Al menestrello di Duluth il riconoscimento letterario più alto, per il contributo fornito alla grande tradizione musicale americana.
Nel giorno in cui ci lascia l'eterno "giullare" della nostra cultura, un menestrello fa il suo ingresso fra gli immortali, non solo della musica, ma anche della letteratura. Bob Dylan si aggiudica il Permio Nobel per la Letteratura, nelle parole dell'Accademia svedese, "per aver creato nuove espressioni poetiche all'interno della grande tradizione musicale americana". L'ennesimo riconoscimento per uno dei più importanti ed influenti artisti del XX e XXI secolo.
Si tratta del primo americano a vincere l'ambito premio dai tempi dello scrittore Toni Morrison, nel 1993. L'annuncio da Stoccolma è arrivato non senza sorpresa: i bookmakers quest'anno lo quotavano 16 volte la posta. Già da tempo, però, il cantautore era stato considerato come uno dei possibili candidati alla premiazione, ma a penalizzarlo si è finora sostenuto fosse la sua estraneità ai tradizionali canoni letterari e poetici che da sempre hanno caratterizzato l'assegnazione del Nobel.
"Il lavoro di Dylan rimane estraneo da ogni convenzione", scriveva di lui Bill Wyman, il leggendario bassista dei Rolling Stontes sulle colonne del New York Times, "La sua lirica è squisita; i suoi temi sono senza tempo e pochi poeti di qualsiasi epoca sono mai riusciti ad avere una così vasta influenza".
Bob Dylan, dunque, si aggiunge alla lista dei premi Nobel insieme al "nostro" Dario Fo (forse l'altro vero outsider tra i premiati) ed a scrittori immortali come Rudyard Kipling, William Faulkner, John Steinbeck e Gabriel García Márquez. Un'Olimpo al quale nei prossimi anni potranno aggiungersi scrittori come Philip Roth, Don DeLillo, Haruki Murakami, Ngugi wa Thiong'o ed il poeta siriano noto come Adonis.
Da The Freewheelin' Bob Dylan a Highway 61 Revisited, i fischi alla svolta elettrica, le canzoni da divanetto dell'analista di Blood on the Tracks, il Born Again Christian, il lungo cammino sulle tracce del Blues americano, perfino un Premio Oscar per la miglior colonna sonora ed infine oggi. Chissà se il giovanissimo Robert Allen Zimmerman, per le viottole di Hibbing, Minnesota, avrebbe mai immaginato una tale grandezza. Ah but I was so much older then I'm younger than that now.
Nel giorno in cui ci lascia l'eterno "giullare" della nostra cultura, un menestrello fa il suo ingresso fra gli immortali, non solo della musica, ma anche della letteratura. Bob Dylan si aggiudica il Permio Nobel per la Letteratura, nelle parole dell'Accademia svedese, "per aver creato nuove espressioni poetiche all'interno della grande tradizione musicale americana". L'ennesimo riconoscimento per uno dei più importanti ed influenti artisti del XX e XXI secolo.
Si tratta del primo americano a vincere l'ambito premio dai tempi dello scrittore Toni Morrison, nel 1993. L'annuncio da Stoccolma è arrivato non senza sorpresa: i bookmakers quest'anno lo quotavano 16 volte la posta. Già da tempo, però, il cantautore era stato considerato come uno dei possibili candidati alla premiazione, ma a penalizzarlo si è finora sostenuto fosse la sua estraneità ai tradizionali canoni letterari e poetici che da sempre hanno caratterizzato l'assegnazione del Nobel.
"Il lavoro di Dylan rimane estraneo da ogni convenzione", scriveva di lui Bill Wyman, il leggendario bassista dei Rolling Stontes sulle colonne del New York Times, "La sua lirica è squisita; i suoi temi sono senza tempo e pochi poeti di qualsiasi epoca sono mai riusciti ad avere una così vasta influenza".
Bob Dylan, dunque, si aggiunge alla lista dei premi Nobel insieme al "nostro" Dario Fo (forse l'altro vero outsider tra i premiati) ed a scrittori immortali come Rudyard Kipling, William Faulkner, John Steinbeck e Gabriel García Márquez. Un'Olimpo al quale nei prossimi anni potranno aggiungersi scrittori come Philip Roth, Don DeLillo, Haruki Murakami, Ngugi wa Thiong'o ed il poeta siriano noto come Adonis.
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