Udienza del mercoledì per Papa Francesco che cita San Giovanni Paolo II e invita a "tutelare l'acqua come bene di tutti". Infine un avvertimento: nella Chiesa non c’è “serie A” e “serie B”.
Un mercoledì da Francesco, come tanti da quattro anni ad oggi. L'occasione dell'udienza di metà settimana da una gremita Piazza San pietro è stato il pretesto per lanciare le frecce da un arco che non conosce sosta. Il calendario liturgico offre spunti di riflessione. Ecco perché sostiene il Papa: dobbiamo "imparate a chiamare bianco il bianco, e nero il nero, male il male, e bene il bene. Imparate a chiamare peccato il peccato, e non chiamatelo liberazione e progresso".
Il riferimento è al suo illustre predecessore, quel San Giovanni Paolo II che nel 1981 rivolse tale frase agli universitari. L'esortazione è figlia del nostro tempo, in cui in nome del progresso, della secolarizzazione e delle mode passeggere, perdiamo di vista il faro che orienta la vita del cristiano.
Continua il Santo Padre: "La Quaresima ci chiama alla conversione e alla penitenza; ci indica il digiuno, la preghiera e l’elemosina come via di trasformazione; ci incoraggia all’esame di coscienza con l’umile ammissione delle colpe e la confessione dei peccati".
Stoccata a chi all'interno della Chiesa cerca le barricate di classe. "La Chiesa non è una comunità in cui alcuni sono di serie A, cioè i forti, e altri di serie B, cioè i deboli". Il messaggio evangelico si traduce in altre parole, ovvero in "condivisione e servizio reciproco". Da qui l'avvertimento: "Anche chi è forte si trova prima o poi a sperimentare la fragilità e ad avere bisogno del conforto degli altri; e viceversa nella debolezza si può sempre offrire un sorriso o una mano al fratello in difficoltà”.
Infine, un pensiero per il convegno “Watershed: Replenishing Water Values for a Thirsty World”, promosso dal Pontificio Consiglio per la cultura e dal Capitolo argentino del Club di Roma. Afferma Papa Francesco: "Proprio oggi si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, istituita 25 anni fa dalle Nazioni Unite, mentre ieri ricorreva la Giornata internazionale delle foreste. Mi rallegro di questo incontro - conclude il Vescovo di Roma - che segna una nuova tappa nell’impegno congiunto di varie istituzioni per sensibilizzare alla necessità di tutelare l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi".
di Dario Cataldo
Un mercoledì da Francesco, come tanti da quattro anni ad oggi. L'occasione dell'udienza di metà settimana da una gremita Piazza San pietro è stato il pretesto per lanciare le frecce da un arco che non conosce sosta. Il calendario liturgico offre spunti di riflessione. Ecco perché sostiene il Papa: dobbiamo "imparate a chiamare bianco il bianco, e nero il nero, male il male, e bene il bene. Imparate a chiamare peccato il peccato, e non chiamatelo liberazione e progresso".
Il riferimento è al suo illustre predecessore, quel San Giovanni Paolo II che nel 1981 rivolse tale frase agli universitari. L'esortazione è figlia del nostro tempo, in cui in nome del progresso, della secolarizzazione e delle mode passeggere, perdiamo di vista il faro che orienta la vita del cristiano.
Continua il Santo Padre: "La Quaresima ci chiama alla conversione e alla penitenza; ci indica il digiuno, la preghiera e l’elemosina come via di trasformazione; ci incoraggia all’esame di coscienza con l’umile ammissione delle colpe e la confessione dei peccati".
Stoccata a chi all'interno della Chiesa cerca le barricate di classe. "La Chiesa non è una comunità in cui alcuni sono di serie A, cioè i forti, e altri di serie B, cioè i deboli". Il messaggio evangelico si traduce in altre parole, ovvero in "condivisione e servizio reciproco". Da qui l'avvertimento: "Anche chi è forte si trova prima o poi a sperimentare la fragilità e ad avere bisogno del conforto degli altri; e viceversa nella debolezza si può sempre offrire un sorriso o una mano al fratello in difficoltà”.
Infine, un pensiero per il convegno “Watershed: Replenishing Water Values for a Thirsty World”, promosso dal Pontificio Consiglio per la cultura e dal Capitolo argentino del Club di Roma. Afferma Papa Francesco: "Proprio oggi si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, istituita 25 anni fa dalle Nazioni Unite, mentre ieri ricorreva la Giornata internazionale delle foreste. Mi rallegro di questo incontro - conclude il Vescovo di Roma - che segna una nuova tappa nell’impegno congiunto di varie istituzioni per sensibilizzare alla necessità di tutelare l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi".
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