martedì, gennaio 29, 2008
Sono stati messi in circolazione da parte della Turchia dei falsi documenti storici per depistare le ricerche degli studiosi del genocidio

A differenza dell'Olocausto ebraico, riconosciuto e condannato da parte tedesca, quello armeno non è stato né riconosciuto né tanto meno condannato da parte della Turchia attuale che anzi, in ogni occasione, sia pubblicamente che riservatamente, continua a negare il fatto che sia mai avvenuto un genocidio degli armeni. A tutt'oggi la Turchia spende ingenti somme per mistificare la storia e far tacitare tutti coloro che, specialmente nel mondo occidentale, reclamando una postuma giustizia per gli armeni, chiedono che il genocidio armeno venga riconosciuto in quanto tale dai vari paesi ed in primo luogo dalla Turchia. Per tacitare queste richieste la Turchia ancora oggi corrompe politici, studiosi e giornalisti occidentali affinché, affermando il falso, neghino che vi sia mai stato un genocidio armeno. Oltre a ciò ricorre alle minacce ed ai ricatti politici, come ha recentemente fatto con la Francia quando l'Assemblea Nazionale prima ed il Senato poi hanno riconosciuto il genocidio armeno.

Negli ultimi tempi, poi, sono stati messi in circolazione da parte della Turchia dei falsi documenti storici per depistare le ricerche degli studiosi del genocidio armeno. Il Ministero della Pubblica istruzione ha introdotto l'obbligo dell'insegnamento della storia dei rapporti fra i turchi da un lato ed armeni, greci, assiro-caldei da un altro. Scopo evidente di questo insegnamento, obbligatorio in tutte le scuole, è l'indottrinamento delle nuove generazioni sulla base della mistificazione della storia, della negazione del genocidio armeno e dello sterminio dei greci del Ponto e degli assiro-caldei. Come se ciò non bastasse ad Istanbul e ad Ankara sono state intitolate vie e piazze ai nomi dei principali responsabili dello sterminio degli armeni. In onore di uno di essi,Talat pascià, è stato eretto un vero e proprio mausoleo ad Istanbul.

Inoltre la Turchia odierna non ha rinunciato alle sue mire espansionistiche tant'è vero che l'onorevole Demirel, allorquando era presidente della repubblica (fino alla primavera del 2000), ha ripetutamente affermato che la zona d'influenza turca si estende dall'Adriatico alla Cina. Il suo predecessore Ozal, ricordando il contenzioso con l'Armenia, ha affermato che forse la "lezione" data agli Armeni all'inizio del secolo non era stata sufficiente ed occorreva darne loro un'altra.
Nel 1996 con il massimo degli onori ed alla presenza del presidente della repubblica e delle più alte cariche dello stato turco, furono traslate dall'Asia Centrale, e tumulate in Turchia, le spoglie di Enver pascià, un altro dei maggiori responsabili dello sterminio degli armeni.
Il semplice fatto poi che il 24 aprile - data in cui vengono commemorate le vittime del genocidio armeno- uomini politici stranieri , in varie parti del mondo, rendano omaggio alla memoria di queste ultime, suscita rabbiose e scandalizzate reazioni in Turchia.

E' evidente che una Turchia che ha un simile atteggiamento costituisce un serio pericolo non solo per gli Armeni, ma anche per la democrazia, la libertà e la pacifica coesistenza fra i vari popoli. Sarebbe come se in Germania attualmente non solo non venissero condannate le azioni di Hitler, ma venisse eretto un mausoleo in suo onore ed in varie città tedesche vi fossero vie o piazze intitolate a Himmler, Goebbels, Goering ed inoltre le più alte cariche dello stato negassero l'esistenza stessa dell'Olocausto.Sarebbe come se in tutte le scuole tedesche vigesse l'insegnamento obbligatorio della negazione della Shoah.

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