giovedì, ottobre 20, 2016
Presso l'auditorium del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Pisa, l'incontro con al centro le criticità nella cura del dolore nel nostro paese. Nell'occasione presentato lo Studio A.P.I.C.E. (Analgesia Postoperatoria in Italia: Cronicizzazione ed Esiti) promosso da SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) e da SIARED (Società Italiana di Anestesia, Rianimazione, Emergenza, Dolore).

Affrontare il tema del dolore, quale fondamentale profilo, agli effetti dell'umanizzazione delle cure nelle patologie acute, quando esso ha esaurito il suo messaggio diagnostico. Questo il tema del Convegno nazionale tenutosi oggi presso l'auditorium del CNR a Pisa. Un incontro aperto a tutti e che ha permesso di far luce delle problematiche della cura del dolore in Italia. Il dolore visto in tutte le sue sfaccettature, finché esso diviene malattia da “curare” e alla fine della vita per assicurare una dignitosa conclusione dell’esistenza umana .

Un'occasione per incontrare gli esperti del settore ed affermare l'insostituibilità dei farmaci analgesici oppioidi nel dolore severo contro ogni vecchio e nuovo pregiudizio che impedisce al nostro paese di risalire dalle ultime posizioni di impiego terapeutico in Europa, rimuovendo i preconcetti ed i luoghi comuni che considerano il dolore un prezzo da pagare alla malattia.

Ancora oggi, l'Italia si trova agli ultimi posti nell'impiego di oppioidi efficaci nella cura del dolore. La spesa per gli oppiacei è inferiore di quattro volte rispetto agli antinfiammatori (Fans). Quello pro capite in Italia è pari a 1,6 euro, mentre la media europea è di quasi 5 euro - in Germania, ad esempio, è di circa 10 euro. Esiste un'estrema variabilità regionale nel nostro paese nell'impiego dei farmaci per il dolore, costringendo molti pazienti a migrare verso le regioni dove il trattamento viene effettuato.

Occorre, dunque, superare le difficoltà che impediscono la creazione di strutture-servizi come le Unità di Cure Palliative (UCP) comprese quelle in Ospedale e gli Hospice anche quelli dedicati ai piccoli pazienti. Ma il problema va risolto sin dalla didattica universitaria.

Nei corsi di laurea in Medicina e Infermieristica e delle altre professioni sanitarie dovranno essere inserite attività curricolari obbligatorie di Medicina del dolore e di Cure Palliative, integrate con attività didattiche di sensibilizzazione etica indirizzate ad imprimere nella mentalità dei curanti, non solo le finalità della guarigione, ma anche quelle del “curare” quando dalle malattie non si può più guarire. Accanto al “dolore sintomo” va insegnato il “dolore malattia” da curare, con il quale convive circa il 26% dei pazienti che soffrono di dolore cronico nel nostro paese.

Presentato lo studio A.P.I.CE. (Analgesia Postoperatoria in Italia: Cronicizzazione ed Esiti), promosso da SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) e da SIARED (Società Italiana di Anestesia, Rianimazione, Emergenza, Dolore), rivolto al trattamento analgesico nei pazienti. Questo verrà condotto negli ospedali italiani nei prossimi mesi e si propone di verificare e stimare nel tempo la persistenza del dolore in pazienti operati. L'obiettivo è quello di dimostrare che un più efficace trattamento del dolore post chirurgico può ridurre i casi di dolore persistente tendente, nel tempo, alla cronicizzazione.


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