martedì, gennaio 17, 2017
Reuters ieri ha diffuso un comunicato in cui riferisce che Mohammed Alloush sarà a capo della delegazione dei ribelli ai colloqui di pace sostenuti da Russia e Turchia che si terranno il 23 di questo mese ad Astana, in Kazakhstan. Se confermata, questa scelta costituirà l'ennesimo controsenso di questa tragica guerra in cui la costante è il compromesso verso il male, non verso il bene.

                                              di Patrizio Ricci

Mohammed Alloush, voluto fortemente da Ryad anche negli ultimi negoziati di Ginecra, è il leader politico della milizia salafita Jaysh al-Islam (Esercito dell’Islam) colpevole di gravissimi crimini contro l’umanità . All’inizio della guerra siriana i suoi primi video di propaganda , apertamente confessionali, sollecitavano l’espulsione di sciiti e alawiti da Damasco.Il gruppo Jaysh al-Islam, presente soprattutto nella zona di Damasco, racchiudeva (fino ad un anno fa) in sé più di 45 milizie , conta 20.000/25.000 uomini ed è sostenuto fortemente (sia finanziariamente che militarmente) dai sauditi .

Il cugino di Mohammed Alloush era Zahran Alloush , referente dell’intelligence saudita a Damasco e comandante in capo dell’Esercito dell’Islam. L’obiettifo finale di Zahran e dei suoi era quello di creare un califfato (al Monitor). E’ stato ucciso da un attacco aereo mirato effettuato dai russi il 25 dicembre del 2015 a Ghouta orientale (Damasco).

Zahran Alloush è stato sul libro paga dei servizi segreti sauditi dal 1980. Ha suo carico molti crimini quali rapimenti  effettuati dal suo esercito e da parte di altre fazioni come al-Ajnad, Ahrar al-Sham e Jabhat al-Nusra, che hanno sequestrato individui e famiglie nella città di Adra al-Omaliyah.

E’ anche responsabile della scomparsa dell’ attivista siriano democratico Razan Zeitouneh, appunto perché democratico e visto come pericoloso per il target finale del gruppo islamista. Suo l’ordine di usare ostaggi alawiti rinchiusi in gabbie mobili come scudi umani in provincia di Damasco (vedi anche qui).

Il 21 agosto 2013 diede l’ordine di lanciare l’attacco di armi chimiche contro il sobborgo orientale Ghouta di Damasco (allora comandava il gruppo islamista radicale Liwa al-Islam fuso in seguito con Jaysh al-Islam).

Opera dei suoi gruppi anche numerosi atti vandalici e la dissacrazione di antiche chiese: la brigata ‘Qalamun libero’, dell’Esercito dell’Islam (Jaysh al-Islam), il 2 dicembre sequestrò 12 suore del convento ortodosso di Santa Tecla, nascondendole nella città di Yabrud, occupata dai ribelli, che dichiararono che avrebbero bruciato il convento e ucciso gli ostaggi, tra cui la badessa Madre Pelagia Sayaf, dopo che l’esercito si era ritirato. Nostante queste evidenze, Zahran era considerato dagli occidentali un moderato.

Che dire? Un personaggio 'molto controverso', ad andarci cauti.  Tuttavia, seppure la sua presenza è preoccupante (perchè divisiva), Alloush ad Astana dovrà attenersi alle decisioni Turche: la Turchia se se si troverà un accordo per lei conveniente, è disposta a chiudere le frontiere e fare ‘peace enforcing’.
Quindi ciò vuol dire per le bande jihadiste sempre tronfie di baldanzosità arrogante in ogni negoziato,  niente rifornimenti e finanziamenti. L‘Arabia Saudita ed il Qatar non sono daccordo ma il confine è turco. Conteranno Putin, Erdogan e Rohani: il resto sono controfigure, anche in considerazione del prossimo insediamento di Trump.

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