martedì, ottobre 04, 2016
I clienti delle banche italiane sono i più tartassati d’Europa. A renderlo noto uno studio condotto dalla Cgia di Mestre secondo cui, nel 2015, l’incidenza percentuale delle commissioni nette sui ricavi, pari al 36,5%, è stata la più alta in tutta l’Ue.

di Alessandra Caparello

WSI - Secondo l’associazione degli artigiani con sede a Mestre, negli ultimi sette anni, dal 2008 al 2015 la crescita dei costi dei conti correnti, carte di crediti e altri servizi bancari ha subito un aumento record in Italia, del 20%, contro l’11,5% del Regno Unito, l’11,1% della Francia, 6,5% in Spagna mentre in Germania, Belgio e nei Paesi bassi si è registrato un calo, rispettivamente del 4,6%, 7 ed addirittura del 27 per cento.

“Se teniamo conto che con la crisi economica sono cresciute a dismisura le sofferenze in capo alla clientela e la contrazione dei tassi di interesse ha ridotto ai minimi termini i margini di redditività delle nostre banche, queste ultime, appesantite da costi fissi ancora troppo elevati hanno ritenuto più conveniente ridurre gli impieghi, e quindi i rischi, e aumentare i ricavi dalle commissioni sui conti correnti, sui servizi bancomat/carte di credito, i servizi di incasso/pagamento e dalle attività extra creditizie, come la vendita di titoli, valute e strumenti di capitale”.

Così Paolo Zabeo dell’Ufficio studi della Cgia secondo cui dal 2008, anno di inizio della crisi al 2015, i ricavi netti delle banche italiane da operazioni di prestito sono calati di 13 miliardi, circa il 25,3% in meno. Negli ultimi anni anche i costi strutturali del sistema bancario nazionale sono cresciuti notevolmente, arrivando ad essere i più alti d’Europa. Calcolando l’incidenza delle spese operative riferite al 2015 sul totale delle attività, il risultato si attesta intorno all’1,93%, un dato nettamente superiore alle quote percentuali riferite alle prime 10 economia bancarie dell’Unione europea.


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