martedì, gennaio 10, 2017
“L'epidemia è solo mediatica” 

InformaSalus - È in atto nel nostro Paese un'epidemia? È quanto si chiedono molti italiani, preoccupati dalla circolazione di notizie sui casi di meningite causati da patogeni (noti e/o sconosciuti) responsabili di malattia, e a volte anche di decessi, tra persone di qualunque età. Cosa succede veramente in Italia? “La risposta – riferisce il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità - è più semplice di quanto molti possano pensare: si tratta solamente di una 'epidemia mediatica', in cui il patogeno, che si sta moltiplicando a dismisura, contagiando giornali e lettori, è semplicemente la notizia giornalistica”.

I dati indicano infatti che la diffusione delle malattie invasive (meningiti e/o sepsi) è sovrapponibile a quella dell’anno precedente. Il patogeno più pericoloso, il meningococco, continua a essere responsabile, in Italia, di circa 200 casi l’anno, mentre le forme invasive prevenibili con vaccinazioni dello pneumococco risultano in diminuzione. Come si legge su EpiCentro, ad aver scatenaro l'attenzione mediatica sulle malattie invasive da meningococco è stato l'anomalo aumento, dal gennaio 2015, di casi da meningococco C nella zona centrale della Toscana. Tale incremento, spiegato con la circolazione in quell’area di un clone di meningococco particolarmente aggressivo, ha innescato una risposta decisa da parte delle autorità sanitarie della Regione Toscana che ha adottato una politica di offerta vaccinale molto ampia a favore della popolazione.

Tuttavia, l’obiettivo di ridurre la circolazione di questo patogeno tra i portatori, in modo da limitare il numero di casi non è stato però raggiunto neanche nel 2016 (infatti il numero dei casi del 2016 è stato simile a quello del 2015) probabilmente a causa di livelli di copertura vaccinali non ideali in alcune fasce di età e gruppi di popolazione. L’invito pressante alla vaccinazione ha avuto l’effetto collaterale di innalzare il livello di preoccupazione. “Ma se nel 2015, l’attenzione dei media era prevalentemente focalizzata sui casi e sulla situazione locale, nel 2016 si è lentamente spostata a livello nazionale, senza però che ciò fosse giustificato da un aumento dei casi di meningite meningococcica in altre Regioni”.

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