lunedì, novembre 14, 2016
Da cinque giorni, una parte del paese è scesa in strada contro la vittoria di Donald Trump alle elezioni. Il neo eletto presidente: "Non abbiate paura", ma al programma "60 minutes" annuncia: "Via 3 milioni di clandestini".

I dimostranti hanno continuato a marciare, ieri, contro l'elezione di Donald Trump, si tratta del quinto giorno di manifestazioni inscenate in città come New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago e Portland. Il Paese resta, così, profondamente diviso, con moltissimi elettori democratici che si rifiutano di riconoscere la vittoria del tycoon. La protesta, non priva di tensioni, si è allargata anche nelle periferie. Una ventina di arresti a Portland, dove si sono registrate le proteste più violente.

Trump, ieri ha cercato di invitare alla calma: "Protestano contro di me perché non mi conoscono, ma dico loro di non avere paura", ai suoi sostenitori, invece, a chiesto "stop" agli attacchi contro neri, ispanici e gay, annunciando poi che alla Corte Suprema nominerà giudici "pro vita" (anti aborto) e "pro secondo emendamento" (sul diritto all'autodifesa con le armi).

Sulla linea anti-immigrati:"Quello che faremo è buttare fuori dal Paese o incarcerare le persone che sono criminali o hanno precedenti criminali, membri di gang, trafficanti di droga", ha detto, indicando la cifra in 2-3 milioni. Quanto agli altri irregolari se ne parlerà dopo aver reso sicura la frontiera. Rinnovata l'intenzione di costruire un muro (e una recinzione) sul confine messicano.

Le parole, dette al programma tv "60 minutes" hanno fatto riunire sotto la Trump Tower, Manhattan, un fitto nuvolo di manifestanti. "Il nostro principale obiettivo è dire a Donald Trump che non può semplicemente deportare 11 milioni di persone senza documenti", ha detto alla CNN Noelle Yasso, avvocato e attivista: "Loro sono qui per restare, esprimiamo la nostra solidarietà".

Durante il weekend, nella metropoli di Los Angeles i dimostranti sono saliti a 8,000 persone. A New York, a migliaia hanno marciato pacificamente per 2 miglia, riunendosi sotto la residenza del miliardario e presidente, inneggiando "Not my president". Altre manifestazioni anche nell'area di Chicago, Oakland, San Francisco e Philadelphia. Tensioni a Portland, Oregon, dove le dimostrazioni sono state caratterizzate da maggior violenza con spari e 71 arresti solo nella giornata di sabato. Il clima si è alleggerito ieri, come ha detto uno dei manifestanti: "La violenza ci allontana dal nostro messaggio, ma dovremmo anche capire perché ci sono stati simili episodi, non basta condannarli".


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