Una donna nel corpo di un uomo, pur conservando l'apparato riproduttivo del gentilsesso, tanto da essere "incinto" e prossimo al parto. "Penso che il mio corpo sia bellissimo" dichiara Reese. Scoppia la polemica.

Non si tratta del fato, di un gioco delle parti o di pura casualità. Tutto corrisponde al vero: Trystan Reese, uomo transgender di 34 anni è all'ottavo mese di gravidanza. Nato donna, nel corso del suo processo di transizione alla mascolinità, ha voluto conservare le fattezze più intime dell'universo femminile, preservando l'apparato riproduttivo. Con suo marito, il trentunenne Biff Chaplow, a luglio a Portland, in Oregon, partoriranno il loro primogenito. Si apre il dibattito sui limiti e i tabù che sembrano essere stati infranti.

Dichiara Reese: "Sto bene nel mio corpo di uomo transgender. Sono un uomo con un utero e ho la possibilità di portare un bambino dentro di me. Questa situazione - continua il Trentaquattrenne - non mi fa sentire meno uomo. Può accadere che un uomo riesca ad avere un figlio nel suo grembo".

Può dunque accadere che un uomo resti gravido? Certo, in una "società liquida", in cui ogni punto di riferimento è stato smantellato in nome dell'amor proprio, tutto può accadere, anche di nascere da un uomo con la vagina.

Entusiasta per una gravidanza agli sgoccioli, il futuro genitore, in pieno stile gender, afferma: "Si decide di avere un figlio perché si vuole vedere più amore nel mondo e non è semplice".

In nome dell'amore, incondizionato, neutrale e libero, tutto è lecito, tutto è permesso, tutto è dovuto. Pazienza se qualche cattedrale nel deserto si permette di dissentire, se non altro per difendere ciò che di più sacro ancora resta in una società in cui regna l'edonismo culturale.