L’uscita del Regno Unito dall’Ue rischia di essere solo il primo passo verso la disgregazione dell’Unione Europea.
di Mariangela Tessa
Ne e’ convinto James Sullivan, direttore e gestore di fondi senior presso Coram Asset Management, secondo cui tutto dipendera’ dal come la Gran Bretagna gestira’ il primo anno di vita fuori dall’Ue. Se l’uscita sara’ senza forti traumi, “e’ nostra convinzione che la Brexit sara’ l’inizio della fine dell’Unione europea e della moneta unica”.
A sostegno della sua ipotesi, Sullivan cita la crescente popolarita’ in Europa di partiti di estrema destra con rivendicazioni indipendentisti, come il Front National di Marine Le Pen in Francia. Si ricordi a questo proposito, che Le Pen ha già chiesto un Referendum in Francia per far decidere ai cittadini della permanenza del Paese all’interno dell’Unione, cosa che faceva già parte del suo programma per le Presidenziali.
Non solo. Situazione analoga – cita Sullivan – si registra in l’Olanda dove il leader del partito populista PVV Geert Wilders ha chiesto un referendum per la Nexit. Anche la Germania resta sotto osservazione, in seguito alle elezioni di settembre in Germania, che ha visto il trionfo del partito delladestra radicale di Alternativa per la Germania (AfD),
Tornando alle trattative tra Gran Bretagna e Unione europea sulla Brexit, domani il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker incontrerà in bilaterale la premier britannica Theresa May, a margine del vertice europeo.
Lo ha annunciato la portavoce della Commissione, Mina Andreeva, precisando che sarà “un incontro introduttivo perché questo è il primo Consiglio europeo” per la May da quando è entrata in carica, ma non ci sarà alcuna forma di negoziato e vi parteciperà “altra gente che potrà testimoniare di cosa parleranno”.
Sottolineando che “la posizione di tutti i 27 e della Commissione è molto chiara: non c’è negoziato finché non c’è notifica” la portavoce ha aggiunto di essere “sicura che il presidente Juncker ricorderà la necessità di ricevere la notifica in base all’art.50″ e che “non ci sarà negoziato finché non la riceveremo”. All’incontro, ha precisato Andreeva, ci sarà anche il negoziatore della Commissione europea Michel Barnier “che sta parlando con gli stati membri e sarà in ‘modalità ascolto'”.
di Mariangela Tessa
Ne e’ convinto James Sullivan, direttore e gestore di fondi senior presso Coram Asset Management, secondo cui tutto dipendera’ dal come la Gran Bretagna gestira’ il primo anno di vita fuori dall’Ue. Se l’uscita sara’ senza forti traumi, “e’ nostra convinzione che la Brexit sara’ l’inizio della fine dell’Unione europea e della moneta unica”.
A sostegno della sua ipotesi, Sullivan cita la crescente popolarita’ in Europa di partiti di estrema destra con rivendicazioni indipendentisti, come il Front National di Marine Le Pen in Francia. Si ricordi a questo proposito, che Le Pen ha già chiesto un Referendum in Francia per far decidere ai cittadini della permanenza del Paese all’interno dell’Unione, cosa che faceva già parte del suo programma per le Presidenziali.
Non solo. Situazione analoga – cita Sullivan – si registra in l’Olanda dove il leader del partito populista PVV Geert Wilders ha chiesto un referendum per la Nexit. Anche la Germania resta sotto osservazione, in seguito alle elezioni di settembre in Germania, che ha visto il trionfo del partito delladestra radicale di Alternativa per la Germania (AfD),
Tornando alle trattative tra Gran Bretagna e Unione europea sulla Brexit, domani il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker incontrerà in bilaterale la premier britannica Theresa May, a margine del vertice europeo.
Lo ha annunciato la portavoce della Commissione, Mina Andreeva, precisando che sarà “un incontro introduttivo perché questo è il primo Consiglio europeo” per la May da quando è entrata in carica, ma non ci sarà alcuna forma di negoziato e vi parteciperà “altra gente che potrà testimoniare di cosa parleranno”.
Sottolineando che “la posizione di tutti i 27 e della Commissione è molto chiara: non c’è negoziato finché non c’è notifica” la portavoce ha aggiunto di essere “sicura che il presidente Juncker ricorderà la necessità di ricevere la notifica in base all’art.50″ e che “non ci sarà negoziato finché non la riceveremo”. All’incontro, ha precisato Andreeva, ci sarà anche il negoziatore della Commissione europea Michel Barnier “che sta parlando con gli stati membri e sarà in ‘modalità ascolto'”.
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