domenica, gennaio 06, 2008
di Derya Feyman

Ormai è noto che ad essere cristiani in Turchia si corre pericolo di vita... ma è meno conosciuto il fatto che si possa anche esserne espulsi solo per non essere musulmani! L’ultimo a farne le spese, pochi giorni fa, è un americano, Robert Johnson (nella foto con la famiglia). Egli era riuscito, in una via crucis estenuante, a rimanere nel paese per 11 anni, ma non è riuscito ad arrivare alla dodicesima stazione... Al suo arrivo in Turchia, Johnson aprì uno studio di traduzioni con un amico, al quale però, fin da subito, il governo turco non accordò il permesso di soggiorno. A Johnson invece fu dato solo per un anno, mettendo così in seria difficoltà l’avvenire della sua ditta. 11 anni di tira e molla, in cui per ben 2 volte gli viene rifiutata la richiesta di cittadinanza. Johnson è protestante è l’unica diceria che si dice sul suo conto è che sia un missionario, ma le autorità turche si rifiutano di specificare il motivo dell’espulsione: il diktat è semplicemente “Vada fuori entro questo mese”, con moglie e quattro figli naturalmente!
Una storia simile l’ha vissuta solo 6 mesi fa un nostro connazionale, il Prof. Simone Matteoli. Partito con il resto della famiglia italo-turca per mantenere aperta, come diacono, la chiesa di Samsun, dove il parroco era stato accoltellato, è stato espulso in soli 9 mesi. In questo caso la negazione del permesso di soggiorno costituisce una vera e propria violazione dei diritti umani, perché sua moglie e i suoi figli sono di cittadinanza turca.

E ciò che è peggio è che queste espulsioni sono definitive: nessuna possibilità di rientro in Turchia. Se il governo turco vuole veramente entrare in Europa, lasci allora entrare liberamente gli europei nel suo paese! È paradossale tutto questo in un paese come la Turchia che ha milioni di suoi cittadini all’estero.
In realtà scartabellando gli archivi si capisce che non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Il primo cristiano espulso dalla Repubblica Turca, appena nata nel 1923, fu il frate cappuccino armeno Cirillo Zohrabian, servo di Dio. Gli furono massacrati i piedi e fu espulso con l’accusa di aiutare gli orfani greci e armeni.

Poi ancora, a Zonguldak, circa 100 anni fa, c’erano diversi cristiani per la presenza di un centro minerario francese: c'erano le suore e padri assunzionisti. Le suore furono mandate via con la guerra... alla fabbrica fu resa la vita impossibile, sì che molti dovettero espatriare... il colpo di grazia si ebbe nel 1964 quando P. Pier Pechayre, che da 60 anni risiedeva in Turchia, fu espulso. Ad essere espulso da Samsun fu invece il primo superiore ecclesiastico della Missione Sui Iuris del Mar Nero, p. Michele da Capodsitria, nel 1932.

Notizie di missionari protestanti espulsi in gruppo si erano già sentite, ma colpiscono meno di questi casi. Città come quella di Johnson, Ereğli, nella provincia di Zonguldak, o come Samsun, sono città dove i cristiani e gli stranieri si possono contare sulle dita. C’è da chiedersi il perché di tanta paura da parte del governo turco per la presenza di elementi di fede diversa da quella di stato (anche se l’Islam non è ufficialmente la religione di stato in Turchia). Se era ormai noto che un turco non può essere cristiano, a meno di essere un traditor di patria, sembra oggi chiaro che non si possa nemmeno vivere da cristiani in Turchia. E i mass media turchi continuano la loro guerra al missionario, oltre che al cristiano... Il tutto con un processo di distruzione lento, ma nemmeno poi troppo, perché deve sembrare che sia fatto nel modo più "laico" e "democratico" possibile.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

E questa è la Turchia che vorrebbe entrare in Europa? Senza rispettare i diritti civili fondamentali?

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