martedì, febbraio 27, 2018
Il Signore non si stanca di chiamare ciascuno a cambiare vita, a fare un passo verso di Lui per convertirci e lo fa con la dolcezza e la fiducia di un Padre: facciano così anche i confessori. Questo il cuore dell'omelia del Papa nella Messa a Casa Santa Marta

Gabriella Ceraso- Città del Vaticano

Vaticanews - La Quaresima è un tempo che "aiuta alla conversione", al riavvicinamento a Dio, al "cambiamento della nostra vita" e questa è una "grazia" da chiedere al Signore.

Gesù chiama con dolcezza e fiducia di padre
Prendendo spunto dalla prima Lettura tratta di Isaia, una vera “chiamata alla conversione”, Francesco nell’omelia della Messa a Santa Marta mostra quale è l’atteggiamento “speciale” di Gesù di fronte ai nostri peccati. “Non minaccia, ma chiama con dolcezza, dando fiducia”.

“Su venite e discutiamo” sono le parole del Signore ai capi di Sodoma e al popolo di Gomorra, a cui, spiega il Papa, ha già indicato il “male” da evitare e il “bene” da seguire. Così fa con noi:

Il Signore dice: “Vieni, su. Venite e discutiamo. Parliamo un po’”. Non ci spaventa. E’ come il papà del figlio adolescente che ha fatto una ragazzata e deve rimproverarlo. E sa che se va col bastone la cosa non andrà bene, deve entrare con la fiducia. Il Signore in questo brano ci chiama così: “Su, venite. Prendiamo un caffè insieme. Parliamo, discutiamo. Non avere paura, non voglio bastonarti”. E siccome sa che il figlio pensa: “Ma io ho fatto delle cose…” - Subito: “Anche se i tuoi peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana”.


Video: Andare dal Signore a cuore aperto

Anche nella confessione no alle minacce

Come il padre nei confronti di un figlio adolescente, Gesù dunque con un “gesto di fiducia avvicina al perdono e cambia il cuore”. Così ha fatto, ricorda il Papa, chiamando Zaccheo o Matteo, e così fa nella nostra vita, ci fa vedere “come fare un passo avanti nel cammino della conversione”:

Ringraziamo il Signore per la sua bontà. Lui non vuole bastonarci e condannarci. Ha dato la sua vita per noi e questa è la sua bontà. E sempre cerca il modo di arrivare al cuore. E quando noi sacerdoti, nel posto del Signore, dobbiamo sentire le conversioni, anche noi dobbiamo avere questo atteggiamento di bontà, come dice il Signore: “Venite discutiamo, non c’è problema, il perdono c’è”, e non la minaccia, dall’inizio.
Andare dal Signore a cuore aperto: è padre che aspetta

Il Papa racconta a questo proposito l’esperienza di un cardinale confessore che proprio davanti al peccato che intuisce essere “grosso”, non si sofferma troppo e va avanti, continua il dialogo: “E questo apre il cuore” sottolinea Francesco “ e l’altra persona si sente in pace”. Così fa il Signore con noi , dice: “Venite, discutiamo, parliamo. Prendi la ricevuta del perdono, il perdono c’è”:

A me aiuta vedere questo atteggiamento del Signore: il papà col figlio che si crede grande, che si crede cresciuto e ancora è a metà strada. E il Signore sa che tutti noi siamo a metà strada e tante volte abbiamo bisogno di questo, di sentire questa parola: “Ma vieni, non spaventarti, vieni. Il perdono c’è”. E questo ci incoraggia. Andare dal Signore col cuore aperto: è il padre che ci aspetta.




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