venerdì, ottobre 21, 2016
Il blocco è durato circa alcune ore, il traffico è tornato regolare. Centinaia i siti colpiti. Per il Financial Times, anch'esso tra le vittime: "Un enorme cyber attacco".

Un enorme blackout ha colpito il traffico di centinaia di siti web, soprattutto per gli utenti internet della costa est degli Stati Uniti, compresi quelli di Twitter, Financial Times, Spotify, Reddit, e-Bay e New York Times. I server presi di mira sarebbero stati quelli della società Dyn, come riferisce in una nota Scott Hilton, vice presidente esecutivo dell'azienda, per opera di pirati informatici che hanno mandato in tilt il sistema provocando un sovraccarico di traffico.

Gli hacker hanno colpito intorno alle 7 ora americana (13 ore italiana) e dopo circa tre ore di black-out i siti sono tornati online. Il Financial Times ha giudicato l’azione come "un enorme cyber attacco" sia pure limitato a livello geografico che ha bloccato l'accesso a milioni di utenti americani.

Si sarebbe trattato di un attacco di tipo DDoS, tipologia utilizzata per saturare le reti internet fino a bloccarle. Colpito, in particolare, il servizio che traduce i nomi dei siti web in indirizzi IP. Quello della Dyn è uno dei principali servizi di questo tipo, ed il suo blocco ha fatto sì che le aziende associate non riuscissero più a caricare i propri siti web. Dalle 12 italiane circa, per oltre due ore i siti sono rimasti irraggiungibili.

L'attacco è stato localizzato in gran parte del nordest degli Stati Uniti, tra cui New York e Washington e lungo il confine canadese. Anche una piccola parte del Texas del Sud è stato coinvolto.

Si tratta soltanto dell'ultimo di una lunga serie di attacchi che hanno colpito quest'anno gli Stati Uniti, ma anche altri paesi occidentali. Yahoo ha recentemente ammesso di aver subito un enorme operazione da parte di pirati informatici che ha compromesso i dati personali di 500.000 dei suoi utenti. Preso di mira pure il settore finanziario e alcune banche centrali, tanto che i paesi del G7 hanno deciso di adottare a metà ottobre una serie di regole di protezione. In ultimo, ma non per importanza, lo scandalo mail pubblicato da Wikileaks nel corso della campagna elettorale americana.


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