispersi) , l’intera comunità internazionale si sta mobilitando inviando aiuti e promettendo finanziamenti. Elicotteri governativi oggi avrebbero distribuito cibo e acqua potabile su alcune aree ancora isolate, mentre le autorità locali hanno affidato a un ministro l’incarico di valutare i visti da concedere agli operatori delle molte organizzazioni non governative internazionali che hanno chiesto di poter intervenire nei soccorsi. Intanto l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle nazioni Unite (Fao) ha sottolineato che ‘Nargis’ potrebbe avere gravi conseguenze a livello alimentare non solo sul Myanmar, ma sull’intero pianeta. Il ciclone, infatti, ha devastato cinque stati che da soli contribuiscono al 65% della produzione di riso del paese, che è uno dei principali produttori ed esportatori al mondo. Il rischio è che buona parte del secondo raccolto dell’anno (quello tra aprile e giugno) sia andato perso, portando a un ulteriore aumento del prezzo del cereale sui mercati locali e internazionali.[MV/MZ]
[CO]
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