sabato, maggio 27, 2017
Dopo l’attentato ai danni dei Cristiani copti egiziani, il Direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro, rilascia dichiarazioni sull'accaduto. A seguito dei fatti, comunque, "la presidenza di Al-Sisi va sostenuta", sottolinea il Monteduro.

di Dario Cataldo

"L'attentato di oggi colpisce la comunità cristiana copta nell'esercizio della fede, esattamente come è accaduto prima di Natale e prima di Pasqua. Allora si sono attaccate le chiese nel corso delle celebrazioni della Santa Messa, oggi si attaccano dei fedeli impegnati in un pellegrinaggio". Una ferocia che in nome di un credo plasmato con l'odio, non risparmia nessuno. Questo è il resoconto di Alessandro Monteduro, Direttore di ACS-Italia.

"I Cristiani in Egitto, tuttavia, sono bersaglio dell'estremismo islamico non solo per odio verso una Fede diversa da quella dei terroristi, ma anche perché accusati di aver contribuito in modo decisivo alla destituzione nel 2012 del presidente Morsi, leader dei Fratelli Musulmani, e anche come conseguenza delle scosse telluriche di assestamento che la disarticolazione bellica dell’Isis in Iraq e Siria sta provocando in Medio Oriente".

A braccio, afferma il Direttore: "I terroristi stanno scappando, da Mosul in primis, trovando per ora rifugio e solidarietà tra i jihadisti locali, nel nord del Sinai e in alcune zone della Siria stessa. In Egitto la repressione dell'estremismo e del terrorismo sta dimostrando di funzionare, se consideriamo che il 22 maggio sono stati rinviati a giudizio 48 affiliati ad Isis accusati di aver collaborato nelle stragi nelle chiese".

Conclude con un avvertimento: "Manchester o Stoccolma e Minya distano da Roma più o meno allo stesso modo. I pellegrini oggi trucidati, per usare le parole pronunciate da Papa Francesco a proposito dei copti sgozzati sulla spiaggia della Libia, non erano probabilmente dottori in teologia, ma certamente dottori in coerenza cristiana".


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