lunedì, gennaio 28, 2008

da Radio Vaticana

Come ricordato dal Papa all'Angelus, oggi ricorre la Giornata Mondiale della Lebbra. Il tema per questa 55.ma edizione è “Lebbra, una malattia dimenticata”. A promuovere la Giornata dedicata a quanti sono colpiti dal “morbo di Hansen” è l'AIFO, l’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau. La ricorrenza è stata istituita nel gennaio 1954 dal giornalista e scrittore francese, “apostolo dei lebbrosi”. In quello stesso anno, Follereau inviò due lettere, indirizzate al presidente americano Eisenhower e al premier sovietico Malenkov, chiedendo loro due bombardieri con la vendita dei quali si sarebbero potuti curare tutti i lebbrosi del mondo. Un appello che non ottenne risposta. A oltre mezzo secolo di distanza, quel gesto clamoroso è ancora attuale? Fabio Colagrande lo ha chiesto a Guido Barbera presidente dell’associazione “Voglio Vivere”, membro dell’Unione Internazionale Raoul Follereau: (ascolta)

R. – Direi che sarebbe indispensabile. Ma purtroppo, ancora al giorno di oggi, la violenza, il conflitto, la guerra predomina sul bene e molte spese da parte dei governi e delle nazioni sono rivolte agli armamenti, invece che occuparsi dei diritti delle persone, delle fasce più deboli: le donne, i bambini, gli ammalati e quindi anche degli ammalati di lebbra. I malati di lebbra rappresentano un po’ il simbolo di una miseria, di un’umanità emarginata e sofferente che grava sempre di più su questa nostra civiltà o forse inciviltà, proprio per il non rispetto della dignità delle persone.


D. – Chi era Raoul Follereau?


R. - Raul Follereau era una persona che di fronte all’ingiustizia, di fronte all’infelicità, di fronte alla sofferenza di un uomo, di una donna o di un bambino non sapeva e non poteva tacere ed agiva, quindi, direttamente senza guardare a distinzioni di credi politici o religiosi. Tutti siamo chiamati a contribuire a questa battaglia di amore – come la definiva Raoul Follereau – per vincere l’ingiustizia, per far sì che qualunque bambino o qualunque persona non debba più soffrire di freddo, di fame, di malattie e di qualunque altro tipo di sofferenza. Follereau è una persona che ha avuto il coraggio di alzare la propria voce per farsi voce dei sofferenti e di portarla poi in tutte le direzioni, fino ad arrivare alle Nazioni Unite, fino ad arrivare agli incontri e non solo con il Santo Padre, ma con tutti i potenti della Terra, passando per le tante mani che ha stretto in oltre 32 giri del mondo che ha fatto per incontrare i malati sofferenti, per incontrare le persone. E’ un esempio che oggi tutti noi siamo chiamati a riscoprire, ma anche a rivivere. Oggi abbiamo bisogno, di fronte alla confusione, all’ingiustizia, alla miseria presente nella nostra società - e non solo nei Paesi più poveri, ma in tutti i Paesi, perché la miseria ce l’abbiamo davanti alle porte di casa – e di fronte a queste persone dobbiamo darci la mano per reagire, perché il nostro messaggio è un messaggio di amore e di rispetto della dignità delle persone.


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa